Nella puntata di oggi di Che tempo che fa, il talk show condotto da Fabio Fazio, si parlerà di lavoro, con la presenza in studio dei segretari generali dei tre maggiori sindacati italiani, Susanna Camusso (CGIL), Raffaele Bonanni (CISL) e Luigi Angeletti (UIL). Susanna Camusso è stata eletta segretario generale della CGIL nel novembre del 2010, succedendo a Guglielmo Epifani. Nata a Milano nel 1955, ha cominciato la sua carriera sindacale nel 1975. Dal 1977 al 1997 è stata dirigente della FIOM a Milano e successivamente ha ricoperto la carica di segretario della CGIL della Lombardia.



Con ogni probabilità Fabio Fazio chiederà un parere alla segretaria sulle scottanti vicende degli ultimi giorni, in particolare sulle vicissitudini che hanno riguardato Alitalia, Electrolux e Fiat. La compagnia aerea nazionale Alitalia ha annunciato l’apertura della procedura per la cassa integrazione, e ha presentato un piano industriale indicando 1.900 esuberi (280 piloti, 350 assistenti di volo, 480 assistenti di terra, 600 impiegati e 190 operai della manutenzione). Susanna Camusso ha criticato la scelta strategica della società e ha auspicato una proposta diversa. La situazione è tutt’altro che lineare, con le voci dell’interesse della compagnia di Abu Dhabi Etihad Airways, nello stipulare un’alleanza strategica.



La Fiat, dopo l’acquisizione della Chrysler, ha costituito la società Fiat Chrysler Automobiles, con sede legale in Olanda e sede fiscale in Gran Bretagna. Si tratta di un evento storico per il mondo dell’industria italiana. Susanna Camusso non ha criticato la scelta, legata all’internazionalizzazione dell’impresa, ma si è mostrata piuttosto preoccupata della sorte degli stabilimenti italiani, su cui la società torinese non avrebbe espresso chiaramente la propria posizione.

Susanna Camusso si è mostrata molto critica nei confronti del management della società multinazionale svedese operante nel settore degli elettrodomestici Electrolux. La Camusso ha definito irricevibile il piano industriale che prevede la riduzione degli stipendi e dei salari. Anche il ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato ha criticato il piano, incentrato soprattutto sulla riduzione del costo del lavoro. Non è chiaro il destino dei quattro stabilimenti Electrolux in Italia, soprattutto di quello di Porcia (provincia di Pordenone) che è stato giudicato dal management scarsamente competitivo.



 La Camusso ha criticato aspramente l’operato del management, accusando i dirigenti di voler finanziare l’attività aziendale con il salario dei lavoratori, anziché agire sul piano degli investimenti. La crisi di Electrolux ripropone il problema del mercato del lavoro italiano, scarsamente competitivo rispetto a quello di altri paesi, come la Polonia, a causa dell’elevato costo del lavoro (soprattutto di una elevata incidenza del cuneo fiscale).