Peter Jackson conclude le avventure di Biblo Baggins raccontate ne Lo Hobbit con La battaglia delle cinque armate, uno scontro epico tra Bene e Male che vede protagonisti gli abitanti della Terra di Mezzo – elfi, nani, uomini, orchi, a cui si aggiungono gli stregoni e il famoso mezzuomo interpretato da Martin Freeman.
Avevamo lasciato il villaggio di Pontelungo tra le grinfie del drago Smaug, liberato dai nani e pronto a distruggere uomini e cose. Mentre la creatura, capricciosa e spietata, incendia le case e i ponti, i nani di Erebor sono rinchiusi nella montagna che custodisce il tesoro immenso del drago. A nulla valgono i tentativi di Bilbo di convincere Thorin Scudodiquercia (Richard Armitage) a resistere al richiamo delloro per intervenire in soccorso delle vittime: la malattia del drago, ovvero lattaccamento alla ricchezza, lo rende indifferente al mondo circostante, diffidente nei confronti dei compagni e interessato solo a trovare la preziosa arkengemma. La pietra, in realtà, è tra le mani di Bilbo, che sfida la collera di Thorin e lo accompagna nella sua redenzione, donandogli la sua amicizia.
Tornano anche Ian McKellen nel ruolo di Gandalf, salvato dallalgida e potente Galadriel di Cate Blanchett, lelfo Legolas (Orlando Bloom) e la coraggiosa Tauriel (Evangeline Lilly), larciere Bard (luccisore del drago, a cui presta il volto Luke Evans) e gli altri personaggi che popolano luniverso de Lo Hobbit.
Lultimo capitolo della saga si concentra sul pericolo che sopraggiunge da più direzioni: dalla propria mente, quando si perdono le coordinate che aiutano a distinguere ciò che è davvero importante, e dallesterno, dove si scontrano i desideri e le mire di popoli diversi. Gli orchi, alleati dellOscuro Signore Sauron, stanno per attaccare la Terra di Mezzo, e solo il superamento dei contrasti tra gli elfi, i nani e gli uomini potrà arginare la distruzione.
Anche se i film tratti dal romanzo di Tolkien arrivano dopo la trilogia de Il Signore degli Anelli, stabiliscono lo scenario in cui, sessantanni dopo, Gandalf tornerà nella Contea e preparerà il viaggio che porterà lanello del potere nelle fauci del Monte Fato. Per chi ama il mondo straordinario creato dal professor Tolkien, è bello ritrovare i personaggi, i richiami e le citazioni che anticipano ciò che verrà e che già conosciamo.
È un nostalgico addio che emoziona più delle pur spettacolari battaglie, che ricordano quelle della trilogia. I film di Jackson, in effetti, vanno ora considerati come un’unica, grande storia, che comincia con le avventure di un hobbit arruolato come “scassinatore” e si conclude con la sconfitta del Male supremo. All’interno si toccano tutti i temi a cui Tolkien ha dedicato la sua vita: il richiamo del potere e la lotta per la libertà, il valore del sacrificio, il coraggio, la capacità dei “piccoli” di cambiare il mondo, la paura e il dolore che diventano più sopportabili quando si affrontano con gli amici, la solidarietà e l’egoismo, le domande sul destino e la ricerca di un senso più grande. E naturalmente il desiderio, sempre vivo negli hobbit, di tornare a casa, nella verde Contea da cui tutto ha avuto inizio.