Questa sera, martedì 9 dicembre, in prima serata su Rete 4 doveva andare in onda il film The Interpreter diretto da Sydney Pollacke e interpretato da Nicole Kidmna e Sean Penn. Ma, dopo le ultime novità sull’omicidio del piccolo Loris Stival, la seconda rete Mediaset ha deciso  di cambiare la programmazione, mandando in onda uno speciale di Quarto Grado, il programma condotto da Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero, dedicato al caso del bambino di 8 anni ucciso nel Ragusano. Lunedì la procura ha deciso di mettere in stato di fermo la madre di Loris.



Stasera Rete 4 propone il film The Interpreter. La pellicola ha ricevuto i seguenti riconoscimenti: Top Box Office Films a James Newton Howard per il ASCAP Award nel 2006; una nomination ai Golden Trailer Awards come Miglior film drammatico; il premio Huabiao Awards nella sezione Miglior film straniero; Il Los Angeles Film Critics Association Award a Catherine Keener come Miglior attrice non protagonista; una nomination, sempre a Catherine Keener, ai National Society of Film Critics Awards nella categoria Miglior attrice non protagonista. Vediamo la trama. La bella e misteriosa interprete Silvia Broome (Nicole Kidman) lavora a New York presso l’ufficio delle Nazioni Unite. Dopo essersi recata negli uffici dell’ONU in un orario di pausa lavoro, la giovane donna si imbatte casualmente in una conversazione in lingua africana. Silvia viene così a conoscenza di un piano criminale volto ad eliminare il leader del Matobo, Edmond Zuwanie (Earl Cameron), atteso proprio nei prossimi giorni dall’organizzazione per un discorso all’Assamblea Generale, evento rivolto per tentare di eliminare i sospetti a proposito di una suo presunto governo dittatoriale e razzista. Dopo aver assistito alla conversazione ed essere stata scoperta da uno degli uomini che stanno architettando il piano criminale, Silvia scappa dagli uffici e si reca all’FBI dove denuncia il fatto. Inizia un’indagine per la quale vengono incaricati due agenti, Tobin Keller (Sean Penn) e Dot Woods (Catherine Keener).



Tobin Keller, rimasto da poco vedovo, inizia a instaurare con Silvia un complicato rapporto e, man mano che le indagini proseguono, scopre varie cose all’interno della vita personale della giovane interprete: Silvia, infatti, è cresciuta nella Repubblica Democratica di Matobo, in passato ha preso parte a un gruppo di resistenza matobana e i suoi familiari sono stati uccisi dall’esercito di Zuwanie. Avendo percepito una certa fragilità emotiva e un disperato bisogno di legami affettivi, l’agente Keller decide di proteggere Silvia e il loro rapporto inizia a consolidarsi e a diventare qualcosa di più. La vita della donna sembra sconvolta, da una parte i potenziali killer di Zuwanie le stanno alle calcagne, dall’altra l’FBI inizia a nutrire dei sospetti nei suoi confronti a causa del suo passato movimentato. Dopo aver ricevuto la notizia della morte del fratello Simon (Hugo Speer), unico membro della famiglia rimasto vivo finora, per mano degli uomini del presidente Zuwaine, Silvia perde il controllo. In occasione dell’arrivo del presidente matobano e del suo prossimo discorso, Silvia riesce ad intrufolarsi all’interno dell’edificio, dove l’uomo è tenuto sotto sorveglianza, e a ritrovarsi a quattr’occhi con Edmond Zuwanie. A questo punto si scopre che la donna è intenzionata ad uccidere il presidente, che viene minacciato da Silvia con una pistola, ma l’intervento dell’agente Tobin Keller, che ha iniziato a collegare gli avvenimenti tra loro, sventa il colpo. Keller, inoltre scopre che il presunto attentato contro Zuwaine è in realtà una messinscena creata proprio dal presidente e dai suoi uomini per attirare l’attenzione mediatica e acquisire maggiore credibilità. Per questo motivo Zuwanie verrà processato mentre Silvia viene espulsa dagli Stati Uniti e, una volta lasciata New York, la donna torna a vivere nella sua terra d’origine, l’Africa. 

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