Lamicizia tra il maresciallo Novembre e Giorgio si approfondisce sempre di più, tantè che i due decidono di chiamarsi per nome. Si vede benissimo la speranza che non muore mai in questi due uomini e la determinazione con cui portano avanti lindagine. William, senza farsi scoprire, continua a studiare gli spostamenti della famiglia Ambrosoli, che non accorgendosi di nulla vivono il loro quotidiano con semplicità, con lavvocato che continua a giocare con i suoi tre figli. Iniziano le vacanze estive e i tre bambini lo pregano di staccare un po dal lavoro, ma Giorgio proprio non può: è costretto ad abbracciarli e lasciarli partire. Sono gli ultimi giorni di vita di Giorgio Ambrosoli, che non sapendolo promette alla moglie Anna che li raggiungerà sabato, al lago. Ricompare anche il sacerdote invischiato con Sindona e la banca del Vaticano che era apparso nella prima stagione: è chiaro che ormai anche lui è impaurito, cerca di sviare Sindona senza riuscirci. Il criminale desidera tradire tutti coloro che hanno operato con lui, a meno che lo IOR non accetti di aiutarlo. Il giudice americano sta andando a Milano per aiutare Ambrosoli: è il giorno fatidico in cui lavvocato della capoluogo lombardo incastra Sindona e perde la vita. Proprio il banchiere ha richiesto la testimonianza in suo favore al sacerdote dello IOR. Lavvocato di Sindona è uno squalo: Ambrosoli non deve fallire durante il processo. Lavvocato spiega come Sindona gonfiava le coperture finanziarie senza lasciare alcuna traccia. Giorgio Ambrosoli convince il giudice e fa arrabbiare Sindona. Lunica alternativa che il criminale ha, prima che lavvocato firmi il verbale di ammissione, è ucciderlo. Il sicario William Aricò si presenta davanti a casa sua dopo il processo, davanti a un Ambrosoli del tutto soddisfatto, e gli spara quattro colpi di proiettile, uccidendolo. Sindona non vuole essere collegato. Nelle ultime scene si vedono i funerali di Ambrosoli, dove nessuna carica politica si è presentata, ma la Chiesa si è riempita di persone care allavvocato. Cinque anni dopo Michele Sindona è stato estradato in Italia e due giorni dopo si è suicidato in cella. A seguito, le parole del vero Andreotti a proposito del caso. l’avvocato che ha incastrato Michele Sindona e che è stato ucciso per questo.



Andreotti ha un confronto con Ambrosoli, e i due si scambiano informazioni sullindagine. Andreotti, comunque, vuole delle prove per incriminarlo e le vuole in fretta, e allora Ambrosoli e Novembre si mettono ancora al lavoro. Umberto, il più piccolo dei figli dellavvocato, risente moltissimo della situazione in cui si trova il papà. Lavvocato, allora, si fa una bella chiacchierata con Umberto e gli promette che non gli succederà nulla e che morirà vecchietto, convinto che Sindona non lo toccherà per non essere ulteriormente additato come colpevole. Cucchi ha avuto la vita salva, nonostante il suo mancato aiuto, solo perché è stato protetto e credono che possa ancora servire al loro scopo. Intanto, il futuro sicario di Ambrosoli, William Aricò, sta uscendo di prigione e già gli viene comunicato che avrà un lavoretto da svolgere. Subito dopo incontra Sindona. A casa Ambrosoli, invece, sembra che stia ritornando un po di serenità, con il compleanno della moglie a cui viene regalata una macchina e una festa alla scuola dei tre figli, dove Anna e Giorgio lavorano insieme per ripulire il tavolo da piatti e bicchieri.

Dalle telefonate anonime, Ambrosoli passa addirittura a parlare con il suo interlocutore siciliano che è al telefono: la rivelazione che gli fa è che il capo dietro a tutto, che tira le fila, è nientemeno che Giulio Andreotti, lallora presidente del Consiglio italiano. Insomma, sostiene che Giulio Andreotti abbia accettato il progetto della rivalutazione della Banca Privata Italiana, cosa che Andreotti nega. Vorrebbero ripianare a spese dello Stato – dunque dei contribuenti – lo scandalo della Banca Privata italiana: Ambrosoli si rende conto che i partiti politici che ancora fanno affari con Michele Sindona hanno paura di venire allo scoperto. Se passasse il piano, Giorgio Ambrosoli giura che si dimetterebbe: ma la sua opposizione sembra forte. Sarcinelli viene arrestato, e unaltra forza viene messa fuori gioco. Anche Baffi fa la stessa fine, inquisito anche lui. Ambrosoli ha un momento di cedimento, ma il maresciallo Novembre lo aiuta a ragionare e ad occuparsi ancora del caso Sindona: è chiaro, ormai, che gli intrighi e i reati di Sindona hanno toccato ampiamente anche il mondo politico e ora tutto ciò sta venendo allo scoperto e le varie parti in causa stanno cercando di correre ai ripari. Vengono fuori i nomi che sosterrebbero la tesi che lattacco alla Banca sia di natura politica, e Ambrosoli sembra sempre più sconfitto. Sindona, invece, festeggia con la cassata siciliana a New York. Il telefono squilla a casa Ambrosoli: Giorgio risponde ed è ancora la voce siciliana, molto arrabbiata perché lultima telefonata lha fatta registrare. Anna è sconvolta: non capisce perché il marito è così impaurito, finché lui non le fa ascoltare i nastri in cui lo minacciano di morte. Si infuria e lui tenta in qualche modo di rassicurarla.

I documenti della Fasco colpiscono la giuria e Ambrosoli può tornare a casa: Anna è contenta di vederlo sano e salvo e i due si abbracciano. A Cuccia viene richiesto di dare lassoluzione a Michele Sindona per fare in modo di coprirlo, scagionando tutti insieme a lui. Nel frattempo, il finanziere truffatore si sfoga ed è al corrente di aver sempre meno tempo: è cosciente anche della volontà di estradarlo e anche della convinzione di Ambrosoli che in quel caso parlerebbe. Sindona non vuole essere estradato: vuole tirare dalla sua il presidente e se fosse necessario mettere fuori dai giochi lo stesso Giorgio. Ambrosoli si sente con lex amministratore delegato della Fasco: i due si accordano per incontrarsi in Svizzera, a Lugano. E necessaria la massima attenzione, perché si tratta di un ex collaboratore di Sindona, ma infine Ambrosoli accetta. Quando arriva a Lugano scopre che lex amministratore delegato ha in mano i documenti redatti da lui per inchiodare Sindona: a quel punto arriva la proposta indiretta di Sindona, quella di un risanamento delle finanze della banca. Secondo questo piano le pendenze amministrative e legali sarebbero azzerate. Se Ambrosoli accettasse, diverrebbe il nuovo presidente della nuova Banca Privata Italiana. Lavvocato non risponde neanche, saluta e se ne va: non prima di un ulteriore e non tanto velata minaccia. Sindona afferma che – arrivati a questo punto – non può permettersi che Giorgio Ambrosoli si metta in mezzo. Una telefonata chiarissima arriva in Banca: minacce da una voce con forte accento siciliano. Le facce di Novembre e dellavvocato sono piuttosto eloquenti: cè paura, e tanta. Un uomo sulla stessa pista di Giorgio, ma in linea meno ufficiale, viene fatto fuori quando è nella sua macchina, dopo aver portato allasilo suo figlio.

New York, America: siamo alla Franklin National Bank con il procuratore Kenney; che avvisa Ambrosoli che oltre al materiale che ha inviato per incastrare il criminale Sindona, è necessario che lui si rechi proprio lì a testimoniare nelludienza preliminare. Ambrosoli vorrebbe avvisare Novembre, che però è occupato con la moglie malata di tumore. Sindone, del canto suo, inizia a preoccuparsi sul serio: sa benissimo che le informazioni in mano alla società Fasco sarebbero davvero terribili nelle mani della giustizia: non farebbe fare il botto solo lui, ma salterebbero in tanti. Il maresciallo Novembre è sempre più sconvolto visto laggravarsi delle condizioni di sua moglie e si infuria molto quando gli propongono un tentativo di offrirle delle cure migliori: torna comunque a lavorare con Ambrosoli, anche se i due si chiedono ma perché lo facciamo?, per chi? – insiste poi Novembre. Ma lo stesso avvocato afferma che anche lui spesso si fa queste domande: non è senso del dovere, si potrebbe anche essere meno zelanti – si dice spesso. Ma sono proprio queste due figure che si danno la forze reciproca di continuare a scavare così in fondo. Infine, Giorgio Ambrosoli, dopo una discussione con sua moglie e un conseguente rappacificamento, dopo aver salutato anche il maresciallo che gli consegna gli ultimi dati, parte finalmente per lAmerica. La lettera della moglie Anna lo fa piangere mentre si reca allaeroporto: lei ha già intuito che suo marito e la sua vita stanno sfuggendo a poco a poco in posti dove lei non potrà esserci. Anna ha capito che sta rischiando grosso contro persone che non hanno scrupoli di nessun genere. Ambrosoli incontra il procuratore distrettuale Kenney in America: la prima cosa che gli chiede è perché non hanno concesso lestradizione e in risposta ha un assoluto punto interrogativo, con Kenney che afferma di non averla mai ricevuta. Viene approvata la documentazione che Giorgio Ambrosoli ha portato con sè.

Sta per cominciare il secondo e ultimo appuntamento con la fiction Rai Qualunque cosa succeda – Giorgio Ambrosoli, che racconta la storia dellavvocato che operò la liquidazione di Banca dItalia dopo il fallimento e i reati commessi da Michele Sindona, proprietario anche della Franklin National Bank in America. La figura di Giorgio Ambrosoli è interpretata da Pierfrancesco Favino, mentre invece il finanziatore Sindona è Massimo Popolizio. La scena si apre con il racconto della moglie, con un breve riassunto del primo episodio visto appunto dai suoi occhi: il lavoro del marito, il suo battersi per la verità, laiuto e lamicizia del maresciallo Novembre e il grande nemico che vogliono incastrare insieme, Michele Sindona. Le minacce si stanno facendo sempre più pesanti e la moglie Anna se nè accorta dalla lettera che il marito ha scritto – senza mai consegnarla – proprio a lei, nel caso fosse ucciso. Giorgio Ambrosoli, in ogni caso, non ne parla con la moglie: il pericolo e i rischi sono già troppi.

Rai Uno trasmette la seconda parte della miniserie Qualunque cosa succeda. La serie è visibile anche in diretta streaming. La fiction racconta la storia di Giorgio Ambrosoli, il banchiere che fu ucciso per il suo lavoro di verità e giustizia, dopo il fallimento della Banca Privata Italiana. Protagonista della miniserie è Pierfrancesco Favino. Nei giorni scorsi, sulle pagine del settimanale Di Più, l’attore aveva così descritto la figura di Ambrosoli: stato un uomo coraggioso, un uomo che sin da quando aveva ricevuto lincarico di fare chiarezza sugli affari di Sindona aveva iniziato a ricevere minacce. Ma non si era fermato perché aveva la convinzione che stava facendo la cosa giusta. Clicca qui per vedere la diretta streaming di Qualunque cosa succeda su Rai.tv 

Nella puntata di Qualunque cosa succeda – Giorgio Ambrosoli – andata in onda ieri sera, lunedì 1 dicembre, abbiamo lasciato l’avvocato che prendeva le redini del consiglio d’amministrazione della Banca D’Italia. Intanto sia lui e il suo più fidato collaboratore, il maresciallo Novembre, subiscono minacce da politici, creditori e amici o presunti tali. Michele Sindona parla con i giornalisti come se fosse vittima di una congiura mentre Ambrosoli prepara le carte per presenterà al Grand Jury per condannarlo e chiedere la sua estradizione in Italia. Finalmente lui e Novembre possono concedersi qualche momento di svago e di serenità con le proprie amate famiglie. Questa sera, nella seconda e ultima puntata, in onda su Rai1 a partire dalle 21:10, scopriremo il triste destino di Giorgio Ambrosoli. 

Mancano poche ore alla messa in onda dell’ultima puntata di “Qualunque cosa succeda”, la miniseria basata sull’omonima biografia scritta da Umberto Ambrosoli che racconta la storia di suo padre, Giorgio Ambrosoli. Intervistato da RaiNews24 Umberto Ambrosoli sottolinea la lezione di suo padre proposta su Rai Uno; “La storia di papà riproposta attraverso questa miniserie di Rai Uno ha secondo me una sua utilità. vero sono passati 35 anni da quando papà è mancato ma abbiamo ancora bisogno di esempi che ci ricordino, nella normalità del quotidiano, che possiamo contribuire a cambiare le cose, che possiamo non cedere alla sconforto, che possiamo continuare a volerci impegnare, che possiamo essere più forti delle minacce, dei tentativi di corruzione, della paura di morire…”. Clicca qui per vedere l’intervista a Umberto Ambrosoli

Questa sera, martedì 2 dicembre, alle 21.10 su Rai Uno va in onda la seconda e ultima puntata di “Qualunque cosa succeda“, la miniserie dedicata a Giorgio Ambrosoli, interpretato da Pier Francesco Favino. Vediamo le anticipazioni. Grazie alle informazioni carpite agli archivi della Fasco, Ambrosoli può testimoniare davanti al Grand Jury americano, dove è nato un procedimento parallelo a quello italiano nei confronti di Sindona, per il fallimento della Franklin National Bank. Il banchiere, che sfugge allarresto solo grazie al pagamento di una cauzione milionaria, attiva i suoi amici nella politica e nella massoneria deviata. Grazie a questi presenta un piano di salvataggio della sua banca in cui gli immensi debiti sarebbero scaricati sulla collettività e ogni pendenza penale sarebbe azzerata. Ma il piano fallisce per lopposizione di Ambrosoli e della Banca dItalia, il cui nuovo governatore Baffi, assieme al direttore della vigilanza Sarcinelli, continua, come il predecessore Carli, ad appoggiare Ambrosoli senza esitazioni.Per Sindona è una dichiarazione di guerra. Poco dopo i vertici della Banca dItalia vengono inquisiti, Sarcinelli vienee arrestato, mentre a Baffi viene ritirato il passaporto. Ambrosoli si sente sempre più solo. Lui e il maresciallo Novembre ricevono minacce sempre più pesanti. Un misterioso picciotto siciliano chiama più volte lavvocato dicendogli che se non smetterà di perseguitare Sindona, farà una brutta fine. Nonostante ciò, Ambrosoli tiene duro. E convinto che Sindona non potrà mai arrivare a fargli del male e poi non può proprio fermarsi ora che è vicinissimo a scoprire il cuore dei segreti di Sindona e a recuperare almeno in parte i capitali svaniti nel crack. Assieme a Novembre, sta preparando una nuova testimonianza per i giudici americani che verranno ad ascoltarlo a Milano. Per Sindona sarebbe la fine. Il banchiere contatta un killer italo americano e lo ingaggia perché segua Ambrosoli e si tenga pronto. E il luglio del 1979. Ambrosoli rende una testimonianza davanti ai magistrati americani e sbaraglia lopposizione dei super-avvocati americani di Sindona. La sera dell11 luglio, poche ore prima di firmare il verbale di quella testimonianza, William Aricò, il killer pagato da Sindona, uccide lavvocato Ambrosoli sotto il portone di casa sua.