CLICCA QUI PER LE ANTICIPAZIONI DE I SEGRETI DI BORGO LARICI – La quarta puntata de I segreti di Borgo Larici, in onda questa sera su Canale 5, si annuncia carica di suspense e con tanti colpi di scena. I fan sono in apprensione per le sorti di Anita, che sembra aver perso i sensi mentre si trova in acqua e rischia quindi di annegare. La donna si è gettata nel lago per sfuggire a Fausto Ferraris, “l’uomo nero” descritto dalla piccola Elsa ed ex Maresciallo dei Carabinieri che pare collegato al delitto di Giulio Sormani. In qualche modo sarà però lui il protagonista di oggi, dato che uscirà clamorosamente di scena, aumentando i misteri che aleggiano intorno al borgo piemontese. Abbiamo quindi intervistato Nicola Pistoia, che nella fiction veste proprio i panni dello “sfregiato”.
Partiamo proprio dal suo personaggio, Fausto Ferraris. La piccola Elsa lo ha descritto come “l’uomo nero”. Dai racconti di Anita e del vecchio cieco di Borgo Larici appare come un perfido ex Maresciallo dei Carabinieri, un tipo che è meglio non avere contro…
Quando feci il provino, truccato e vestito, capii subito come sarebbe andata: vestito completamente di nero e con quella cicatrice che mi segnava il volto, sembravo quasi un orco, di quelli che camminano nella nebbia del bosco e ti appaiono all’improvviso. Già questo mi ha aiutato a fare quello che dovevo fare. Come si capirà meglio oggi, Ferraris è al soldo di qualcuno ed è un tipo senza scrupoli. Oltre a essere un orco è anche avido. Però in genere non seguo molto le vicende dei vari personaggi.
In che senso?
A me importa il ruolo che devo interpretare: sono una persona feroce, cattiva, disposta a tutto per denaro. Ed è proprio questo che mi aiuta: non voglio sapere storie o vicissitudini umane o sentimentali dei personaggi. Se vedessi dentro una piccola luce probabilmente non sarei quello che sono. Il personaggio che interpreto è un bastardo. E questo è quanto basta. Purtroppo nella vita ci sono persone così.
Com’è stato vestire i panni di questo personaggio così particolare? Cos’ha messo di suo in questa interpretazione?
Innanzitutto ho cambiato la voce, e devo dire che è venuta subito, naturalmente. Poi al primo ciak Alessandro Capone, il regista, mi ha detto: “Nicola, guarda che il personaggio ha anche una leggera zoppia”. Non potevo saperlo perché nella didascalia non c’era. “Ah!”, ho detto. E così ho aggiunto anche questo incedere claudicante. Di mio non ho messo niente; sono una persona talmente, come si dice a Roma, “fregnona” – … Forse perché non conosco personaggi così. Comunque mi sono divertito molto. Devo dire che sono fortunato: mi viene con grande naturalezza interpretare anche un personaggio così, uno che guarda dritto negli occhi e sono gli altri che abbassano lo sguardo quando lo incrociano.
Com’è stato il lavoro sul set, pensando anche ai tempi di realizzazione di un prodotto televisivo rispetto a quelli del teatro…
In televisione capita di aspettare ore per organizzare la scena e preparare le luci. In teatro aspetti ore più che altro perché devi provare e magari aspetti che i tuoi colleghi finiscano la scena. Poi passi le ore a provare una scena. Con il regista avevo già lavorato. Io e il mio socio Paolo Triestino vent’anni fa abbiamo fatto una commedia che ebbe un successo straordinario “Uomini sull’orlo di una crisi di nervi”. Poi con Alessandro ne facemmo un film per il cinema con Claudia Koll. Il teatro ha tutt’altri ritmi. Ferraris è un personaggio molto teatrale: è molto lento nel parlare, soppesa le parole. Quindi non sono stato preso dal vortice delle riprese televisive: la televisione ha un ritmo contrario a quelli che sono i tempi teatrali. In teatro hai modo di lavorare sulle sfumature: ne I segreti di Borgo Larici è stato possibile, mentre in genere nelle fiction è molto difficile.
Le anticipazioni della quarta puntata dicono che Ferraris morirà. Vuol dire che è un personaggio troppo scomodo per qualcuno?
Posso dire questo: Ferraris ha visto il suo assassino, che il pubblico invece non vedrà perché viene ucciso alle spalle. Mi ricordo la cosa più difficile di quella scena: ero disteso a terra, vicino alla macchina con cui ero arrivato. Quel giorno era umido, aveva appena smesso di piovere e dovevo rimanere fermo immobile con le mosche che mi ronzavano sul viso. È stata davvero durissima. Non posso dire altro. Ovviamente sono un personaggio scomodo, perché sto invadendo il territorio di un’altra persona. Anch’io sono rimasto sorpreso dell’assassino: non immaginavo fosse lui l’autore di tutti gli omicidi. È una persona che il pubblico non si aspetta, una persona che uno dice: no, non è possibile! Una persona irreprensibile, non può essere lui ad aver architettato tutto questo piano. Quando l’ho visto gli ho detto: ma sei tu che mi ammazzi? Anche perché con questa persona ci vedevamo spesso a cena dopo aver finito di girare. Mi fermo qui.
Ci può dire se Ferraris è veramente, come sembra, una “chiave” importante per il giallo più recente della morte di Giulio Sormani e per quello di più vecchia data di Margherita Stella Sormani?
No. La sua morte diventa una chiave. Eh sì, perché tutti immaginavano che fosse lui ad avere ucciso. Invece no.
Dove la vedremo dopo I segreti di Borgo Larici?
Su Sky sta andando in onda un film tratto da un nostro spettacolo teatrale che era “Ben Hur – Una storia di ordinaria periferia” che si intitola “Benur – Un gladiatore in affitto”: lo abbiamo girato due anni fa e adesso è uscito l’home video. Con quel film siamo stati ospiti al Festival di Roma; è piaciuto molto e ci sta dando grosse soddisfazioni. Per il resto, fino a maggio faccio solo e sempre teatro portando in giro per l’Italia il nostro ultimo spettacolo “Grisù, Giuseppe e Maria”. Per quanto riguarda la fiction per ora è tutto fermo, perché le produzioni partiranno in primavera.