Questa sera, lunedì 24 febbraio, in prima tv su Rai 4 va in onda “Ip Man: The Final Fight”, l’ultimo film della saga che vede protagonista Ye Wen, ovvero l’IP Man (Anthony Wong), la cui figura si ispira alla vera storia del Wing Chun, lo stile delle arti marziali insegnato da Ip oppure Yip Man. Il film, diretto da Herman Yau, è uscito nel 2013 e ha ricevuto diverse recensioni positive, in quanto è stato valutato come il film che chiude splendidamente una lunga saga che comprende ben altri quattro lungometraggi più una serie televisiva che prende spunto proprio dalla saga cinematografica. Quest’ultimo film riesce a mischiare tradizione con azione, arti marziali e valori importanti della vita. Altri al contrario, ritengono che il continuo cambio del protagonista principale, ovvero di colui che veste il ruolo di IP Man, non riesca a creare empatia con il personaggio. Per quanto riguarda i premi, il film finale della saga non è riuscito a ottenere riconoscimenti, ma soltanto commenti positivi che fanno dellopera in questione un capolavoro mancato: questo potrebbe lasciare una sensazione di amaro in bocca ma gli appassionati non si sono fatti condizionare e seguiranno con grande attenzione il film.



La trama si basa principalmente sulla parte finale della vita dell’IP Man, il quale affetto da un grosso problema allo stomaco, incontrando tantissimi nuovi studenti, ripercorre tutte le vicende che lo hanno visto protagonista assoluto durante la sua gioventù: sarà infatti possibile notare come si farà riferimento non solo alle altre pellicole appartenenti alla saga, ma anche a un giovane Ye Wen che trascorre il suo tempo tra un allenamento e l’altro, divenendo l’unico e il solo IP Man a Hong Kong. Sarà proprio questa città lo scenario prescelto per la pellicola, ambientata nel 1949, pochi anni dopo la Seconda Guerra Mondiale: il maestro IP Man viaggerà alla ricerca di una cura per il suo malessere, ovvero una forma cronica di gastrite, ma anche alla ricerca di nuovi metodi per vivere la propria vita in pace, attendendo che il suo triste destino si compia. Durante uno dei suoi lunghi viaggi, il maestro incontrerà un gruppo di giovani che vorrebbero imparare il suo stile, e dopo essersi rifiutato per diverse volte, il maestro accetterà di allenare i suoi nuovissimi studenti, insegnando loro il Wing Chun sul tetto di un hotel. 



Tra i vari allievi spiccano per maggior importanza e bravura la giovane Chan (Gillian Chung), Tang (Jordan Chan) e Ng Chung (Eric Tsang): i tre si allenano in maniera costante e con impegno, cosa che permette al maestro d’arti marziali di poter vivere la sua vita senza preoccuparsi della morte e dei suoi problemi allo stomaco. La vita del maestro scorre in maniera tranquilla e serena, ma purtroppo un fatto molto triste rovinerà in parte la vita del maestro: sua moglie Cheung (Anita Yuen) decide di raggiungerlo a Hong Kong, ma nello stesso frangente, il maestro IP decide di tornare nella sua terra natale, per trascorrere l’ultimo periodo della sua vita al fianco della moglie. Purtroppo, la coppia non si riunirà mai più: la moglie del maestro morirà dopo pochissimo tempo, e lui si ritroverà solo, senza nessuno pronto a consolarlo, e soprattutto con uno stile di vita completamente differente rispetto a quello della sua permanenza a Hong Kong. Il maestro dunque ripercorrerà, ancora una volta, la sua giovinezza nella sua mente, ricordando alcuni suoi studenti e affrontando i problemi della sua attuale vita: in particolar modo, il maestro Wen si ricorderà in maniera molto positiva del suo miglior allievo, ovvero di Bruce Lee, il quale diverrà, col passare degli anni, e grazie ai suoi preziosi allenamenti, uno dei migliori praticanti di arti marziali mai visti sulla terra.

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