“Tutta colpa di Freud”, si chude con questo sfogo di Francesco, nel promo della prossima puntata in cui i giochi sono destinati a complicarsi ancora di più prima dell’esito finale. Cosa vuol dire essere aperti, moderni, accettare le diversità? E’ relativismo? E’ l’accettazione di una distanza incolmabile tra le persone che sono senza legami (anche quelli famigliari)? Quanto è giusto “manipolare” quello che si è e le situazioni? Domande aperte, la risposta ce la darà Freud? Noi intanto cominciamo a dargli la colpa…



Continua con qualche trovata strappasorrisi “Tutta colpa di Freud”, ma anche se qualche battuta riuscita riesce a far scorrere i minuti i personaggi stentano ad evolvere. Si creano le premesse per situazioni piuttosto prevedibili, come l’infatuazione di Marta per un ragazzo sorpreso a rubare in libreria. Ma è così carino, e poi è sordomuto. E ruba solo libretti di opere teatrali. Non vi sembra il ragazzo ideale? Francesco intanto vive un dramma che lo mette davanti a una “scelta” difficile. Ha stretto un patto con il cinquantenne fidanzato della figlia: una sessione di terapia per dimostrare che il matrimonio è finito, e spingerlo ad assumersi le responsabilità nei confronti della ragazza diciottenne. In fondo – spera – lo convincerò a tornare con la moglie e lo toglierò di torno a mia figlia. Peccato che la moglie sia la donna di cui Francesco è segretamente innamorato. E ora chi “sceglierà”, la donna di cui si è innamorato senza averle mai parlato ne conosciuta, o la figlia diciottenne che sta con il cinquantenne? In fin dei conti è tutto un dare-avere…



In effetti “Tutta colpa di Freud” non poteva evitare di affrontare il tema dell’omosessualità. E lo fa con una carrettata di luoghi comuni disarmante. Sara, la figlia maggiore, è lesbica e dopo essere stata piantata in asso dalla donna a cui aveva appena fatto una proposta di matrimonio in america torna in Italia. Decisa a diventare eterosessuale. E strappa al padre psicanalista la promessa di aiutarla. La scena in cui il padre distrugge l’universo maschile è indirizzata più alla figlia minore – quella del cinquantenne (per giunta sposato e a cui strappa la promessa di tentare una terapia di coppia con la moglie) – che non all’aspirante eterosessuale. Il clima è giocoso, la totale assenza di drammaticità e l’alto tasso di sentimentalismo a buon mercato evitano accuratamente ogni spigolosità del tema. Quello che si deliana, in ogni caso, è la realtà di tre ragazze e di un uomo che non hanno alcuna responsabilità nella vita. Il “conto in rosso” decantato da Marta nell’introduzione del film, la figlia di mezzo che gestisce la libreria di famiglia (e sono più le volte che la chiude che quella in cui la tiene aperta) descrive bene il quadro: il problema di questi personaggi che sono macchiette è l’assoluta mancanza di personalità. Attenzione a non fare l’errore di prendere qualcosa sul serio. Sbagliereste. Indecifrabile la scena in cui Sara, dopo tanti buoni propositi e il tentativo di un approccio con un uomo (un poeta, in effetti molto poco virile con cui comunque non scocca alcuna scintilla) accetta l’avventura con una ragazza, che però vuole solo vantarsi con le amiche di una avventura lesbo. L’amore non c’entra nulla, nemmeno stavolta. “Ma quanto sono insensibili gli etero”, non può far altro che concludere lo spettatore. Strano, andare a letto con il primo venuto che racconta di essersi appena separato dal marito/moglie, in effetti sembra proprio una bella storia d’amore.



Bastano cinque minuti a “Tutta colpa di Freud” per mettere sul piatto le carte di una partita che è destinata davvero a complicarsi ben presto. “La malattia più diffusa è l’amore”, sentenzia con una rassicurante voce fuori campo Francesco, psicologo padre vedovo delle tre ragazze che sono destinate a fare esplodere l’intreccio. La storia è ben chiara, il padre psicologo sembra quello che ci capisce di meno delle esperienze delle figlie e di quelle che gli capitano intorno. Quasi “diseducato” alla realtà, e senza un giudizio preciso su di essa. Vede le scelte delle figlie senza interferire, quasi da estraneo. E così quando la figlia diciottenne e anaffettiva gli rivela di esserersi imbarcata in una relazione con un cinquantenne (suo coetaneo) la reazione è quasi comica. Ma quando Emma dice al suo “lui” che il padre lo vuole conoscere è la reazione del fidanzato a stupire. In fin dei conti sembra che questo cinquantenne di anni ne abbia venticinque. E forse un lavoro “precario”, e la poca voglia di costruire qualcosa di duraturo… non è tutta colpa di Freud se si mette con una diciottenne. Ma colpa di un’età anagrafica che si divarica drammaticamente da quella del proprio io cronicamente immaturo…

Nel giardino di Psiche in sembianze di Dio mi parlava linconscio ma tanto a rispondere non ero io no, non ero io è lincipit della colonna sonora scritta da Daniele Silvestri, che ha collaborato con il cinema anche stavolta: è sua infatti la colonna sonora del film Tutta colpa di Freud, uscito nelle sale il 23 gennaio scorso ed è ispirata proprio alla storia del film, che va in onda questa sera su Canale 5. Ela storia di uno psicanalista alle prese con tre figlie che sono anche le sue pazienti. Musica e testo sono stati composti dal cantautore romano. Tutta colpa di Freud dei suoi sordidi inganni se le cose fra noi sono sempre le stesse da anni e poi è colpa sua se non ti so dimenticare, è questo il ritornello. Nel video si vedono gli attori e le scene tratte dal film, il backstage. Una sonorità vintage con un testo che gioca sullironia di dare la colpa allinconscio di scelte e azioni. La colonna sonora è stata scritta da Silvestri dopo aver letto la sceneggiatura del lungometraggio.

Stasera Canale 5 propone il film Tutta colpa di Freud di Paolo Genevose. Francesco è un analista e ha in cura tre donne: le sue tre figlie. Marta fa la libraia e che si è innamorata di un ladro di libri. Sara è lesbica ma decide di diventare etero, mentre Emma è una ribelle diciottenne che si innamora un cinquantenne.

Per chi ha già visto il film al cinema, il gennaio scorso, i toni di questo video promo promosso da Canale 5 non saranno certamente una novità: spiritosi e attuali. Stasera, infatti, ci aspetta il primo appuntamento con Tutta colpa di Freud, il film di Paolo Genovese che da subito è stato pensato anche con un adattamento a mini serie tv di due puntate. Un padre, Francesco (Marco Giallini), costretto a crescere le tre figlie da solo, a causa della separazione dalla moglie. Lui analista, che ha a che fare con tutte le storie amorose in cui Sara (Anna Foglietta), Emma (Laura Adriani) e Marta (Vittoria Puccini) si vanno a cacciare, in cui tentano di non rimanere ferite, di affrontare le molte difficoltà e anche di crescere ancora un pochino. Nel video promo proposto da Mediaset (clicca qui per vederlo) sono presentati tutti i componenti principali del cast e si intravedono tutte le vicende in cui, inevitabilmente, Francesco si troverà in mezzo, per un motivo e per laltro. Appuntamento a questa sera, su Canale 5!

Stasera, su Canale 5 ci aspetta la prima serata in compagnia con Tutta colpa di Freud, il lavoro cinematografico di Paolo Genovese che tornerà in prima serata anche domani sera. Proprio in vista della proiezione televisiva, il lavoro è stato pensato e riorganizzato anche con 30 minuti di riprese inedite sui maxi-schermi. In particolare, ci saranno da attori che tutti coloro che hanno visto la pellicola nelle sale cinema allinizio del 2014 non hanno potuto gustarsi, né conoscere. Si tratta dei personaggi di Adele e di Ivano. La prima è interpretata da Lucia Ocone, che ha già lavorato con il regista Genovese nel 2012 nella pellicola Immaturi – Il viaggio e anche nel 2010 in La banda dei Babbi Natale; mentre invece il ruolo di Dario è stato affidato a Dario Bandiera, noto per aver preso parte a Manuale Damore (2005), ma anche al seguito diretto sempre da Giovanni Veronesi, ovvero Manuale Damore 2 – Capitolo successivi. Ultimamente, invece, è stato impegnato nel film di Neri Parenti Natale a Cortina e in quello, più recente (2013), diretto da Federico Moccia Universitari. Questo adattamento a miniserie riuscirà ad approfondire la storia di tutti i personaggi coinvolti nel film: a partire da Francesco, analista, fino anche alle complicate vicende amorose delle sue tre figlie, che sicuramente contribuiscono ad accrescere le preoccupazioni del protagonista.

Questa sera, mercoledì 17 dicembre, e domani, giovedì 18 dicembre, va in onda su Canale 5 Tutta colpa di Freud, terzo film italiano più visto nelle sale del 2014 con 1.300.000 spettatori e circa 8 milioni di euro di incasso. Si tratta di una versione inedita pensata fin dallinizio delle riprese anche per la tv. Il film è stato girato dal regista Paolo Genovese in una doppia versione: quella cinematografica di 120 minuti e quella televisiva da 150 minuti (mezzora di scene in più) che sarà divisa in due serate, oggi e domani. il primo esperimento di film in doppia versione cine-tv trasmesso in Italia. Ma vediamo la trama del film. Francesco (Marco Giallini) è un uomo di cinquant’anni con una vita alquanto complessa, suddivisa tra il lavoro di analista e le sue tre figlie, Sara (Anna Foglietta), Emma (Laura Adriani) e Marta (Vittoria Puccini), che ha cresciuto da solo dopo l’abbandono della moglie. Marta è forse la più tranquilla, almeno in apparenza, dal momento che è rimasta legata alla famiglia, e in particolare alla figura di sua nonna, di cui gestisce la libreria. Sara è invece la classica eterna indecisa, che si getta al 100% in ogni storia d’amore che vive, disposta a cambiare ogni parte di sé per l’altro o altra che si trova al fianco. Puntualmente però questa sua grande generosità viene tradita, e si ritrova punto e a capo a ricominciare la propria vita. Di recente è volata negli Stati Uniti, e all’inizio della pellicola la vediamo far ritorno in Italia, annunciando di non voler essere più lesbica. Ormai è decisa a riprendere il proprio percorso amoroso da eterosessuale. Infine Emma, che ha solo diciotto anni, è probabilmente quella che ha più bisogno di attenzioni, dal momento che la sua passione per gli uomini maturi l’ha trascinata in una relazione a dir poco pericolosa. infatti diventata l’amante di Alessandro (Alessandro Gassman), un architetto di cinquant’anni, coetaneo del padre, sposato con Claudia (Claudia Gerini). Quest’ultima è la misteriosa donna con il cane di cui Francesco si è innamorato. 

Inevitabilmente però Francesco scopre che la figlia ha una relazione con Alessandro, che viene poi trascinato in una sessione privata di analisi. In questo modo l’analista spera di farlo ragionare e riportarlo tra le braccia di sua moglie. Non sa ovviamente che la donna da cui dovrebbe tornare è la stessa per la quale prova qualcosa. Soltanto in seguito si renderà conto di quello che ha fatto, ovvero di star facendo il possibile per rovinarsi la vita, allontanando l’unica donna che potrebbe sostituire sua moglie. Sara intanto è decisa più che mai a tornare sul fronte uomini. A tal proposito tenta il possibile per farsi piacere i ragazzi con cui inizia a uscire, ma mancano del tutto le basi. Infatti, oltre all’aspetto estetico e sessuale (sfera comunque che non viene toccata), sono proprio i discorsi da etero che la infastidiscono. Anche Marta però ha dei bei problemi da affrontare, dal momento che all’inventario mancano alcuni volumi. Scopre poi che un uomo, che lei conosce soltanto di vista, dal momento che va spesso in libreria ma mai una volta ha comprato qualcosa, la sta derubando.

Sara continua a vedere uomini, ma senza successo, almeno fin quando non conosce Luca (Daniele Liotti) in un bar. I due iniziano una relazione, anche se lei ha molti dubbi a riguardo. A ogni modo il ragazzo pare diverso dagli altri, e forse potrebbe essere in grado di destare un qualche interesse in lei. Marta porta avanti le sue indagini e scopre che il ladro si chiama Fabio (Vinicio Marchioni). L’uomo è sordomuto e lavora a teatro, e ha commesso qualche furto perché voleva imparare i testi delle opere teatrali. I due riescono a superare l’imbarazzo iniziale, e si rendono conto di piacersi. Anche tra loro inizia una relazione, ma l’ostacolo dell’handicap di Fabio crea qualche problema, soprattutto perché Marta non ha nessuna infarinatura della lingua dei segni. 

Le sessioni con Francesco infine danno i propri frutti, con Alessandro che si rende conto di amare ancora sua moglie, e dunque è intenzionato a lasciare Emma. Quest’ultima però ha scoperto che lui non ha rotto con la moglie, e così Claudia scopre che il marito ha un’amante. La conclusione è che entrambe lo lasciano. Fabio si crea complessi inutili sul suo stato e lascia Marta, mentre Sara prova il suicidio dopo essere stata lasciata da Luca. Francesco infine fa un enorme sacrificio, facendo tornare insieme Alessandro e Claudia. Marta ritorna con Fabio e Sara inizia una storia col pompiere, donna, che l’ha salvata.