Sebastião Salgado, fotografo brasiliano, sarà ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa per presentare il suo ultimo libro Dalla mia terra alla mia terra. Salgado è nato in Brasile, precisamente nel comune di Aimorés, nel febbraio del 1944. Ha conseguito i corsi di laurea in economia e statistica, ma poi ha scelto di intraprendere il lavoro di fotografo. Quando nel 1972 nel territorio del Sahel (la zona compresa tra l’Africa nera e il deserto del Sahara) si verifica una forte siccità con conseguente carestia e morte per fame, Sebastião Salgado realizza un servizio fotografico che racconta perfettamente la situazione della regione africana. Subito dopo elabora un reportage di grande effetto che riguarda la situazione dei lavoratori che sono stati costretti a emigrare nei paesi europei.
Nel 1974 fa parte della prestigiosa agenzia fotografica Sygma e gli viene affidato il compito di documentare gli scontri armati in atto nel Monzambico e nello stato africano dell’Angola. L’anno successivo lavora per l’agenzia Gamma e a breve diventa membro della Magnum Photos, una delle più autorevoli e famose agenzie fotografiche. La sua collaborazione con la nota cooperativa va avanti fino al 1994 quando, insieme alla moglie Lelia Wanick, decide di fondare Amazonas Images, un organismo indipendente indirizzato esclusivamente alla sua attività lavorativa. Sebastião Salgado si dedica principalmente a reportage a sfondo sociale con approfondimenti di temi complessi e di interesse sociale. Il suo lavoro lo porta a viaggiare per il mondo e si ferma molto tempo nell’America Latina dove raccoglie materiale utile a mostrare le condizioni di vita nelle campagne.
Da questa sua esperienza nasce il libro intitolato Other Americas. Qualche anno dopo, precisamente nel 1993, Salgado realizza un lavoro apprezzato in tutto il mondo, si tratta dell’opera intitolata La mano delluomo, un libro grandioso corredato da una magnifica mostra che ancora oggi viene proposta nei più grandi musei del mondo. Negli anni successivi si dedica alle migrazioni dei popoli e i suoi lavori vengono pubblicati su riviste di livello internazionale. Da questi reportage nascono due libri di grande arte fotografica, il primo si intitola In Cammino, il secondo invece è Ritratti di bambini in cammino, entrambi hanno dato vita a due splendide mostre promosse dalla casa editrice Contrasto.
Sebastião Salgado non dimentica le popolazioni indigene e nel 2013 sostiene la Survival International e la sua campagna a favore degli Awá, una tribù che vive nella zona nord-orientale del Brasile. Le fotografie di Salgado che mostrano le difficoltà delle comunità indigene vengono pubblicate sul noto quotidiano brasiliano O Globo. A Sebastião Salgado è riconosciuto da sempre un grande talento che mette principalmente a disposizione di temi di grande attualità e di grande interesse sociale. Durante la sua carriera infatti ha affrontato tematiche molto complesse come la povertà e le condizioni dei lavoratori. A questo proposito è opportuno ricordare la sua raccolta di fotografie che mostra gli orrori che sono stati costretti a subire per anni i minatori in Serra Pelada, situata nello stato brasiliano del Parà.
Di Sebastião Salgado si conosce la sua propensione per le apparecchiature fotografiche del marchio Leica, giustificata dalla ottima qualità dei dispositivi ottici. Non ama le fotografie a colori, da sempre infatti predilige le pellicole in bianco e nero. Nel 1989 Salgado riceve il premio dell’Hasselblad Award, un riconoscimento di grande prestigio assegnato esclusivamente ai grandi dell’arte fotografica. L’ultimo documentario di Sebastião Salgado è l’opera intitolata “Genesi”, un lavoro che ha richiesto impegno e sacrificio e che presenterà a Venezia nello splendido palazzo denominato la Casa dei Tre Oci. L’evento inizia il prossimo 1 febbraio 2014 e la mostra andrà avanti fino all’11 maggio 2014.