CLICCA QUI PER LE ANTICIPAZIONI SU IL TREDICESIMO APOSTOLO 2La fiction Il tredicesimo apostolo 2 è giunta all’epilogo. Il gran finale che sta tenendo i telespettatori con il fiato sospeso andrà in onda oggi con l’ultima puntata in prima serata su Canale 5 e si annuncia carico di tensione. «Il finale è davvero rocambolesco», spiega in questa intervista Davide Paganini, l’attore che nella fiction veste i panni di Jacopo, il braccio armato di Serventi, dotato del potere di manipolare le menti. Paganini, che è pronipote del grande violinista, ci racconta anche dei preparativi della scena finale: «Lo scontro con Gabriel è ambientato nella meravigliosa abbazia benedettina di Farfa. Abbiamo girato tre giorni per fare la scena finale, che è bella tosta. Una scena madre. Si scateneranno tutte le dinamiche e si scoprirà chi è alla fine Gabriel e cosa voleva ottenere Serventi. Ci sarà anche un colpo di scena: tutti pensano a una situazione precisa in realtà…».
Partiamo dal suo personaggio, Jacopo. Sembra un “cattivo” della peggior specie, voglioso di passare rapidamente all’azione…
Volevano questo bello e dannato e io mi sono divertito a farlo. Anche se fino adesso non lo si è visto fare granché, perché Jacopo si limita a manipolare le menti altrui.
Sembra quasi che Serventi debba fermarlo.
Serventi si serve di lui per arrivare alla quadratura del cerchio che si vedrà nell’ultima puntata, quando si scopriranno cose di cui non possiamo parlare adesso. Posso dire che ci saranno delle piacevoli sorprese.
Come si è preparato per questo ruolo? A cosa si è ispirato?
Arrivavo dalla Francia dove avevo girato il mio primo film da protagonista, un film italiano, opera prima di Lorenzo Corvino, nel quale ho recitato con Rutger Hauer. Avevamo finito di girare il 16 febbraio (2013 ndr) e due giorni dopo ero sul set de Il tredicesimo apostolo 2. La preparazione quindi è avvenuta così, direttamente sul set, in modo quasi istantaneo. E quando sono arrivato era già chiaro che il personaggio doveva essere così, poco fisico dal punto di vista dell’azione ma molto intenso. Avendo avuto poco tempo per calarmi nel personaggio mi sono ispirato al grande Rutger Hauer che avevo appena conosciuto. Ho imparato a usare la sua energia e la sua profondità.
Lei è una delle new entry in questa stagione. Come si è trovato sul set?
Ci siamo divertiti tantissimo. Sono arrivato e dopo poche ore ho girato subito le scene finali, quelle che vedrete tra poco. Praticamente sono stato buttato nella mischia mentre gli altri si conoscevano già da alcuni mesi. Con il regista Alexis Sweet la conditio sine qua non era lavorare divertirsi e trovare la chiave giusta ogni volta. Alexis è un grandissimo regista: fa rifare una scena finché non è soddisfatto. E questo ti porta a fare sempre la cosa migliore. “Non buona la prima, annamo all’altra”. Uno che cerca sempre la recitazione giusta: “Dai, falla meglio … ”. Che uno pensa: se non la faccio bene, tocca farne 22!
Questa fiction è davvero “unica” nel panorama televisivo italiano come si dice?
È proprio così. Il problema è che il pubblico italiano non è pronto per una cosa del genere. Sebbene vedano fiction straniere, americane inglesi, che fanno le stesse cose, quando siamo noi italiani a farle, dicono: fa paura. Molti dicono di non guardarla perché mette ansia. Anche il mio benzinaio, che è stato in galera – adesso ha recuperato e sta bene – non riesce a vederla perché dice che gli mette paura.
L’ultima puntata si preannuncia come uno scontro finale e le anticipazioni dicono che Jacopo entrerà in azione in modo molto violento…
Sì, è tutto vero. Entrerà in scena in maniera violenta per cercare di tirar fuori quella che è la rivelazione di questa fiction. Che si capirà nell’ultimo quarto d’ora. Lì si scateneranno tutte le dinamiche e si scoprirà chi è alla fine Gabriel e perché e cosa voleva ottenere Serventi. E ci sarà un bel colpo di scena: tutti pensano a una situazione precisa in realtà… La scena finale è anche molto divertente.
In che senso?
Lo scontro finale con Gabriel è ambientato nella meravigliosa abbazia benedettina di Farfa, nel frusinate. Abbiamo girato tre giorni per fare la scena finale, che è bella tosta. È da vedere perché è veramente bella.
In più di un’occasione Rebecca ha messo in dubbio il piano di suo padre. La ragazza sarà un “problema” per Jacopo e Serventi?
Diventa un problema sì. Si scoprirà un fatto particolare. La fine del personaggio di Rebecca creerà una grande tensione e lascerà tutti col fiato sospeso. È un finale davvero rocambolesco.
Jacopo ci sarà anche nella terza serie?
(Ride, ndr) Essendo un fantasy potrebbe anche essere.
Dove la vedremo dopo Il tredicesimo apostolo 2?
Subito dopo l’estate uscirà il film di Corvino dove recito con Rutger Hauer (il titolo è Wax, ndr). Altre cose, sia per quanto riguarda il teatro che la televisione, sono ancora in fase di costruzione.
Essere discendente del grande violinista Niccolò l’ha aiutata ad avvicinarsi al mondo dell’arte?
La cosa che mi piace sempre raccontare è che, come il prete sente la chiamata del Signore, io a 15 anni ho sentito la chiamata dell’arte.
Una rivelazione?
È andata così. A scuola facevo sempre casino, mi sostituivo ai miei prof ed era una cosa molto divertente. Finché l’insegnante di italiano mi ha detto: perché non la smetti di rompere e non ti metti a fare teatro? Ho iniziato così e ormai sono più di vent’anni che mi diverto in quella maniera.