CLICCA QUI PER LE ANTICIPAZIONI DE I SEGRETI DI BORGO LARICI Torna questa sera con la terza puntata I Segreti di Borgo Larici, la fiction in costume di Canale 5 ambientata nel Piemonte degli anni Venti. Un melodramma “classico”, su cui si innesta una linea thriller. Lo definisce così in questa intervista l’attore Marco Falaguasta che nella serie televisiva interpreta Rico Bastiani, il più cattivo dei personaggi. Sempre ruoli da cattivo per lui. «Ormai ci ho fatto l’abitudine – risponde -. Tuttavia ogni volta che mi affidano la parte di un cattivo la prima cosa che faccio è capire per quale via lo posso assolvere. Se non trovassi il motivo per il quale il mio personaggio diventa cattivo non accetterei di interpretare quel ruolo. Altrimenti per fare il cattivo basterebbe digrignare i denti o fare gli occhi torvi». 



Parliamo del suo personaggio, Rico Bastiani. Sembra un uomo senza scrupoli, un altro ruolo da cattivo nella sua carriera…   

Ormai ci ho fatto l’abitudine. Molto spesso mi vengono affidati ruoli di questo genere. Ogni volta però è una scommessa diversa. Quando si fa l’antagonista c’è il grosso rischio di ripetersi o finire nella didascalia. Il cattivo è sempre difficile da interpretare. Ogni cattivo è cattivo per un motivo diverso. Credo che un attore che voglia avvicinarsi con coscienza al ruolo che deve interpretare deve anzitutto assolvere il proprio personaggio.



In che senso “assolvere”?

Ogni volta che mi affidano la parte di un cattivo la prima cosa che faccio è capire per quale via lo posso assolvere. Se non trovassi il motivo per il quale il mio personaggio diventa cattivo – visto e considerato che nessuno nasce tale e si diventa cattivi per motivi diversi – non accetterei di interpretare quel ruolo. In quel caso quello che mancherebbe è l’anima del personaggio. Per fare il cattivo basterebbe allora digrignare i denti o fare gli occhi torvi. Invece per interpretare il cattivo bisogna avere in quel momento l’anima scura, il sentimento scuro. E a questo si arriva rifacendo il percorso che ha portato quel personaggio a diventare cattivo.



Sembra che a Borgo Larici ci sia però qualcuno più cattivo di Bastiani. Si parla di un “uomo nero”…

Oddio, Bastiani è proprio la sintesi della violenza. È uno di quei cattivi che esprime la sua cattiveria con la violenza fisica. Altri cattivi presenti nella storia magari ricorrono più al sotterfugio, all’astuzia, a nascondersi. Quantomeno Bastiani è uno che affronta la cattiveria senza inganno. Imbattendosi in Bastiani si sa a cosa si va incontro.

Altre volte abbiamo visto fiction italiane in costume. Cos’ha di particolare I segreti Borgo Larici rispetto alle altre? 

Sgomberiamo il campo da equivoci: nessuno si inventa niente, questo è un melodramma bello e buono. E come tale segue il solco strutturale del melodramma. Da questo punto di vista non c’è nulla di innovativo. La cosa che più mi è piaciuta leggendo la sceneggiatura, e che ritengo essere la vera particolarità di questa fiction, sono gli elementi di thriller che vengono inseriti nel melodramma. Sono questi che rendono la storia bidimensionale, rispetto alla dimensione consueta del melodramma che è incentrata soprattutto sulle pene d’amore, sul nascere di un sentimento, sulle difficoltà che questo sentimento incontra per affermarsi fino ad  arrivare all’epilogo “dove vissero tutti felici e contenti”. Qui, su questo solco, s’innesta una linea gialla che secondo me è molto interessante e rappresenta il vero aspetto originale della storia.

 

Gli ascolti delle prime due puntate non son andati benissimo. Come mai secondo lei?

Non saprei veramente cosa dire. A volte le fortune di una storia dipendono da tante variabili. Come dicevo, non è che nel panorama televisivo si possa inventare più di tanto: il protocollo cui ci si attiene è difficilmente rivedibile. Vorrei però dire una cosa a tutti quelli che propongono storie per la televisione e soprattutto a quelli che le avallano. Tutte le volte che c’è una storia innovativa, questa storia sbanca. Bisognerebbe forse avere più coraggio nel momento in cui si pensa al progetto televisivo e, più che seguire il solco di quello che già ha avuto successo, essere un pochino più aperti e disponibili alla novità. Quando si ha il coraggio di puntare su contenuti nuovi le storie incontrano il consenso del pubblico. Faccio un esempio.

 

Prego.

Nel 2003 ho preso parte a Orgoglio che aveva una struttura simile a I segreti di Borgo Larici. Fu un successo perché era una novità assoluta, una cosa che aveva riempito il cuore di tutti i telespettatori. Sono passati già 10 anni e da allora ci sono state altre storie simili. Mi viene in mente Elisa di Rivombrosa, Terra ribelle. Ce ne sono state talmente tante che forse la gente si è stancata. Non è stanca de I segreti di Borgo Larici; forse il telespettatore oggi vuole stimoli nuovi e diversi rispetto a quelli che è abituato a vedere. Far capire questo discorso ai signori che pensano la televisione è difficile, perché si pensa sempre che il successo si possa protocollare. Ma il successo non si protocolla: è qualcosa che appartiene al mondo straordinario e come tale non si può rendere ordinario.

 

Se dovesse convincere i telespettatori a sintonizzarsi su Canale 5 stasra che argomenti userebbe?

Innanzitutto direi che la storia è molto avvincente. Vedere un melò sul quale è innestata una linea di giallo è di per sé un’operazione che va vista, magari per dire che non piace o per criticarla. Anche l’ambientazione è molto bella e la ricostruzione è fatta molto bene. Ognuno poi si lascia affascinare da quello che più lo colpisce. Bisogna anche dire che non è stata una debacle. Forse ci si aspettava qualcosa di più come ascolti, no so. I protagonisti sono attori molto giovani, in qualche caso addirittura degli emergenti; magari i telespettatori devono abituarsi a questi volti nuovi. Comunque, Lello Monteverde, che è il produttore, è uno che ha coraggio, uno che osa, che prova cose nuove. Spero che questo sia il primo tentativo per poi fare altre storie di questo genere.

 

Passiamo alla trama. Abbiamo visto Bastiani scattare delle foto compromettenti a Sonia Sormani. La famiglia farà bene quindi a guardarsi le spalle da Rico? 

Magari voleva solo collezionarle …   

 

Rico, finora, non ha mai reagito con Francesco Sormani: una situazione destinata a cambiare?   

Mi pare che finora non sia successo. È vero che Francesco Sormani ha chiesto che Rico venisse rimosso dall’azienda, ma questo non è successo. Anzi. Giovanni Sormani non solo gli ha confermato la fiducia, ma presto Bastiani verrà addirittura promosso. È assolutamente coerente con lo sviluppo narrativo. Can che abbaia non morde: finché non morde perché dovremmo preoccuparci?    

 

Dove la vedremo prossimamente?

Da aprile in poi, su Rai Uno nei panni del Commissario Maccari, per la seconda serie de Il restauratore. Lì finalmente interpreterò un personaggio buono e tenterò così di rientrare nel cuore dei telespettatori e delle telespettatrici dalle quali mi sono fatto odiare con queste ultime fiction. Poi fino alla fine di aprile sarò in tournèe a teatro. E vedremo cosa succederà per la stagione televisiva del prossimo anno.