Lobiettivo è il pubblico di Fast & Furious, inutile negarlo. Anche se Need for Speed è la versione cinematografica di uno dei più celebri videogiochi di sempre, corsa contro il tempo su automobili truccate guidate in soggettiva, allo spettatore sembrerà una versione più seria e matura della serie con Vin Diesel. E forse in questo sta il suo valore, nellaffrontare un avversario diretto, senza infingimenti, e batterlo sul suo campo.

Il protagonista è Tobey, meccanico con il pallino delle corse clandestine che entra in affari con il losco Dino. Quando, dopo un incidente durante una corsa, Dino incastrerà Tobey per la morte dellamico Finn, i due anni di reclusione serviranno al meccanico per preparare la sua vendetta sulla pista della più importante gara clandestina del Paese. Diretto da Scott Waugh (Act of Valor) e scritto da George e John Gatins, Need for Speed è un action movie automobilistico che più che alle mirabilie impossibili con auto, carri armati e quantaltro, cerca la via del thriller anni 70, sulla scia di Bullit e The Getaway di Steve McQueen, esplicitamente citati.

La differenza con gli omologhi la si vede subito: se Fast & Furious propone storie al limite del fanta-thriller, in cui tutto è giustamente sopra le righe, over the top come dicono negli Usa, costruendo un immaginario dopato, per quanto efficace, il film di Waugh opta per la carta di un relativo realismo, fatto di un racconto credibile e avvincente, fatto di persone e personaggi, sentimenti e passioni, scritto con una certa cura (ottima la trovata del cambio dauto, giustizia poetica a 900 cavalli), e di una messinscena che rifiuta il più possibile la computer grafica e lenfasi videoludica – paradosso calcolato? – per realizzare stunt complessi, articolati, effettuati dal vero e ripresi con lattenzione che Waugh dimostrò con armi e strategie militari nel film precedente: se non vero, almeno sia possibile, sembra il motto.

E questa decisione diventa la chiave vincente per affascinare il pubblico con un senso del rischio, del pericolo e della tensione che si percepisce fino allultima gara: certo, rispetto ai migliori film del genere manca una certa concisione e stringatezza narrativa, specie nella prima parte, ma Need for Speed sa coinvolgere il pubblico senza sembrare mai una baracconata, puntando sugli elementi del cinema più che su quelli facili del videogioco.

Magari qualche purista potrebbe storcere il naso, ma dubitiamo lo spettatore rimarrà deluso da un film con poche sbavature, che sa anche gestire un cast interessante e anti-conformista, che diventa segno “politico” ed etico anche rispetto alla società messa in scena: al posto di un fusto muscoloso e machista, un uomo onesto e leale e dolente come Aaron Paul, al posto di donne nude e provocanti, l’intelligenza seducente e vagamente fuori posto di Imogen Poots. Un antidoto che funziona, in poche parole.