Ieri sera su Rai Due è andata in onda una nuovo speciale dedicato a Vasco Rossi, intitolato Unici-Vasco Rossi- Cambiamenti, nel quale il cantautore si è raccontato a Giorgio Verdelli ed è stato raccontato anche da diversi colleghi del mondo dello spettacolo. Dopo un breve estratto del concerto allo Stadio Olimpico di quest’anno, le parole di Biagio Antonacci sottolineano che l’essere rock di Vasco trascende la sua musica e i suoni prodotti dai suoi strumenti: è la sua esistenza ad aver fatto di lui un’icona rock. Per Fabio Volo, Vasco ha un po’ avuto il ruolo che Jim Morrison ebbe nella musica americana, soprattutto con la crudezza dei suoi testi, mentre Rossi sottolinea che nel corso degli anni dei suoi esordi fu molto fraintesa l’ironia presente nelle sue canzoni, che spesso aveva invece la funzione di esorcizzare insicurezze appartenenti a lui e a tanta gente comune, e nota che forse è proprio questa la chiave che gli ha consentito di aprire le porte del successo, dato che diverse generazioni si sono riconosciute nei suoi test, nelle sue debolezze e nei suoi difetti. Fabio Volo fa notare anche che il rocker di Zocca ha fatto un po’ da nocchiere nel passaggio tra la generazione impegnata degli anni ’70 e quella più frivola degli’ 80: non a caso, Siamo solo noi è stata eletta la migliore canzone rock italiana davanti ad America di Gianna Nannini. E ci sarà una ragione se anche Jovanotti ringrazia Rossi citando Eros Ramazzotti (“grazie di esistere”), non soltanto da parte sua ma anche da parte di tutta la sua generazione. Il rocker porta poi il conduttore in giro per Los Angeles tra una chiacchiera e l’altra, e si parla più avanti della sua capacità di fare notizia e di fotografare la realtà, come nel caso della canzone Delusa, uscita sul mercato discografico proprio all’epoca del grande successo di Non è la Rai: prorio a questo proposito Caudia Gerini racconta che la cosa, all’epoca, riempì di entusiasmo lei e le altre sue colleghe, anche se il brano parlava in negativo del loro modo di stare davanti alle telecamere e inseguire il successo. Roberto De Luca, collaboratore più che decennale di Vasco, e Diego Spagnoli, il direttore di palcoscenico, parlano poi del successo dei suoi concerti, anche di quelli più recenti, contraddistinti da stadi strapieni di gente entusiasta di assistere ad una performance dal vivo del proprio idolo, cosa testimoniata anche da Dori Ghezzi, fan della prima ora della rockstar italica. A proposito di concerti, Vasco parla del modo in cui vengono realizzate le scalette delle performances live, che sono molto variabili, potendo scegliere tra più di centosettanta pezzi prodotti nel corso della sua trentennale carriera; proprio parlando dei brani e del suo modo di comporre, Rossi sottolinea di aver sempre puntato alla semplicità e all’essenzialità nei testi delle sue canzoni. Anche Novella Rossi, mamma del rocker, dà la sua testimonianza circa lo stile minimalista del cantante, raccontando un simpatico aneddoto sulla genesi di Tofee. Si parla poi Albachiara, divenuto un po’ l’inno del popolo di Vasco, tanto che è sempre sulle sue note che si chiudono i suoi concerti, e del brano che lo portò a farsi conoscere dal grande pubblico, Faccio il militare, un pezzo molto ironico, strano e innovativo per l’epoca, come sottolineato tanto da Renzo Arbore quanto da Caparezza, che lo preferisce di gran lunga a pezzi molto più famosi del Blasco. Non poteva poi mancare il contributo di Gaetano Curreri, grande collaboratore e amico di Rossi, che narra di come nacque la loro amicizia e il loro sodalizio, ma anche Valentino Rossi racconta di essere legato al rocker da grande sintonia, tanto che almeno una volta l’anno, messi da parte gli impegni, va a trovarlo in quel di Bologna, dove l’artista ha anche il suo studio di registrazione. non manca poi uno spazio dedicato al brano divenuto manifesto di una generazione, e cioè Vita spericolata, di cui anche Francesco De Gregori ha voluto realizzare un cover, omaggio che Vasco ha prontamente ricambiato con una personale versione di Generale. Sono molti poi a sottolineare la straordinaria sensbilità con cui il cantautore riesce a comprendere le donne: lo fa notare Claudia Gerini, ma anche Chiara Civello, secondo la quale Vasco riesce ad esercitare sulle donne un fascino seduttivo perché le capisce bene ed è capace di toccare le giuste corde quando si rivolge a loro con le sue canzoni. A parlare di Vasco ci sono anche Paolo Bonolis, fan di Rossi così come suo figlio maggiore, e Patty Pravo, che racconta di come il cantante arrivò a scrivere per lei, concentrandosi in particolare sulla genesi di E dimmi che non vuoi morire, canzone che la Strambelli portò al successo lanciandola sul palco di Sanremo, nel 1996. Ma a Vasco che musica piaceva da giovane? Non solo il rock più trasgressivo, ma anche la musica e la poesia di cantautori come Fabrizio De André: un’affinità che andava ben oltre la musica, dato che a detta di Dori Ghezzi il marito e Vasco si erano perfettamente intesi anche sul piano umano.