Nella Giuria di Qualità di Sanremo 2014 ci sarà anche Aldo Nove, pseudonimo di Antonio Centanin, nato a Viggiù, nel luglio del 1967, uno dei più famosi scrittori e poeti della scena letteraria del nostro Paese. La spiegazione del suo nome deriva da una frase contenuta in un dispaccio del Comitato di Liberazione dellAlta Italia diramato il 26 aprile del 1945 con il quale iniziava linsurrezione partigiana a Torino contro il nazifascismo. Laureato in Filosofia morale, ha esordito con Tornando nel tuo sangue, edito nel 1989. La pubblicazione del racconto Il mondo dellamore, allinterno dellantologia Gioventù cannibale edita da Einaudi nel 1996, ha collocato il suo nome nella cosiddetta categoria degli scrittori pulp, la stessa tra gli altri di Niccolò Ammaniti. Nello stesso anno ha dato luogo a unaltra prova di grande rilievo con Woobinda e altre storie senza lieto fine, ripubblicato due ani dopo. Una categoria, quella dei cosiddetti cannibali, dalla quale si è poi allontanato negli anni successivi, in particolare dal 2000, quando ha svoltato verso un linguaggio più intimista con Amore mio infinito.
Altra svolta di rilievo nella sua scrittura si è verificata nel 2005, quando ha dato vita in coppia con Alessandro Gilioli a un testo teatrale, Servizi e servitori: la vita al tempo del lavoro a tempo, virando verso tematiche a sfondo sociale e in grado di dare una idea dei grandi cambiamenti del nostro Paese. Una svolta che lo ha visto impegnarsi nel tentativo di raccontare una Italia in cui il precariato è ormai diventato una consuetudine e il tempo determinato la forma contrattuale prevalente, con forme spesso drammatiche di sfruttamento. Una svolta confermata da un docudrama del 2006, dal titolo Mi chiamo Roberta, ho 40 anni e guadagno 25 euro al mese. Lopera ha fatto di Aldo Nove il vero e proprio portavoce di una generazione che ha ormai riposto i sogni nel cassetto, per coltivare larte della sopravvivenza. Il libro ha vinto il Premio Stephen Dedalus e ha saputo calamitare grandi consensi per la chirurgica precisione con cui lo scrittore ha saputo descrivere un mondo del lavoro in cui è diventato impossibile pensare di guardare con fiducia a un domani migliore. Nel 2010 ha invece pubblicato La vita oscena, un testo autobiografico nel quale è andato a ripercorrere le tappe decisive della sua vita.
La sua scrittura si nutre di forti agganci non solo con il sociale, ma anche con la musica, come dimostrano Lo scandalo della bellezza, un vero e proprio tributo a Fabrizio De Andrè, la collaborazione con il cantante Bugo, sfociata nel brano Balliamo un altro mese, e la pubblicazione di Giancarlo Bigazzi, il geniaccio della canzone italiana. Da ricordare anche lopera dedicata a Mia Martini, Mi chiamo, uscita nel 2013, in cui lo scrittore è andato a ripercorrere la vita della famosa cantante morta nel maggio del 1995.
Aldo Nove è considerato da alcuni critici letterari del nostro Paese, e in particolare da Edoardo Sanguineti, il migliore rappresentante, insieme a Tiziano Scarpa, delle avanguardie letterarie italiane del periodo a cavallo del nuovo millennio. In una intervista rilasciata a La Repubblica, Aldo Nove ha voluto ricordare alcune delle sue vicende personali che lo hanno portato a un certo punto verso scelte distruttive, come quella legata alla droga, dalla quale è poi riuscito a venire fuori.
Proprio in considerazione delle sue scorribande nel campo musicale, sembra quindi estremamente pertinente la scelta di Aldo Nove nella giuria di qualità per il Festival della canzone italiana, cui potrebbe apportare una competenza ampiamente dimostrata nel corso della sua carriera di scrittore.