Conclusa la prima serata del Festival di Sanremo 2014, il massimo dei voti (un bel 10+) va allesibizione di Cat Stevens, al secolo Steven Demetre Georgiou, classe 1948, che ieri ha offerto al pubblico dellAriston e da casa  una perla di bella musica, pura poesia, capace di aprire una finestra sul mondo. Un altro 10 va meritatamente a Raffaella Carrà, ieri a Sanremo per celebrare i 60 anni della Rai: pantaloni aderenti e solita frangetta, si è presentata con il corpo di ballo sulle note del suo ultimo singolo Ciao Ciao, scritto da Gianna Nannini, e ha lasciato il palco solo dopo aver fatto un appello per il ritorno in patria dei Marò italiani. Parlando dei flop, voto 1 al siparietto tra Fabio Fazio e Letitia Casta, con quest’ultima che sembra abbia fatto fuori unaltra super bella, Ines Sastre, con la quale non ha voluto dividere la scena. Appena sotto la sufficienza è invece la performance di Frankie Hi Nrg, ieri decisamente sottotono.



Inizio al fulmicotone del Festival di Sanremo 2014 con il comizio dagli accenti a dir poco accesi contro tutto il mondo e, in particolare, contro la Rai davanti allAriston di Beppe Grillo che, dopo linvettiva, entra nellAriston. Sembra che abbia comprato ben 10 dei costosissimi biglietti di platea –

Prologo alla serata, una delle novità delledizione 2014 del Festival, lincursione informale alla ricerca della dissacrazione del rito di Pif, ovvero Pierfrancesco Diliberto, che svela anche un certo dietro le quinte alla ricerca di personaggi non noti ma funzionali allinfernale macchina festivaliera.  Per ora ci asteniamo da un giudizio sulloperato di Pif che, per ora, non ci ha regalato niente di particolarmente nuovo come dire che Pif ha fatto Pif, francamente, in un modo un po meno divertente di quanto abbiamo visto su Mtv. –  



E dopo il trambusto determinato da Grillo la serata si apre in un clamoroso silenzio: il sipario non si alza, la musica quindi non parte ed entra in scena Fabio Fazio che con una certa disinvoltura, e indubbio mestiere, cerca di rimediare Ma non è  finita! E torniamo indietro di un po di anni Con Baudo fu un singolo oggi sono due i disoccupati che minacciano il suicidio nellAriston La maledizione di Beppe Grillo? Fazio e il suo Festival celebrano il compleanno di Fabrizio De Andrè, che cade proprio oggi, con lomaggio di Ligabue accompagnato da Mauro Pagani. Ligabue torna allAriston, così come annunciato, nella serata finale di sabato prossimo. –



Finalmente arriva la Littizzetto tutta di piume rosa vestita alla maniera del Moulin Rouge e il buonasera al sindaco di traduce in un anche questanno non è indagato?….

Come presenter dei Campioni: Tito Stagno -memorabile la sua telecronaca dello sbarco delluomo sulla luna- che fa il suo personale omaggio a Mamma Rai. E poi le assolutamente inutili tuffatrici Tania Cagnotto e Francesca Dallapé.

La bellissima della prima serata festivaliera è la bellissima, ma veramente bellissima, con un bruttissimo vestito simil lampadario, Laetitia Casta. Già a Sanremo nel 1999, sempre con Fazio, la dolce Laetitia sembra che abbia fatto fuori unaltra super bella, Ines Sastre, con la quale non ha voluto dividere la scena. Ovviamente è venuta a promuovere il suo ultimo film, ça va sans dire Il siparietto con Fazio non commentabile.

Le pagelle di Arisa: Lentamente (Il primo che passa) / Controvento VOTO 5 – Sempre più magra e con look ancora rinnovato, minimal chic, qualche e granatura della voce e intonazione non perfetta che sorprende. Arisa si è fatta sempre apprezzare proprio per lintonazione adamantina. Ma, si sa, aprire il Festival stronca anche il più navigato. Via le scarpe che evidentemente sono una tortura e ancora un addio sofferente descritto dai testi di Cristina Donà per Arisa al quarto Sanremo che la vede anche come autrice a tutto tondo. Prosegue la gara Controvento il brano meno brutto tra i due.

Le pagelle di Frankie Hi-Nrg mc: Pedala / Un uomo è vivo VOTO 5 Il grande Frankie ci ha deluso un po: moscio e senza la grinta che ricordavamo di lui. E voce del tutto relativa anche se i testi sono efficaci e ben costruiti come sempre. Se avessimo dovuto scegliere avremmo sicuramente votatto Pedala. Rapper di lungo corso e certamente importante apripista del genere in Italia, classe 69, è artista poliedrico: autore, compositore, fotografo e videomaker. La sua Fight da faida (1992) è stata votata come migliore canzone rap nella Storia della musica italia dal mensile Rolling Stone. E le giurie scelgono PROPRIO Pedala, ovvio.

Le pagelle di Antonella Ruggiero: Quando balliamo /Da lontano VOTO 9 In nero, da tempo il suo unico colore, elegante e sorriso accattivante come sempre. Vocalità integra nonostante i 60 suonati, è al suo 11mo Festival lindimenticabile voce delle Vacanze romane dei Matia Bazar. Brani ovviamente cuciti sulle sue qualità canore tra gli alti e i bassi dal sapore vagamente retrò e sound acustico il primo non di facile presa ma molto raffinato. Accattivantissimo, e pensiamo non mancherà di fare presa nel pubblico, dove la Ruggiero dispiega e usa la voce come sa fare con il suo stile inconfondibile, con bellarrangiamento più elettronico Da lontano. La cantante ha al suo attivo una lunghissima carriera ormai che si è caratterizzata per continua e raffinata ricerca di sempre nuove sonorità e tematiche anche sociali con sconfinamenti nei territori della musica classica e contemporanea. Prosegue la gara Da lontano.

Le pagelle di Raphael Gualazzi & The Bloody Beetroots: Tanto ci sei / Liberi no VOTO 6 Gualazzi tenta un crossover tra generi musicali, anche distanti, alla ricerca di sound originale. Ma cosa è cambiato, cosa cè di nuovo? Nulla, a parte un che di campionato in sottofondo e il Mascherato che suona il basso Siamo al solito Gualazzi con un po di rock: tutto costruito bene, ma stessa pappa. Uffa! The Bloody Beetroots è Sir Cornelius Rifo, produttore, musicista, dj italiano per scelta senza un vero volto che con Rombomania, 2 milioni di copie vendute, si è imposto nel mondo underground internazionale. Il suo modo di far musica affonda le radici nel punk il resto lo fa lelettronica. Ma per Gualazzi poco spirito Riascolteremo Liberi o no.

Paolo Jannacci, figlio darte, suo padre ovviamente lindimenticabile Enzo, accompagna inutilmente nascosto dietro il pianoforte, seppure in scena, il duetto di Fazio che si produce con inusitato ardore (fosse vera la sua passione per la Marianna?) e la Casta che interpretano una canzone di Jannacci padre. Prosegue la sfilata di presenter con il pallanuotista Amaurys Perez, -manzo di 100 chili che non sta nel frigo di casa come dice la Littizzetto e alle battute della quale il figuro non sa resistere- e Luigi Naldini, direttore dellIstituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica, che fa la sua perorazione a favore della ricerca.

Una partecipazione a sera celebra i 60 anni della Rai: la prima ad omaggiare la Tv sarà Raffaella Carrà. La Rai celebra se stessa, 60 anni di attività tv 90 di radio, ogni sera del Festival con un personaggio che appartiene alla sua storia. Si inizia con la Raffaella nazionale, lunica Carrà possibile che irrompe con il suo inimitabile kitsch dantan completo di ballerini transgender e la mise dordinanza, da quando gli anni sono diventati pesantini: pantaloni superaderenti, maglioncino a collo alto, bomber con borchie e nappe e mezzi guanti tutto rigorosamente neri. Ovviamente la solita frangetta e taglio carrè lungo nel suo biondo unico. E va pure a Hollywood (attraverso la Grande bellezza di Sorrentino). E via con lappello in favore dei marò detenuti in India. Va ricordato che il suo Sanremo (2001) fu un flop colossale. Fantastica!

Voliamo finaImente alto con larrivo del mitico Cat Stevens, al secolo Steven Demetre Georgiou, classe 1948, oggi Yusuf Islam, nome adottato da quando si è convertito allIslam nel 77. Celebre il suo sguardo magnetico negato alla platea sanremese dagli occhiali scuri che inforca-, dotato di un carisma non comune e una voce inconfondibile, il cantautore britannico conquista la scena musicale internazionale nei primissimi anni 70 con la sua musica fatta di sonorità delicate, chitarre acustiche e testi che si tingono di misticismo. Alla fine degli anni 70 si ritira dalle scene e si dedicata esclusivamente agli studi coranici diventando personalità di spicco della comunità musulmana di Londra dove fonda anche la scuola Islamia Primary School. Da qualche anno è tornato a fare musica collaborando con un vecchio amico, Peter Gabriel. Nel 2011 fa fatto un tour europeo per promuovere il suo ultimo album Roadsinger. Nel 2012 è andato in scena un suo musical, Moomshadow, del quale è attesa la tournèe europea. Ringraziamo il Festival per questa perla di bella musica, pura poesia, conforto per lanima, che ci ha aperto una finestra sul mondo. Una riflessione maliziosa: quanti della prima fila della platea dellAriston, che pur hanno applaudito convintamente, hanno comprato e/o ascoltato un suo disco?

Le pagelle di Cristiano De André: Invisibili / Il cielo è vuoto VOTO 6 Se non fosse il figlio dellimmenso Fabrizio, forse, non sapremmo nulla di lui. E, infatti, la sua carriera musicale ruota volente e nolente intorno alla figura di suo padre. Almeno fino ad oggi. E limpianto delle due canzoni e i contenuti in particolare di Invisibili ricalcano poetica e stile di De André senior. Per sua fortuna ha la voce molto simile a quella del papà il che aiuta ad ascoltarlo. Ma un De Andrè minore ci serve? Il cielo è vuoto passa alla finale.

Le pagelle di Perturbazione: Lunica / LItalia vista dal bar VOTO 5 Storia di tradimenti e vizietti italici messi alla berlina da questo gruppo con una lunga carriera alle spalle senza, in primo piano sulla cosiddetta scena alternativa riuscire a conquistare il grande pubblico. Questa è la volta buona? Ma francamente, non ci hanno perturbato più di tanto. Nei due brani nessun guizzo veramente alternativo. Passa Lunica.

Le pagelle di Giusy Ferreri: Lamore possiede il bene / Ti porto a cena con me VOTO 6 Orribile taglio di capelli che non le dona e scarpe assurde da rottura del femore che, purtroppo per lei, non cambiano lo status di piccoletta, ma chissene Sempre bella la sua voce, così particolare e riconoscibile, ma le due canzoni non decollano soprattutto Ti porto a cena con me. La Ferreri sembra canti con il freno tirato. Riascolteremo. Due anni di assenza (riposo forzato per unoperazione alle corde vocali) dalle scene torna con il nuovo disco in uscita a marzo di cui i pezzi sanremesi sono parte integrante. I brani del Festival sono entrambi di Roberto Casalino che aveva già firmato Non ti scordar mai di me brano, del 2008, con il quale è decollata la carriera di uno dei figli di XFactor. Tra le due canzoni è preferita dalle giurie Ti porto a cena con me.