Nella puntata di lunedì 8 dicembre del programma di approfondimento Piazzapulita il conduttore Corrado Formigli ha realizzato un reportage a Kobane, dove è in corso da mesi una dura battaglia tra curdi e guerriglieri dell’Isis. La città, al confine con la Turchia, è una delle città simbolo per comprendere il dramma dei rifugiati, coinvolti loro malgrado nell’inchiesta Mafia Capitale che ha scosso il mondo politico romano e italiano in genere. Formigli è entrato a Kobane da clandestino (unico modo possibile), grazie all’aiuto di un gruppo di contrabbandieri ed è stato ospitato dai combattenti curdi. Kobane è ormai una città fantasma, semidistrutta dai colpi di mortaio dove l’unico posto “vivo” è il forno dove viene prodotto il pane. La città è circondata dai guerriglieri Isis ad est e a sud ma minacciata anche al confine con la Turchia, che a detta dei curdi sta aiutando i guerriglieri. Tra i combattenti curdi ci sono anche alcune donne, che combattono per la libertà e la democrazia, senza cibo ne medicine. I rifugiati provenienti da città come Kobane arrivano a Roma e diventano merce di scambio in nome del business, come emerge dall’inchiesta Mafia Capitale. Va in onda un’intercettazione tra Salvatore Buzzi, il fondatore della Cooperativa 29 giugno, al centro dello scandalo che spiega a Massimo Carminati come rendano molto di più del traffico di droga. Antonino Monteleone ha provato a sentire i politici coinvolti nella vicenda, Gianni Alemanno, Mirko Coratti e Luca Gramazio ma non è riuscito a parlare con loro. Il consigliere comunale di Forza Italia Giovanni Quarzo ha dichiarato la propria estraneità ai fatti, cosi come ha fatto il consigliere regionale del Pd Eugenio Patanè.Formigli presenta gli ospiti della puntata: il commissario straordinario del Partito Democratico romano Matteo Orfini, il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, il consigliere comunale e imprenditore Alfio Marchini, il direttore de “Il fatto quotidiano” online Peter Gomez e la direttrice del Tg3 Bianca Berlinguer. Orfini annuncia che il Pd sarà inflessibile nei confronti di chi ha sbagliato e farà in modo di evitare che nel partito ci siano infiltrazioni mafiose. Secondo Orfini Marino è al di sopra di ogni sospetto e dalle intercettazioni emerge che gli indagati temevano la sua elezione a sindaco. La questione morale esiste anche nel Pd ma non riguarda solo la politica ed è necessario intervenire in maniera drastica. Secondo Marchini Marino dovrebbe dimettersi, come aveva chiesto già da settimane, in quanto ha rivendicato più volte di aver agito in piena autonomia (e di averlo fatto in maniera non adeguata). Orfini sottolinea che le infiltrazioni mafiosi sono cominciate con la giunta Alemanno e che dalle indagini emerge una discontinuità con l’insediamento della giunta Marino, nonostante siano riusciti ad infiltrarsi in consiglio cercando i punti deboli dell’amministrazione attuale.



In un servizio si parla di come veniva gestito il campo nomadi di Castel Romano, in condizioni di non abitabilità, nonostante gli ingenti finanziamenti, pari a 2,5 milioni di euro all’anno. Il consigliere comunale del partito radicale Riccardo Magi, presente in studio, ammette di aver visto molte volte in consiglio comunale Salvatore Buzzi, al punto da pensare si trattasse di un dipendente dell’ufficio. Magi è in sciopero della fame da 8 giorni (prima che l’inchiesta venisse resa pubblica) per denunciare la gestione dei campi nomadi, dove vengono spese 600 euro al mese a persona per assicurare situazioni di non abitabilità. Franchini definisce uno schifo le parole di Buzzi a Carminati e sottolinea i difetti del corporativismo, che permette ai politici di far finta di discutere durante il giorno e di spartirsi la torta con i mafiosi durante la notte, definendolo il cancro della città. Gasparri sottolinea che il campo nomadi per definizione dovrebbe essere una struttura provvisoria e che i rom in casi come questo dovrebbero essere trattati come tutti gli altri italiani, con aiuti solo in caso di bisogno. I soldi spesi nei campi rom (in realtà finiti nelle mani di Buzzi e dei suoi amici) potevano essere utilizzati in altri modi, ad esempio costruendo case per risolvere l’emergenza abitativa. Bianca Berlinguer sottolinea come il sistema fosse più radicato sotto la giunta Alemanno e che, a suo parere, anche il centrodestra dovrebbe agire come il centrosinistra, che ha cercato di cambiare subito la situazione. Tra Peter Gomez e Orfini va in scena un duro battibecco quando il giornalista ricorda il comportamento incoerente del Pd, che ha evitato in parlamento l’uso delle intercettazioni ai danni di Antonino Papania, nell’ambito di un’inchiesta sulla corruzione in Sicilia, e ha rallentato l’iter della legge anticorruzione in Parlamento, promettendo norme che non sono ancora state definite.



In un servizio il collaboratore di Buzzi, Claudio Bolla, conferma che alcune persone della cooperativa hanno partecipato alla cena elettorale di Matteo Renzi e che Buzzi conosceva Alemanno, con cui aveva condiviso la difficile esperienza del carcere. Gasparri precisa che Alemanno è stato arrestato per aver partecipato ad una manifestazione politica e accusa Marino di aver concesso pochi mesi fa un trattamento di favore alla cooperativa indagata, offrendo un canone ridotto per l’affitto. Marchini sottolinea l’ipocrisia e il doppiopesismo del Pd, ricordando che se Alemanno avesse fatto ciò che ha fatto Marino sarebbe stato messo in croce. Secondo Gomez ci vorrebbe maggiore trasparenza in merito ai fondi con cui vengono finanziate le campagne elettorali, come avviene in America, e che ad esempio il PD avrebbe dovuto rendere pubblici i nomi dei partecipanti alla cena elettorale. Marchini chiude accusando Marino di non essere in grado di gestire la complessità e auspicando il commissariamento per fare una verifica puntuale.

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