La puntata di oggi di Che tempo che fa vedrà la presenza di Luigi Angeletti, segretario della Uil, il terzo sindacato del nostro Paese. Nato a Greccio, in provincia di Rieti, nel maggio del 1949, Luigi Angeletti ha iniziato la sua carriera sindacale nella Ottica Meccanica Italiana, una azienda metalmeccanica nella quale ha esercitato funzioni lavorative per molto tempo. Dopo essere stato scelto come delegato sindacale, ha poi iniziato la sua scalata ai vertici della Unione Italiana del Lavoro, l’organizzazione nata nel 1950 dalla scissione avvenuta in seno alla CGIL, con la fuoriuscita della parte non legata al Partito Comunista.



Negli anni tra il 1975 e il 1980 ha quindi ricoperto la carica di Segretario Provinciale alla Uilm e alla FLM romana, iscrivendosi peraltro al Partito Socialista Italiano. Il 1980 ha visto la sua elezione in qualità di Segretario Nazionale della Uilm, di cui è poi diventato Segretario Generale nel mese di febbraio del 1992. Nel luglio del 1994 ha firmato il rinnovo del contratto dei metalmeccanici, il primo del suo genere che non abbia comportato una sola ora di agitazioni o scioperi. Nella stessa veste è poi stato tra i promotori nel 1997 del varo del fondo di previdenza complementare riservato ai lavoratori metalmeccanici, noto come CO.ME.TA. Unesperienza che ha visto Angeletti in prima fila anche nel sostegno per la nascita dello stabilimento di Melfi della FIAT, tra i più avanzati del vecchio continente all’atto della nascita.



Il 1998 ha invece visto la sua elezione alla carica di Segretario Confederale della UIL, incarico che lo ha visto occuparsi di politiche contrattuali e industriali nei settori di industria e artigianato di cui si occupa l’organizzazione. Nel giugno del 2000 ha quindi assunto la carica di Segretario Generale della UIL, succedendo a Larizza. Luigi Angeletti ricopre anche la carica di consigliere del CNEL oltre a far parte dellEsecutivo della Confederazione Europea dei Sindacati. Nel libro Apologia di un antileader, pubblicato dalla casa editrice Pironti, ha raccontato i suoi primi sei anni al timone della UIL.



Insieme a Luigi Bonanni, nel corso degli ultimi anni si è proposto come una sorta di contraltare alla CGIL, con divisioni che sono spesso state oggetto di lunghe polemiche. Soprattutto durante i governi guidati da Silvio Berlusconi, la sua attitudine a cercare un compromesso ha scavato un solco con la maggiore rigidezza dellorganizzazione di sinistra del sindacalismo confederale, come è avvenuto ad esempio con la firma del Patto per l’Italia, cui hanno aderito UIL e CISL, ma non l’organizzazione guidata da Epifani.

Negli ultimi mesi Luigi Angeletti si è segnalato per la sua decisa avversione alla politica delle privatizzazioni annunciata dal governo guidato da Enrico Letta. In particolare, il segretario generale della Uil, ha rilasciato una lunga e articolata intervista ai microfoni di Radio1 Rai, nel corso della trasmissione LEconomia Prima di Tutto, affermando che su un tema di questo genere andrebbe evitata la propaganda e che bisognerebbe fare le giuste distinzioni tra aziende. Nel quadro di questa impostazione, ha ricordato che cedere una parte di Terna o di Eni lasciando però il controllo in mano statale non sarebbe un grande problema.

Mentre lo sarebbe una sciagurata cessione del ramo assicurazioni di Poste Italiane, la quale porterebbe a un netto indebolimento dell’azienda, con esiti disastrosi. Sempre secondo Angeletti, le aziende andrebbero lasciate in mano a chi è in grado di farle funzionare al meglio, cosa che non è mai successa con i processi di alienazione di aziende pubbliche fatti in precedenza.

Un accenno particolare è stato poi riservato alla Rai, che proprio nel corso di una puntata di Che tempo che fa era stata oggetto delle attenzioni di Fabrizio Saccomanni. Il Ministro dell’Economia e del Tesoro, infatti, nel corso della consueta chiacchierata con Fabio Fazio, aveva preannunciato il suo progetto di privatizzarne alcune quote, cui ha risposto in maniera decisa proprio Angeletti, intimando l’altolà. Secondo Angeletti, infatti, la Rai deve rimanere in mano pubblica, in quanto non esiste un problema di monopolio, stante la presenza delle reti Mediaset e di altre antenne commerciali. Neanche esigenze informative, giustificherebbero secondo il segretario della UIL il progetto di Saccomanni, ragione che lo spinge a non vedere alcun valido motivo per vendere quote Rai nell’ottica di una privatizzazione.

Va detto che Luigi Angeletti ha deciso di non ricandidarsi come segretario generale al prossimo congresso della UIL in programma il prossimo novembre.