La puntata di martedì 30 dicembre di “Canzone” è dedicata al cantautore e chitarrista napoletano Pino Daniele. Come di consueto durante la puntata si alterneranno momenti musicali, estratti da uno degli ultimi concerti del cantante, e considerazioni personali. La storia comincia sulle note di “Napule è”, estratta dal primo album “Terra mia”, inciso nel 1977. Pino Daniele ha iniziato infatti la sua carriera a cavallo tra gli anni settanta e ottanta, un periodo in cui si assisteva ad un vero e proprio fermento musicale, con la scuola napoletana e quella romana, milanese e genovese molto attiva. Secondo l’artista la scuola napoletana ha resistito un po’ di più rispetto alle altre anche grazie alle melodie più legate alla scuola mediterranea, incluse quelle bizantine, arabe e spagnole. Daniele fa notare che allo stato attuale il fermento giovanile è venuto meno e che in generale sono i tour a promuovere i dischi e non viceversa come accadeva ai tempi in cui iniziò la sua carriera. Quindi abbiamo ascoltato “Yes I know my way”, estratta dal quarto album del 1981 “Vai mò”. 



La musica a Napoli costituiva un’importante strumento di comunicazione giovanile, in un’epoca in cui non esistevano gli smartphone e la comunicazione era più intensamente legata all’arte, si racconta nel corso del programma. Per Pino Daniele sperimentare significa invece fondere le proprie radici culturali e le proprie tradizioni (nel suo caso la canzone napoletana) con linguaggi universali esterni, come jazz e blues. Ecco poi la canzone”Quando”, estratta dal dodicesimo album del 1991 “Sotto ‘o sole”. Si parla poi dell’amicizia con l’attore scomparso Massimo Troisi  con cui si era creata una simbiosi in grado di creare cose interessanti dal nulla, grazie all’entusiasmo e alla semplicità. Daniele e Troisi condividevano lo stesso ambiente di provenienza ed erano anche amici e ciò ha consentito di creare belle cose. 



Ecco adesso in onda “Musica musica”, estratta dal terzo album del 1980 “Nero a metà”. 

Il cantante è stato uno dei pochi a collaborare con tantissimi artisti italiani e allo stesso tempo con molti jazzisti stranieri, da cui ha imparato molto, non solo dal punto di vista strettamente tecnico ma anche personale. Secondo Pino Daniele il confronto continuo è particolarmente importante ed è l’unico modo per comprendere i propri errori e per proporre cose nuove. Abbiamo ascoltato adesso  “A me me piace ‘o blues”, estratta da “Nero a metà”. 



Nel 2010 Pino Daniele ha suonato a Chicago assieme a artisti straordinari come Eric Clapton, che considera una persona che ha ricevuto da Dio doti eccezionali, in maniera simile ad altri artisti come i Rolling Stones e Elvis Presley. Tra i suoi chitarristi preferiti Pino Daniele segnala soprattutto Frank Zappa, Jeff Beck e Paco De Lucia.  In onda “‘O scarrafone”, estratta dall’undicesimo album “Un uomo in blues”. 

Il primo pezzo suonato dal vivo, racconta, è stata una cover dei Beatles e nelle prime esibizioni proponeva spesso anche “Satisfaction” dei Rolling Stones, uno dei brani più indicati per un semi principiante della chitarra. In onda “Voglio di più”, estratta da “Nero a metà”. Il suo timbro di voce particolare gli ha permesso sin dagli inizi di essere molto personale ma il successo è arrivato grazie allo studio, al lavoro, al sacrificio e alla pratica, gli unici mezzi per ottenere risultati perché le doti naturali da sole non bastano. Il cantante inciderà un nuovo album, probabilmente nel 2015, e annuncia che si tratterà di un disco molto acustico. 

In onda “Je so’ pazzo”, estratta dal secondo album “Pino Daniele”. 

Pino Daniele ammette di essere un po’ stanco di alcune cose che agli occhi di un uomo di sessanta anni, con valori completamente diversi, risultano incomprensibili. Il cantante constata amaramente che i valori della sua generazione, come ad esempio il rispetto degli altri e l’educazione, non sono più considerati importanti nel mondo attuale e che per questo motivo gli uomini di buona volontà non sempre riescono ad ottenere risultati. 

Il programmai si chiude con ” ‘Na tazzulella ‘e cafè”, estratta da “Terra mia”.