Questa sera, martedì 30 dicembre, Rai Due proporrà ai suoi telespettatori il film “Hugo Cabret” di Martin Scorsese. Ecco la trama. Siamo nel 1931 e il dodicenne Hugo Cabret (Asa Butterfield) vive all’interno della stazione Gare Montparnasse. Viveva con suo padre, vedovo, che gli ha trasmesso la passione per i film, ma che è morto in un incendio in un museo. Da allora iniziò a occuparsi di lui suo zio, con seri problemi d’alcolismo, che gli insegna a prendersi cura degli orologi della stazione, che era il suo lavoro, e poi sparisce, lasciando questo ragazzino solo a vivere tra i cunicoli di un’immensa stazione. Hugo non smette mai di adempiere ai suoi doveri, prendendosi cura di tutti gli orologi presenti in stazione, ma sa di dover evitare a tutti i costi il temibile ispettore Gustave (Sacha Baron Cohen), e soprattutto il suo cane Maximilion. Nel frattempo, in uno degli spazi segreti da lui adibito a casa, lavora al progetto di suo padre di restaurare un automa, il cui scopo, una volta tornato funzionante, sarebbe quello di riuscire a scrivere utilizzando la penna che stringe in pugno. Ruba tutti i pezzi di cui necessita, ma viene colto in flagrante da un negoziante, che confisca il suo progetto. Hugo però non si dà per vinto, essendo certo che, una volta reso nuovamente funzionante l’automa, questi, scrivendo, gli rivelerà un messagio lasciatogli da suo padre. La voglia è così tanta di riuscire a completare questa missione da riuscire a coinvolgere nel progetto anche Isabelle (Chloë Grace Moretz). Lei è una giovane della sua stessa età, nipote del proprietario del negozio di giocattoli. La vita segreta di Hugo la incuriosisce, e soprattutto riesce a distrarla dalla sua costante tristezza, vivendo in una casa triste e colma di rimpianti e regole ferree. Tutto ciò che manca affinché l’automa possa prendere vita è una chiave dalla forma di un cuore. Al fianco di Hugo Isabelle scopre la magia dei film, vivendo le stesse esperienze magiche che il ragazzino aveva vissuto con suo padre. Lei ha sempre desiderato ammirare queste opere su pellicola, ma il negoziante glielo ha impedito categoricamente. Si scopre improvvisamente che in casa di Isabelle potrebbe essere nascosta la chiave e, rischiando svariate volte d’essere scoperta, riesce a rubarla tra le scatole del negoziante, portandola a Hugo. Il ragazzo non perde tempo e fa prendere vita all’automa, che invece di scrivere una lettera indirizzata a lui da suo padre, inizia a disegnare la scena di un film, che Hugo ricorda aver sentito da suo padre, in uno dei suoi tanti racconti.



I due fanno delle ricerche e scoprono che il regista e creatore del film era un tal Georges Méliès (Ben Kingsley), che Isabelle, stupita, rivela essere il suo padrino. Al suo tempo era una vera e propria leggenda del cinema muto, autore di capolavori adorati dal pubblico e dalla critica, che ora invece vive una vita disillusa e colma di rimpianti. Lui conosce bene l’automa che è in possesso di Hugo, essendo suo al tempo del lavoro nel cinema, risalente al tempo in cui faceva il mago. Parte la caccia alle prove, e infine i due, in casa di Isabelle, trovano svariati e affascinanti sketch dei film di Méliès, che però li scopre sul fatto, che vieta a Isabelle di rivedere ancora Hugo, e scacciando il ragazzo, bandendolo dalla sua casa per sempre. I due ragazzini però si incontrano ancora e si dirigono presso la libreria del cinema di Parigi, dove trovano un libro pieno zeppo di foto e informazioni biografiche su Georges, incontrando Tabard (Michael Stuhlbarg), un esperto di cinema che venera Méliès, ma che lo ritiene morto, come un po’ tutti gli esperti del settore, dal momento che dopo la prima guerra mondiale non si è più visto in pubblico. Mostra ai ragazzi alcuni oggetti di scena del famoso regista, e vorrebbe tanto incontrarlo. I due ragazzi lo invitano a casa dell’uomo, dove incontrano la moglie, Jeanne, che René riconosce come la protagonista di molti film del regista. L’esperto ha portato un proiettore e trasmette un vecchio film di Méliès, che li scopre e s’infuria. A questo punto racconta della sua bancarotta e d’aver dovuto donare il suo automa a un museo. Hugo vorrebbe restituirglielo, ma viene scoperto da Gustave, che lo insegue, e durante la fuga l’automa cade sui binari. Hugo si getta per salvarlo, ma arriva un treno e solo l’intervento di Gustave gli salva la vita. Alla fine della pellicola i due ragazzi e i padrini di Isabelle sono invitati a una celebrazione in onore di Méliès, dove è chiaro che il mondo del cinema odierno lo adora e lo ritiene un maestro indiscusso della cinematografia mondiale.

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