Loroscopo cinese parla chiaro: ??????. Noi a Capodanno ci si toglie sempre lo sfizio di andare a leggere loroscopo cinese, però immaginiamo che qualcuno tra voi abbia poca confidenza con i caratteri della lingua orientale più parlata al mondo, perciò eccovi la traduzione di cui sopra: Il 2015 sarà un anno bestiale! (se è per questo, per loroscopo cinese lo sono stati anche il 2014, il 2013, il 2012, il 2011 e via a ritroso). Per la precisione, saremo sotto il segno della Capra. Dunque, probabilmente sarà un anno fortunato per il patron dellEsselunga, Caprotti, per tutti i Capricorno, per chi ama preparare (e/o gustarsi) la caprese, per chi è goloso di formaggi caprini e per Peppino (di Capri).
E per gli altri? E per chi è nato caprone, cioè zotico, oppure capro espiatorio, cioè con spiccata predisposizione ad accollarsi tutti i mali del mondo? E per chi è nato a Capracotta, in provincia di Isernia, dove il tasso di disoccupazione è assai peggiore di chi ha avuto i natali a Capriate (Bergamo)? Ci sono speranze per costoro affinché nel 2015 possano salvare capra (lanno) e cavoli (il lavoro)? Sì, cè sempre una soluzione! Perciò, se il nuovo anno sarà bestiale, cercatevi dunque un lavoro adatto: date retta a noi, fate gli zoologi, e non ve ne pentirete.
Il suggerimento arriva da uno che se ne intende, il mitico Zinga. Dice lo Zingarelli, un vocabolario che sa tante cose perché le ha rubacchiate qua e là in giro per il mondo: Gli zoologi sono quelle persone che studiano gli animali. Come in ogni umana attività, ci sono zoologi buoni, come quelli che danno le noccioline alle scimmiette; altri che lo sono un po meno, tipo coloro i quali tagliano la coda alle lucertole per constatarne in tempo reale la ricrescita; e poi la tagliano ancora, così da avere uninoppugnabile controprova e poter ambire ai titoli di coda del programma tv Quark; e dal novero degli zoologi non possono essere esclusi quelli del tutto ottusi, professionisti (o presunti tali) ancora alle prese con amletici dilemmi, gente che non ha ancora capito il coccodrillo come fa parappappappapappà! (ma cè qualcuno che lo sa?).
La zoologia include molte specializzazioni. Tra le più recenti, repentinamente caduta nelloblio dopo un clamoroso e subitaneo successo, va menzionata senzaltro lEtoologia (la E maiuscola è di rigore), che ha studiato il comportamento di un vero animale del gol: Samuel Etoo. Una razza tra le tante che si sta lentamente estinguendo e alla quale molti zoologi, specializzati in animali in via destinzione, si occupano a tempo pieno. Attività plausibilissima del resto, perché se gli animali quasi estinti dovessero sparire del tutto, molti zoologi si troverebbero senza lavoro.
Tra gli animali osservati speciali, va subito menzionato il panda, al maschile. Se invece si tratta della Panda (femminile, con la P maiuscola, non è la compagna del panda, ma un modello di auto Fiat) gli zoologi che la studiano e se ne prendono cura vengono chiamati meccanici.
Singolare è il caso degli zoologi che si dedicano allo studio delle formiche. Per loro la giornata comincia assai presto, prima dell’alba; la sede di lavoro è il formicaio preso in questione, davanti al quale questi tenaci scienziati si siedono in una postura che molto ricorda – permetteteci la franchezza – la posizione assunta sulla tazza del water (ma senza poggiare le nobili terga!). Decisamente la più utile per osservare l’incessante andirivieni delle formiche, non certo la più comoda, visto che l’appostamento può durare fino a notte fonda, provocando un certo fastidio agli arti inferiori. È per via di questo sintomo che lo zoologo delle formiche assume il nome di formicolìo.
Sfogliando le varie branche della professione, va certamente menzionato lo zoologo che si occupa delle foche. Attività che costringe chi la pratica a trasferirsi per buona parte dell’anno al Polo Nord (dove vivono le foche). Le condizioni proibitive (non solo il freddo, ma anche la solitudine, e non ultima l’impossibilità di seguire con la dovuta attenzione il campionato di calcio e la Champions League) rendono questi uomini insensibili, duri, verrebbe da dire… di ghiaccio! Un’imperturbabilità che lentamente, ma inesorabilmente, si tramuta in vero e proprio odio nei confronti delle foche, che si trasformano, quasi inconsapevolmente, in luride, antipatiche, odiose bestiacce. Cioè delle focacce. Questi zoologi prendono allora il nome di panettieri.
Gli zoologi che studiano gli uccelli si chiamano ornitologi. Anche questo è un lavoro duro, che costringe a stare sempre con la testa all’insù. Ora, seguire il volo planato di un gabbiano è molto bello e piacevole, ma riuscire a seguire il vorticoso volteggiare di un colibrì, credeteci, rimbambisce per il resto dei giorni. Sicché, a testimonianza di quanto appena detto, questa sfortunata categoria di ornitologi è soprannominata ornito-rinco.
Esiste, poi, una categoria di zoologi che si occupano di fauna in senso più generale. All’interno di questa branca di studio esiste una specializzazione molto particolare: si tratta di studiosi che osservano il mondo animale in condizioni climatiche torride, a temperature molto elevate. Questi zoologi, perlopiù femmine solitamente di origine finlandese, prendono il nome di saune.
La zoologia, in effetti, è una scienza molto maschile, anche perché – dagli insetti ai serpenti, dai ragni alle belve feroci – le donne hanno spesso un terrore panico nei confronti degli animali. Tra le rare eccezioni, segnaliamo quella che forse è stata la più nota zoologa al mondo: la vispa Teresa. Donna davvero stupefacente (viveva sempre “tra l’erbetta”) e raffinata collezionista di farfalle (spesso anche di farfalloni, che, come si sa, non sono i compagni delle farfalle…), Teresa deve il suo conosciutissimo soprannome, “vispa”, al fatto che era dotata di riflessi davvero straordinari, tali da riuscire addirittura a evitare in autostrada lo schianto dei calabroni contro il parabrezza del suo camioncino Ape.
Requisiti richiesti per fare lo zoologo? Primo: aver visto tutti i cartoni animati di Magilla Gorilla, Orso Yoghi e Braccobaldo show. Secondo: saper cantare a memoria “Nella vecchia fattoria ia-ia-oh” e “Ci son due coccodrilli”. Terzo: avere uno zio Tobia che abbia una vecchia fattoria ia-ia-oh (avere uno zio Noè con tanto di arca è impresa fuori dal comune). Quarto: conoscere e apprezzare film come “Lo squalo”, “Pirahna”, “La piovra”, “Frogs”, “L’impero delle termiti giganti”, “La mosca”, “La mantide omicida”, “Aracnofobia”. Quinto: partecipare alla corrida, non come concorrenti, bensì come tori.
Un fitto e bestiale mistero avvolge la vita degli zoologi: ma a loro, almeno una volta, è mai capitato di sentirsi in gabbia?