Si preannuncia interessante lintervento di Pippo Civati questa sera a Le invasioni barbariche. Il deputato democratico ed ex candidato alla segreteria del Pd, infatti, ormai da tempo si batte allinterno del suo partito per una correzione di rotta in grado di restituirgli un profilo più popolare e attento alle esigenze dei ceti di riferimento che storicamente si muovono intorno alla componente di sinistra. Una richiesta che lo ha portato spesso in rotta di collisione coi vertici del partito e in particolare con lala che sembra puntare sulla governabilità a ogni costo, sino a decidere di aderire allipotesi delle larghe intese. Giuseppe Civati, detto Pippo, è nato a Monza nellagosto del 1975 e ha studiato al liceo classico Zucchi, ove si è poi diplomato. Dopo essersi laureato nel 1998 in Filosofia, nel 2004 ha ottenuto il dottorato di ricerca alla Statale di Milano.
Già da tempo, aveva però iniziato a occuparsi di politica, in particolare nei comitati sorti per sostenere la candidatura di Romano Prodi alla Presidenza del Consiglio. Nel 1997 è stato eletto al consiglio comunale della sua città natale, nelle file dei Democratici di Sinistra, di cui è poi diventato segretario cittadino lanno dopo. La sua carriera allinterno del partito è poi proseguita sino alla confluenza dello stesso allinterno del Partito democratico, il nuovo soggetto politico che ha messo insieme varie esperienze del centrosinistra nel 2007.
Con il passare degli anni, Civati è emerso tra i giovani che si sono segnalati per una critica sempre più serrata al modo di reclutamento della classe dirigente del partito, troppo esposta ai voleri di apparati che tendono a mettere in secondo piano le forze fresche e a privilegiare chi già vanta una lunga militanza politica. Un impegno che lo ha visto al fianco di Matteo Renzi almeno sino al 2010, quando i due organizzarono un convegno alla Leopolda che fu definito il raduno dei rottamatori, cioè di tutti quei trentenni che avrebbero voluto il pensionamento di una classe politica ormai da troppo tempo sulla scena.
Negli anni successivi, il destino di Renzi e Civati ha teso a divaricarsi sempre di più, sino alla vera e propria divisione andata in scena negli ultimi mesi. Con la decisione del sindaco di Firenze, diventato intanto segretario del partito, di togliere il sostegno del partito a Enrico Letta per capeggiare lui stesso il nuovo governo, il dissidio tra i due ex alleati può dirsi perciò giunto a maturazione. Civati, infatti, nelle interviste rilasciate in margine agli avvenimenti che hanno portato Renzi alla presidenza del Consiglio dei Ministri non ha esitato a dichiarare la sua palese insoddisfazione per i modi in cui è maturato lavvicendamento con Letta. Sino ad affermare che avrebbe senzaltro votato no alla fiducia in Parlamento se soltanto avesse avuto la sicurezza di non esporsi a rappresaglie interne.
Una divaricazione sempre più netta, che è del resto solo lultimo atto di una serie di dichiarazioni con le quali il politico lombardo ha fatto chiaramente capire di non essere praticamente daccordo su nessuna delle decisioni assunte dal partito negli ultimi mesi. Tanti i momenti di attrito con i vertici, tra i quali vanno ricordati quelli in occasione della rielezione di Giorgio Napolitano alla presidenza, con laffossamento della candidatura di Romano Prodi, e latteggiamento tenuto allatto della sfiducia presentata dal Movimento 5 Stelle verso il ministro Cancellieri.
Le sue mosse hanno naturalmente accentuato la curiosità di tutti coloro che ritengono del tutto inadeguata la politica del Partito democratico e che hanno spesso chiesto a Civati di decidersi a rompere in maniera decisa con lo stesso. Una richiesta che è stata però disattesa da una tendenza a non rompere i ponti con il partito che è stata sinora attuata da Civati per portare avanti la sua battaglia dall’interno, simboleggiata al meglio dal no frapposto al documento presentato da Matteo Renzi all’ultimo Consiglio Nazionale del Partito Democratico, quello che ha praticamente posto fine all’esperienza delle larghe intese guidata da Enrico Letta.
Naturalmente continua ad aleggiare grande curiosità intorno alle sue intenzioni, proprio in considerazione del dissidio che sembra ormai insanabile con Renzi e le politiche moderate sposate dal partito in nome del bilancio. Una curiosità che potrebbe essere parzialmente soddisfatta proprio dall’intervista che Civati rilascerà a Daria Bignardi nel suo talk show, la quale sarà prevedibilmente incentrata sulla stretta attualità politica e sui suoi intenti per il futuro.