Questa sera, lunedì 10 febbraio, Rai Movie trasmette in prima tv – il film è stato ri-doppiato – La morte cavalca a Rio Bravo” (titolo originale: The Deadly Companions), diretto nel 1961 dal grande regista Sam Peckinpah. Si tratta del primo lungometraggio diretto da Peckinpah, che per il resto è noto per essere stato uno dei più grandi registi del genere western, spesso omaggiato da Quentin Tarantino. Infatti ciò per cui si distingue lo stile di questo cineasta è un uso massiccio, ma mai del tutto gratuito, di una violenza esibita e carnale. Il western riletto da Peckinpah è elegiaco e poetico, crepuscolare, e si è distinto da quello di tanti altri registi per una cifra particolare e ben riconoscibile. In La morte cavalca a Rio Bravo, però, tutto questo non è ancora visibile: come si diceva, si tratta del primo lungometraggio da lui diretto. Fino a quel momento si era dedicato a una serie televisiva, The Westerner, e quando questa era stata interrotta, aveva deciso di dedicarsi al grande schermo.
La trama del film è tratta da un romanzo di A.S. Fleishman, e racconta di un ex tenente, Yellowleg, che in una sparatoria uccide erroneamente un bambino, il figlio di una cantante di saloon. Per farsi perdonare, si offre di accompagnarla in un lungo viaggio, offrendole la sua protezione, al fine di seppellire in un cimitero lontano il corpo del ragazzo. Nel frattempo intende però portare avanti anche la sua vendetta nei confronti di un disertore sudista che anni prima lo aveva quasi scotennato. Ma nel lungo viaggio attraverso i territori indiani, Yellowleg e la donna finiscono per innamorarsi. Gli interpreti della pellicola sono Brian Keith, che aveva partecipato anche al telefilm di Peckinpah, Maureen O’Hara e Chill Wills.
All’epoca in cui girò questo film Peckinpah era appena trentacinquenne, e ancora non è possibile quindi notare la sua regia nel modo in cui poi invece diventerà ben riconoscibile nella produzione successiva di film come Il Mucchio Selvaggio (1969), La Ballata di Cable Hogue (1970) o La croce di ferro (1977). Lui stesso rinnegò questa pellicola, non volendo nemmeno annoverarla tra i suoi lavori.