Nella puntata di lunedì 10 febbraio di Presadiretta Riccardo Iacona ha condotto un approfondimento sul problema dei rifiuti. Il titolo che è stato dato alla puntata è L’Italia dei fuochi, per sottolineare che la questione non riguarda soltanto il sud ma tutta la nostra penisola. Michele Liguori, vigile dell’ufficio ambiente del Comune di Acerra, fu un servitore delle istituzioni, come lo ha definito il Presidente della Repubblica, che si adoperò per combattere la situazione devastante della Terra dei Fuochi. Liguori è morto a 59 anni di tumore, malattia che gli è stata portata dal diretto contatto con sostanze cancerogene, perché egli passava per lavoro delle ore su terreni in cui erano stati lasciati rifiuti tossici. Poi fu tolto dall’ufficio e messo a fare la guardia al Museo di Pulcinella, messo da parte per via del suo eccesso di zelo. A Casal di Principe in provincia di Caserta i tecnici dell’Arpac sono occupati a prelevare campioni da far analizzare. Si scava fino a 10 metri di profondità e viene fuori terra mista a rifiuti chimici, tra cui solventi. Il problema all’agricoltura deriva dal fatto che le falde acquifere portano via il tutto e vanno a inquinare i campi sui quali si coltiva. Questo è quello che accade in molti terreni della Terra dei Fuochi, dove i pozzi risultano essere contaminati. Per risanare e bonificare il tutto occorrerebbero miliardi di euro e al momento la situazione dell’Italia non è tale da consentire di spendere tali cifre. Ferro, manganese, mercurio, nichel, cromo, sono solo alcune delle sostanze presenti nell’acqua in percentuali superiori alla norma. Sicuramente fondamentali sono le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Carmine Schiavone, il quale, resosi conto che almeno cinque milioni di persone erano in pericolo di vita, decise di svelare che i clan della mafia avevano depositato nel sottosuolo grandi quantità di rifiuti tossici nella zona compresa tra Caserta e Napoli, la cosiddetta Terra dei Fuochi, per l’appunto.Ma questa situazione non riguarda purtroppo soltanto la Campania. Anche in Liguria, infatti, pare che si sia soliti scaricare i rifiuti nel Golfo di La Spezia. Questo dicono perlomeno alcune intercettazioni che risalgono addirittura al 1996. Da qui il libro di Sondra Coggio “Il golfo dei veleni”, appena pubblicato. La Spezia pare che fosse un vero e proprio crocevia per i rifiuti che venivano dall’Europa del nord e passavano di qua per arrivare al sud. Schiavone stesso parlando di questi carichi ha affermato che l’eccedenza degli stessi finiva nel golfo. I fusti sarebbero ancora nascosti in mare. Questo è quanto sostiene l’autrice del libro, ma pare che esistano anche altre conferme. La gente che vive nelle zone colpite da queste problematiche si trova ad affrontare quotidianamente la convivenza con i rifiuti tossici e racconta di aver preso delle malattie molto rare, proprio dovute al contatto con i rifiuti, il piombo ad esempio.Per restare al nord, in Lombardia, solo in provincia di Brescia ci sono discariche per 15 milioni di metri cubi di rifiuti speciali. Il fatto assurdo è che a pochi metri dalle discariche ci sono anche delle scuole. Anche su molte discariche autorizzate la questura ha dovuto indagare perché vi venivano gettati rifiuti in modo illegale e si parla di migliaia di tonnellate di scorie pericolose. In alcuni casi si tratta di contaminazione anche da amianto. Poi ci sono le discariche abusive, più di una nella provincia di Brescia, come le cave in cui vengono portati rifiuti pericolosi. Altrettanto grave è inoltre la situazione quando gli stessi vengono utilizzati invece per farci le strade. Scorie, metalli pesanti, sono stati scoperti infatti nei cantieri dell’alta velocità, come il cromo esavalente, una sostanza molto pericolosa, che era entrata anche nell’acqua di alcuni pozzi di Brescia, diretta all’acquedotto. Poi per fortuna i pozzi sono stati chiusi. In provincia di Brescia la procura ha sequestrato persino il cantiere della tangenziale.E se al nord esiste il problema dello smaltimento dei rifiuti industriali pericolosi, al sud ci sono degli operai che raccontano di come alcuni palazzi siano stati realizzati mescolando al cemento dei rifiuti tossici. Gli stessi ricordano di aver visto cemento di tutti i colori, dal giallo al rosso, perché dentro non c’era acqua ma queste sostanze. Gli edifici venivano alzati di notte, in fretta e furia e nessuno si accorgeva di nulla.Stefano Caldoro, presidente della Regione Campania difende però la sua terra dicendo che la zona interessata da queste problematiche corrisponde a una percentuale irrisoria dell’intero territorio regionale e non si può quindi generalizzare. L’economia campana però sta subendo grossi danni perché non si riescono a vendere i prodotti dell’agricoltura. Gli abitanti della zona intanto portano avanti con fermezza la loro protesta e chiedono che si intervenga subito perché non è ammissibile che in certe zone si muoia di cancro con una frequenza incredibile, come se si trattasse di banale influenza. E ci sono dei casi davvero eclatanti anche fuori dalla Campania, come ad Africo in Calabria, dove le persone che si sono ammalate di tumore vivono quasi tutte lungo via Giacomo Matteotti. Come può trattarsi di una banale coincidenza? Per questo la gente chiede che il Governo, sia a livello locale che nazionale inizi ad intervenire in modo concreto. Perché poi non intervenire alle origini del problema, direttamente sugli impianti che vengono utilizzati per il trattamento dei rifiuti industriali? In Parlamento intanto è stato approvato il Decreto sulla Terra dei Fuochi e disposto l’intervento dell’esercito per sequestri e bonifiche di terreni.
Riccardo Iacona questa sera, con la puntata di Presadiretta, ci porterò alla scoperta di diverse zone d’Italia in cui avviene il traffico illecito di rifiuti. Non solo quindi la Campania e la terra dei fuochi, ma anche Liguria e Lombardia. Ricordiamo che la puntata si può seguire anche in streaming cliccando qui.
Questa sera, lunedì 10 febbraio, alle 21.05 su Rai Tre va in onda un nuovo appuntamento con Presadiretta, la trasmissione di Riccardo Iacona. La puntata sarà un lungo viaggio inchiesta per raccontare lItalia dei fuochi e il traffico illecito di rifiuti. Le telecamere di Presadiretta sono state in Campania, tra le province di Napoli e Caserta, in Calabria, in Liguria e in Lombardia per raccontare le denunce dimenticate e gli allarmi inascoltati. Carmine Schiavone, collaboratore di giustizia, già nel 1997 aveva raccontato come i clan camorristici avevano seppellito migliaia di tonnellate di rifiuti tossici tra Napoli e Caserta. E anche la testimonianza di Carmine Liguori, raccolta pochi giorni prima della sua morte a 59 anni, lunico vigile ambientale di Acerra, che ha pagato con la vita il suo impegno contro i traffici di rifiuti nella sua terra. A La Spezia si parlerà de il golfo dei veleni, crocevia del traffico dei rifiuti fra nord e sud del Paese. Mentre in Lombardia si passerà tra cave, discariche autorizzate e abusive, tra amianto e rifiuti industriali pericolosi, per filmare le nuove frontiere dei traffici illeciti di rifiuti.
Si parlerà anche delle inchieste della magistratura e le difficoltà delle bonifiche. Ampio spazio anche alle storie di chi deve convivere con un territorio dove lacqua, il suolo e persino laria sono inquinati e la salute è compromessa.