Maurizio Landini è tra gli ospiti della puntata di Che tempo che fa in onda stasera. Il leader della Fiom commenterà sicuramente gli ultimi provvedimenti annunciati da Renzi in campo economico. Potrebbe però anche intervenire sui temi più strettamente sindacali, dato che  negli ultimi tempi è stato protagonista di una polemica serrata con Susanna Camusso, Segretario generale della Cgil, sul tema della rappresentanza sindacale, che ha portato a una vera spaccatura del più grande sindacato italiano. Maurizio Landini è nato a Castelnovo ne Monti, nellagosto del 1961. Ha iniziato a lavorare a soli quindici anni come apprendista saldatore in unazienda metalmeccanica di Reggio Emilia, per poi iscriversi alla Fiom e diventare funzionario della confederazione. La sua scalata ai vertici del sindacato che riunisce i metalmeccanici vicini alle posizioni della sinistra storica è continuata senza sosta, sino allassunzione della carica di Segretario generale, avvenuta nel giugno del 2010. Nella sua veste di numero uno della Fiom, si è trovato a gestire alcuni casi drammatici, come quello relativo allincendio scoppiato allinterno dello stabilimento Thyssen Krupp di Torino e quello dellIlva di Taranto, ove le lavorazioni dellarea a caldo del gruppo hanno avuto come conseguenza gravissimi danni per la popolazione, tanto da spingere la magistratura al sequestro dello stabilimento. 



Nel corso degli ultimi anni, Landini e la Fiom si sono quindi posti come e vero proprio contraltare di Cisl e Uil, soprattutto sul piano dei diritti sindacali. Un dissidio che è stato clamoroso soprattutto nel caso della vertenza Fiat, quando allatteggiamento conciliante degli altri sindacati ha fatto riscontro la dura opposizione della Fiom allipotesi di cedere diritti in cambio di vantaggi economici. La dura risposta dellazienda, spintasi sino al licenziamento di alcuni delegati del sindacato diretto da Landini e alla non assunzione di lavoratori con tessera Fiom a Pomigliano dArco ha reso incandescente la situazione, regalando allo stesso tempo grande visibilità mediatica alla stessa Fiom. Una visibilità sfruttata da Landini, il quale ha potuto rimarcare nettamente le sue distanze da un modo di fare sindacato accusato di essere troppo legato alla politica. Una posizione che ha inoltre permesso alla Fiom di smarcarsi sempre più dandole una libertà di manovra che le ha permesso di risultare spesso al centro della scena. 



Sulla rappresentanza è scoppiata una polemica tra Maurizio Landini allinterno del sindacato di riferimento, la Cgil guidata da Susanna Camusso. A innescare quella che è stata indicata da alcuni come una sorta di guerra civile, è stata la richiesta della Camusso di sanzionare Landini e la Fiom qualora non si piegassero alle risoluzioni prese dal centro. Una denuncia cui Landini ha risposto affermando che la Cgil non può sottrarsi alla richiesta da parte dei lavoratori di votare i patti sottoscritti di volta in volta, in base proprio al principio della rappresentanza sindacale tante volte richiamato. 



Altro tema che ha visto molto impegnato Landini negli ultimi mesi, è stato quello relativo alla difesa della Costituzione contro la modifica dell’articolo 138, che stabilisce le procedure di modifica della stessa Carta costituzionale, che era stato ventilata dal governo guidato da Enrico Letta. Un tema che ha spinto Landini ad affiancare altri personaggi della sinistra storica, in particolare Stefano Rodotà, dando vita a una lunga serie di iniziative per evitare manomissioni della carta.  Sono stati in molti a vedere in questo movimentismo di Maurizio Landini il segnale di una prossima entrata in politica, che però il segretario della Fiom ha sempre negato sin qui, sostenendo di voler solo fare il sindacalista.