CLICCA QUI PER LE ANTICIPAZIONI DE IL TREDICESIMO APOSTOLO 2 Anche in questa seconda serie de Il tredicesimo apostolo ha una funzione particolare ma di secondo piano. La sua cifra è l’ironia: con le sue battute spezza la tensione che si crea nella fiction (cosa che fa amare il personaggio a gran parte del pubblico). Nel finale tuttavia padre Alonso assumerà un ruolo sempre più importante: la scena conclusiva della serie è tutta sua. E, a differenza di padre Isaia, rimarrà fino alla fine al fianco del protagonista Gabriel. Si somigliano molto lui e il suo interprete, Yorgo Voyagis, l’attore greco che molti ricordano nei panni di Giuseppe nel Gesù di Zeffirelli. «È molto amato perché è l’unico personaggio normale – dice in questa intervista -. Mi piace la sua maniera di fare tutto senza prendersi troppo sul serio. Come me, insomma. Come quella volta…».



Parliamo del suo personaggio, padre Alonso. Sembra avere una funzione particolare, ma importante: è custode degli archivi della Congregazione e grande ricercatore; allo stesso tempo con la sua ironia e qualche battuta spezza un po’ la tensione che inevitabilmente si crea nella fiction, cosa che fa amare il personaggio a gran parte del pubblico…



Per la verità non ho ancora visto tutto il materiale perché al momento mi trovo a Londra. Ma direi che sì, è molto amato perché è l’unico personaggio tra virgolette “normale”, che vede le cose sotto l’aspetto pratico. Nelle ultime puntate diventa più importante come personaggio. Ma non posso dire di più.

Quanto c’è di suo nel personaggio? Quanto vi somigliate?

Stranamente ci somigliamo molto. Finora non ci avevo pensato, ma è proprio così.

In cosa vi somigliate?

È simpatico; mi piace la sua maniera di fare tutto senza prendersi troppo sul serio.

Nella vita di tutti i giorni lei è così?



Sì (ride).

Perché ride?

Mi è tornata in mente la volta che durante una pausa mi ero messo a passeggiare per il centro di Roma vestito con l’abito da scena, il sigaro in mano, assieme alla mia compagna, che è una ragazza molto bella. Tutta la gente ci guardava scandalizzata e diceva: ma chi è quel prete? Mi sono divertito tantissimo quella volta. Le signore che incontravamo guardavano per terra con imbarazzo. Una situazione involontariamente comica.

Com’è essere greco e interpretare un sacerdote con uno spiccato accento spagnolo che vive a Roma?

È complesso, sì. Ma in un certo senso io mi considero romano. La prima volta che sono arrivato a Roma avevo 21 anni.

Qualcuno la ricorda nei panni di Giuseppe in Gesù di Nazareth di Zeffirelli. Stiamo parlando di uno sceneggiato del ‘77…

Capirai, faccio persino fatica a ricordarmi dopo tutto questo tempo.

Pensando alla sua esperienza diretta, com’è cambiato in questi anni il modo di fare prodotti per la tv?

All’epoca del Gesù di Zeffirelli era tutto più reale, oggi c’è molta elettronica. Penso però che oggi quelle produzioni non si possano più fare perché sono troppo care. Non ho visto tutto il montato, ma Il tredicesimo apostolo mi sembra un prodotto non comune. Non si vedono in Italia sceneggiati di questo tipo.

 

Concorda quindi con chi giudica Il tredicesimo apostolo una fiction “unica” nel panorama televisivo italiano?

Sì, assolutamente. Quando giravamo vedevo che anche gli effetti speciali erano fatti molto bene. Niente da invidiare agli americani.

 

Entrando un po’ più nel dettaglio del suo personaggio: Alonso sta cercando di aiutare Gabriel a trovare Serventi: riuscirà nel suo obiettivo?

Ehm, non dovrei dirlo. Però alla conclusione, io partecipo alla votazione della Congregazione che lui vuole lasciare… Non posso dire di più, mi spiace.

 

Gabriel sta attraversando un momento difficile. Alonso lo sosterrà o farà come padre Isaia?

No no, lo sostiene fino alla fine, fino all’ultimo respiro.

 

Padre Alonso ci sarà anche nella terza serie?

Penso di sì, perché padre Alonso conclude la seconda serie. La scena finale la conclude proprio lui. Non so cos’hanno in mente. Spero di essere libero per poterlo fare.

 

Non si sa ancora?

È ancora in discussione. Penso che tutti aspettino di vedere come vanno gli ascolti. C’è la crisi e bisogna stare attenti.

 

Dove la vedremo dopo Il tredicesimo apostolo 2?

Dopo Il tredicesimo apostolo ho fatto due film, con due registi indipendenti americani, uno girato a Detroit, l’altro a Londra e Atene. Sono tutti e due abbastanza carini. Nel secondo c’è anche Giancarlo Giannini e alcuni attori inglesi. Nell’altro ci sono solo io e un bambino.

 

Come si intitolano?

Uno si intitola “Papou” e l’altro “Promakhos” che è una vecchia parola greca. È la storia del nostro Partenone che è stato rubato dagli inglesi e noi cerchiamo di riportarlo indietro.