Dagli armadi, i cassetti, i bugigattoli di una cantina, spuntano loro, i mattoncini Lego. Dai tavoli, sul pavimento, sui letti, sotto i divani, fanno capolino sempre loro, coloratissimi pezzetti di plastica. Non esiste generazione, dagli anni 60 in poi, che non si sia trovata a casa le costruzioni Lego, delizia creativa per bambini e adulti-bambini. The Lego Movie è un trascinante dèjà-vu nelle atmosfere dellinfanzia e del gioco. Sia che rappresenti un ricordo del passato, sia che qualcuno si diverta ancora a costruire. Lallegria del Lego è un collante universale che sa agganciare laspetto ludico insieme alla presa di coscienza degli spazi e delle forme. Il film è incantevole, perché riesce a consegnare allo spettatore lincantesimo dei mattoncini, che si animano magicamente, quasi a provare piacere nellinteragire con la tecnologia della computergrafica. Assistere alla città di Lego che vive, pulsa, cresce, è come tornare a visioni familiari, i protagonisti sono i pupazzetti inconfondibili, gialli, sorridenti che uscivano dalle scatole di costruzioni.

Emmet Brickowsky è il protagonista di The Lego Movie, figura briosa che segue istruzioni precise (ricordate le istruzioni per montare gli oggetti Lego?), con quella dinamica si arrabatta come può, sottoponendosi a iniezioni di autostima. Ma se il giorno da operaio Lego fila più o meno liscio, come potrebbe essere la vita da supereroe? Emmet viene scelto come salvatore del mondo, o peggio dovrà aiutare veri (?) supereroi a salvare dimensioni alternative, rigorosamente made in Lego.

In pieno Legoland compaiono simil Batman, Wonder woman e Gandalf che impersoneranno comicamente i loro emuli, riscattando lonore dellumanità. Lallegoria non è buoni contro i cattivi; il bene a trionferà, piuttosto è la capacità di scomporre le dimensioni, i personaggi stessi, per rendere simili gli opposti, tornando prepotentemente al tema dominate della costruzione.

La magia di The Lego Movie si riassume nella compatibilità dellazione che potrebbe continuare allinfinito, uneterna composizione di blocchetti. Il prodotto è valido perché trasmette il senso dellesperienza creativa del Lego: hai un buono, ma lo puoi smontare in spaccone e cattivo; hai un cosiddetto malvagio (che vuole sottomettere la città), ma lo strutturi con un guizzo che possa ritagliarsi le simpatie del pubblico.

Sono avvenuti diversi esperimenti in stile Lego, nel mondo dell’entertainment; da menzionare il filone di videogiochi dove i mattoncini hanno il primato (anche lì con divagazioni multiple, da Star Wars, a Marvel Universe, fino a Harry Potter): questo film è decisamente molto di più. È un messaggio di speranza: l’epopea di un giocattolo che riesce a conformarsi ai gusti di chi ha di fronte, non limitandone la fantasia ma ampliandone le percezioni. È da notare come un “contenitore” chiamato YouTube ospiti molti video, creati artigianalmente dagli utenti, costruiti con i mattoncini.

The Lego Movie non è solo un’opera di animazione, ma approfondisce l’idea che l’accessibilità alla fantasia passa dall’azione di toccare, costruire, smontare. In una sola parola: Lego.