CLICCA QUI PER LE ANTICIPAZIONI DE IL TREDICESIMO APOSTOLO 2Un incubo ricorrente e la paura che il lato oscuro prenda il sopravvento. La nuova serie de Il tredicesimo apostolo si carica di suspense. Dopo la scena fiabesca del bacio che riporta in vita Gabriel, nella fiction di Canale 5 a dominare sono gli effetti speciali: case stregate, oggetti che si spostano con la sola forza del pensiero, scene girate con il motion capture e così via. Nella terza puntata, che verrà trasmessa questa sera, padre Gabriel si troverà faccia a faccia con il suo lato oscuro: «Ci sarà anche uno scontro fisico. Mi troverò a lottare fisicamente contro me stesso». Chi parla è Claudio Gioè, attore protagonista, che in questa intervista ci racconta i segreti della produzione e i suoi progetti per il futuro.
Cominciamo dal personaggio di Gabriel. Lo vediamo un po’ in difficoltà in questo inizio di serie: sembra aver perso il potere che aveva scoperto di avere nella prima serie e ha un incubo ricorrente. Sembra essere meno sicuro e ha confessato a Claudia di aver paura di se stesso…
Il lato oscuro di Gabriel, che reclama la sua presenza attraverso questo incubo, è proprio il tema di questa seconda serie. Poi, nel corso delle puntate, capiremo che è qualcosa di più di un semplice incubo. Fino a quando questo qualcosa si troverà di fronte a lui. O, meglio, dentro di lui. Il dubbio che logora Gabriel è che questa facoltà, questo lato oscuro potrebbe prendere il sopravvento. Gabriel si chiede chi è veramente e se questa forza che è dentro di lui è più forte di qualsiasi sua volontà, rispetto alla Chiesa, alla sua direzione verso il bene. Ha paura insomma che il male sia più forte.
Nelle prime due puntate abbiamo visto molti effetti speciali e una scena quasi “fiabesca” quando Gabriel torna in vita. Quanto sta “osando” Il tredicesimo apostolo 2 se pensiamo al panorama della fiction italiana? È una scelta azzardata?
Secondo me, è pura avanguardia per la fiction italiana. Direi anche per la cinematografia italiana in generale. Qui per la prima volta gli effetti speciali vengono impiegati in maniera creativa, diventano cioè protagonisti della scena, della sequenza, dell’inquadratura. Assumono un valore estetico in sé, non sono più un riempitivo, non servono per correggere fotogrammi o per effettuare sequenze che per esigenze di budget non si possono eseguire dal vivo, chessò per un’esplosione o cose del genere. Gli effetti qui prendono corpo e vivono di vita propria. E questo è sicuramente un inedito per il racconto italiano, anche nella modalità di produzione. Devo anche dire che lavorare tutti i giorni a stretto contatto con i ragazzi degli effetti speciali è stato anche molto divertente.
Ci sono altre differenze tra prima e seconda serie?
Sicuramente l’utilizzo di questa macchina digitale che impiega ottiche da 35 mm, quindi cinematografiche. Rispetto ad altre produzioni che si fanno in Italia, questa seconda serie ha un appeal molto cinematografico. Per me che sono un amante del genere americano è sicuramente molto stimolante. Giochiamo a fare i film di Hollywood! Siccome più di quello non possiamo fare, alla fine ci accontentiamo.
Quanto è importante, nell’economia di tutta la storia, quel bacio tra Claudia e Gabriel?
È importantissimo, è una cosa che si svelerà nell’ultima puntata. Una cosa che parla del legame unico e particolarissimo tra questi due personaggi. Non è soltanto il pruriginoso rapporto tra un prelato e una laica, ma nasconde in sé una chiave di lettura che riscatta un po’ tutta la serie. Che è legata al sentimento, all’amore, al lato chiaro che c’è in ognuno di noi in contrapposizione a quello oscuro. Quella scena che sembra molto favolistica, in realtà ha una sua stringente logica nel genere che stiamo cercando di raccontare e chiaramente è una metafora del legame tra quei due personaggi.
Dal punto di vista degli ascolti la fiction non è partita benissimo. Ci sono elementi nelle prossime puntate per cui il pubblico potrà tornare a seguire più numeroso la serie?
Pensare di farne un prodotto supergeneralista sarebbe stato un azzardo, la mia sensazione è questa. Capisco d’altro canto le esigenze di una rete commerciale come Canale 5 che prova a lanciare Il tredicesimo apostolo come una fiction raccogli-audience. Sicuramente è molto amata dagli appassionati del genere, che comunque sono 4 milioni, non pochi. Un film americano in prima serata fa anche meno ascolti, e anche le serie americane che vanno bene in Italia al massimo fanno un milione, un milione e mezzo di telespettatori, ed è già un grande successo. In più…
In più?
Sono comunque tematiche rivolte a un target più giovane, forse più smaliziato; difficilmente possono ambire a raccogliere la vasta platea televisiva che segue le fiction più tradizionali. È stato un esperimento. E in questo senso Mediaset ha avuto coraggio a farlo. Comunque ha segnato un punto importante nella fiction italiana. Cominciando a raccontare storie diverse da quelle dei feuilleton con tradimenti, amanti, ammazzatine. Spaziando un po’ e provando a fare prodotti esportabili. Credo che Il tredicesimo apostolo 2 abbia tutte le potenzialità per essere una serie di questo tipo. Non abbiamo la presunzione di aver trovato la chiave di volta, sicuramente abbiamo provato a mettere l’asticella più in alto e a mio parere ci siamo riusciti. Da pareri che sento c’è quasi il rammarico che questa serie non faccia grandi ascolti. Parte della responsabilità è sicuramente nostra, in parte è forse dovuta a scelte di programmazione, di controprogrammazione sulle quali non voglio entrare.
È soddisfatto?
Personalmente sì, sono soddisfatto di quello che abbiamo fatto. La ritengo una serie ben fatta, ben diretta e ben fotografata. Un prodotto difficile da trovare nel panorama italiano.
Claudia sembra intenzionata a far incontrare Gabriel e sua madre. Riuscirà nel suo intento?
No, non ci riesce lei direttamente, ma questo incontro avverrà. Presto.
La scorsa puntata è terminata con una scoperta shock: Rebecca, la giovane assistente di Gabriel, è al servizio di Serventi. Un problema in più per Antinori. I due – Gabriel e Serventi – si scontreranno?
In realtà, le cose sono molto più articolate di come sembra. Come al solito questa serie semina un po’ di indizi per poi ribaltare completamente la situazione. Potremmo anche vedere Serventi e Gabriel uniti dallo stesso destino. Attenzione, perché i nemici si annidano un po’ ovunque e non si sa bene chi è contro chi. In questo senso ci saranno sorprese molto divertenti.
Dalle anticipazioni abbiamo letto che nella puntata di oggi Gabriel dovrà affrontare il suo lato oscuro. Cosa può dirci in merito: sarà uno scontro fisico?
Sarà divertentissimo. Ci sarà una casa stregata come nel più classico dei film di questo genere. E avremo un ragazzo in grado di spostare gli oggetti con la forza della mente. In più vedremo, forse per la prima volta, l’incubo di Gabriel fare capolino nella realtà. Poi sì, ci sarà anche uno scontro fisico. Mi troverò a lottare contro me stesso fisicamente.
Come si svolge la scena?
È girata con una moltiplicazione digitale fatta con il procedimento motion capture. In pratica ho girato la stessa sequenza una volta dalla parte del buono e una da quella del cattivo, ovviamente con l’aiuto di uno stuntman. Un procedimento molto complesso, ma dal risultato assolutamente entusiasmante. Anche questo è un classico nel suo genere.
Dove la vedremo dopo Il tredicesimo apostolo 2?
Nei miei impegni futuri, per quanto riguarda il cinema c’è un’opera prima di Michele Alhaique che si intitola Senza nessuna pietà, un film prodotto e interpretato da Pierfrancesco Favino che sarà pronto credo per ottobre. Contestualmente sto ultimando le riprese de Il bosco con Giulia Michelini, per la regia di Eros Puglielli. Anche questo un thriller abbastanza inedito per il panorama italiano, con atmosfere molto mistery. Un noir davvero avvincente.