Nella puntata di martedì 2 dicembre 2014 del talk show di La7 diMartedì condotto da Giovanni Floris sono presenti come consuetudine tantissimi ospiti di primissimo livello: il Ministro degli Interni Angelino Alfano del Nuovo Centro Destra, Susanna Camusso segretario nazionale della CGIL, Matteo Richetti del Partito Democratico, Aldo Cazzullo giornalista ed editorialista de Il Corriere della Sera, Luigi Abete presidente della BNL, lex sindaco di Venezia e filosofo Massimo Cacciari, il regista cinematografico Ken Loach, Paola Pinna dissidente del Movimento 5 Stelle, il magistrato Piercamillo Davigo, Stefano Rodotà, Giuliano Ferrara direttore de Il Foglio e Alessandro Sallusti direttore de Il Giornale. Come sempre la puntata si apre con la copertina di Maurizio Crozza nelle vesti del Padrino per commentare a proprio modo loperazione di polizia che ha portato larrestato di tanti esponenti del mondo della politica e imprenditori nella città di Roma per affari illeciti. Lintervento satirico di Crozza prende nel mirino il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi e non poteva mancare un indispettito Matteo Renzi che sa le prende con il povero Pagnoncelli che si inventerebbe il risultato dei sondaggi. Il finale dellintervento del comico genovese è dedicato al Movimento 5 Stelle e nello specificoa quello che è successo ad Artini. La discussione ha inizio con la Camusso che attacca loperato del Governo reo di svalorizzare il lavoro in Italia con i propri provvedimenti. Una visione che non trova daccordo il Ministro Alfano, facendo presente come sia arrivato il momento di modernizzare ricordando come lo statuto dei lavoratori sia stato concepito negli anni settanta. Cacciari rimarca come larticolo 18 non abbia nessun valore concreto per cui non è il problema. La Camusso ironizza sulle parole di Alfano che parla di riforma di natura di Centro Destra ricordando come in realtà Renzi dica che il Governo sia di Centro Sinistra. Alfano elenca alcune misure adottate dal Governo per dare supporto al lavoro come ad esempio il taglio dellIrap. La Camusso entra in polemica con Alfano cosa che fa anche lo stesso Cacciari che ricorda al Ministro il pesante aumento della tassazione sulla casa, mentre Alfano attacca la stessa Camusso rea di essere contraria allabbattimento dellirap e favorevole allinserimento di una patrimoniale. Poi sulla questione degli 80 euro al mese, lo stesso Alfano ci tiene a sottolineare come a questa misura non ci sia stato un abbattimento del livello di servizi bensì un taglio della spesa pubblica, cosa che è molto differente.
Cacciari si dice favorevole alla misura sullirap ma fa presente di non capire questo atteggiamento tipicamente di destra sullarticolo 18 da parte di Renzi. Viene mostrato un cartello che certifica come nel corso delle ultime settimane la popolarità di Renzi sia andata scemando mentre invece è cresciuta quella di Salvini. Alfano spiega che questo andamento sia fisiologico per chi deve prendere decisione rispetto a chi è allopposizione ed inoltre fa notare come il segretario del Pd sia ancora ampiamente sopra a Salvini. Per Cacciari, Renzi è a caccia di voti da prendere nellelettorato di centrodestra.
Si passa a parlare dellindagine Mondo di mezzo con Alfano che si augura come Alemanno possa dimostrare la propria estraneità ai fatti ed inoltre sottolinea il grave problema rappresentato dalle municipalizzate. Vengono presentati altri sondaggi tesi a capire il perché in questa fase Matteo Renzi piaccia di meno rispetto al passato e del perché ci sia una crescita di Salvini. Cacciari spiega la crescita della Lega e più in generale dei populismo, con la presenza di un Governo non allaltezza ed il popolo che è in sofferenza. Richetti non è daccordo sullattacco al Governo facendo presente alcune cose molto buone fatte come gli 80 euro ed il fatto che ora per le imprese sia più conveniente assumere a tempo indeterminato.
In studio c’è Paola Pinna, deputata del Movimento 5 Stelle, la quale sottolinea come la motivazione ufficiale del suo allontanamento forzato dal gruppo sia soltanto un pretesto per farle pagare la sua posizione differente rispetto ad alcune questioni. La Pinna rimarca l’intenzione voler riflettere su come muoversi in futuro all’interno del Parlamento. Loach crede che Renzi sia in effetti molto simile nel mondo di fare a Tony Blair. Lo stesso Loach fa presente come in Inghilterra si stesse molto meglio prima dell’arrivo della Tatcher dopo della quale si è acuita la distanza tra i poveri e i ricchi. Abete ci tiene a rimarcare come Renzi stia portando avanti una politica opposta a quella della Tatcher mentre la Camusso attacca il Jobs Act dopo che Richetti ne parla in termini molto positivi. La Pinna porta ad esempio la propria esperienza personale ossia di lavoratrice che per dieci anni non ha potuto fruire dell’articolo 18 ed inoltre annuncia che non parteciperà allo sciopero perché non è mai stata rappresentata e tutelata dai sindacati. La Camusso ammette che in effetti ci sia un problema di rappresentanza.
Si cambia argomento con Davigo che rimarca come dal proprio punto di vista veda una classe politica non interessata al tema della legalità. Ferrara parlando di Renzi sottolinea che gli piace, che sia un vero leader molto simile a Berlusconi e che probabilmente deluderà. Vede come principale difetto quello di parlare prima di pensare. Lo stesso Ferrara non è d’accordo sul fatto che il Governo Renzi non abbia concretizzato nulla, rimarcando come se gli 80 euro al mese non abbiano smosso i consumi allora vuol dire che non c’è una vera crisi. Nel finale si parla delle elezioni per il Quirinale con tutti i possibili candidati a prendere il posto di Napolitano. Si chiude con una piccola intervista a Stefano Rodotà che presenta il suo ultimo libro intitolato Solidarietà e Cazzullo che invece parla del suo ultimo libro intitolato incentrato sulla prima guerra mondiale.
È possibile rivedere la puntata di “diMartedì” sul sito di La7 e sul canale ufficiale dedicato al programma dove vengono pubblicati i video delle puntate. Clicca qui per la puntata