Ieri sera Riccardo Iacona ha condotto una nuova puntata di Presadiretta, incentrata sulla vita di Matteo Messina Denaro, l’ultimo grande boss della mafia a essere ancora latitante. Diverse volte si è arrivati quasi ad arrestato, ma l’operazione non è andata a buon fine e così ci si chiede oggi cosa posa averne ostacolato la cattura. Sta di fatto che la latitanza dell’uomo dura ormai da ben 21 anni e l’interrogativo è chi e come possa averlo aiutato. Riccardo Iacona ha voluto dunque raccontare questa storia in compagnia anche di alcuni ospiti presenti in studio, in particolare Sonia Alfano, deputato al Parlamento Europeo e presidente della Commissione Antimafia Europea. I temi affrontati sono stati la Mafia, lo Stato, l’economia e la politica. Si parte dalla storia degli arresti delle persone vicine a Denaro. Si tratta di cugini, parenti di vario grado, che fanno parte del clan del boss in varie forme. L’obiettivo degli arresti era quello di lasciarlo isolato, senza più una rete a sua protezione. In due anni di intercettazioni gli investigatori hanno scoperto che a fare da collegamento tra Denaro e gli affiliati era proprio la sorella del boss. Quel che è certo è che intanto Denaro è tra i dieci latitanti più ricchi del mondo, cui fa riferimento un vero e proprio impero economico, messo su e mantenuto grazie alla collaborazione di una fitta rete di prestanome. In Sicilia occidentale, solo per fare un esempio, il marchio Despar era di un prestanome di Matteo Messina Denaro, che controllava punti vendita in tre province siciliane, rifornite da un enorme deposito merci, sempre di proprietà dello stesso prestanome. Del resto di prestanome ne sono stati individuati molti, come anche quello legato ai Villaggi Valtour. Si pensa che la forza del boss sia quella di avere a suo favore il consenso della borghesia imprenditoriale. Agli imprenditori collusi con Denaro, del resto, conviene stare con lui. Tommaso Masino Coppola, ad esempio, ha ammesso di essere il regista degli appalti pilotati di tutta la provincia. Dopo aver scontato la pena di diversi anni di carcere, Coppola è ora libero.Rosario Cascio è un altro imprenditore agrigentino, definito come l’interfaccia economico di Matteo Messina Denaro.A Trapani, anche il ciclo del calcestruzzo era nelle mani di Cosanostra. Poi c’è la questione dei parchi eolici, in mano a Vito Nicastri, uomo di Messina Denaro. Evidenti sarebbero i rapporti tra quest’ultimo e il deputato regionale Savona che, secondo il giudice, avrebbe disposto un provvedimento legislativo favorevole a Nicastri. Naturalmente, di fronte alle domande dell’inviato di Presa Diretta, Danilo Procaccianti, il consigliere ha negato di aver messo in atto qualsiasi forma di appoggio a Nicastri, tuttavia si è dimesso e ha chiesto un milione di euro per diffamazione pubblica. Procaccianti è riuscito anche a intervistare Nicastri, che a sua difesa ha detto che non esistono prove concrete contro di lui e che non ha neanche idea di come si possa tenere un rapporto con un boss della mafia come Matteo Messina Denaro.Nel servizio successivo si è andati ad esaminare proprio tutte le mancate catture di Denaro, come nel giugno del 2011. Il boss Leo Sutera era sotto controllo e mancava davvero poco alla cattura di Matteo Messina Denaro, ma l’operazione non andò a buon fine a causa di un arresto improvviso di Sutera che intralciò il tutto. Su di lui gli inquirenti hanno in mano anche le deposizioni dei collaboratori di giustizia e tra queste c’è quella di Antonio Giuffrè, il quale afferma che Denaro avrebbe ereditato gran parte dell’archivio di Cosa Nostra che si trovava precedentemente nelle mani di Totò Riina. Sicuramente, afferma l’ex Pubblico Ministero Niccolò Marino di fronte alle telecamere di Presa Diretta, è palese che Matteo Messina Denaro ha avuto sotto controllo alcune delle stragi più pesanti della storia italiana, prime fra tutte quelle di Capaci. A lui sarebbe dunque da ricondurre la morte dei giudici Falcone e Borsellino, così come anche la strage di via dei Georgofili a Firenze. In quest’ultimo caso la sentenza della Corte di Assise parla chiaramente di una di una sorta di trattativa tra Stato e Mafia. Danilo Procaccianti è stato invitato a parlare anche in studio e ha portato con sé, per poterlo leggere a tutti, un documento dello SCO (servizio centrale operativo) firmato da Antonio Manganelli e datato al 1993. Secondo questo rapporto, le stragi di Roma, Milano e Firenze, verificatesi successivamente a quelle siciliane, sarebbero state nient’altro che una prosecuzione di queste e dietro vi sarebbe l’ombra di una trattativa della Mafia con lo Stato in merito a questioni inerenti il pentitismo e le misure carcerarie. Il fine ultimo della mafia sarebbe stata la richiesta di abolizione del 41 bis, introdotto proprio da Falcone e Borsellino. Il magistrato Sebastiano Ardita ha pubblicato un libro intitolato “Ricatto allo Stato”. L’autore ha toccato con mano la situazione amministrativa nelle carceri italiane negli anni delle stragi e ha potuto così raccontare di cosa accadde in merito al 41 bis. Ad esempio quando arrivò all’Ucciardone di Palermo la notizia della morte di Borsellino i detenuti brindarono, come se già si sapesse tutto. Subito dopo Riccardo Iacona ha intervistato l’ospite della serata, Sonia Alfano, che ha voluto confermare l’esistenza del “protocollo farfalla”, negando la possibilità, almeno a suo giudizio, che si possa avere una seconda stagione stragista in Italia, data la situazione attuale.



Ancora una manciata di minuti e inizierà una nuova puntata di Presadiretta, in onda questa sera su Rai Tre. In questo appuntamento, la trasmissione condotta da Riccardo Iacona si concentrerà in particolare sulla figura di Matteo Messina Denaro, boss di Cosa Nostra che a oggi è uno dei latitanti più ricercati al mondo. La sua fuga prosegue infatti da ben ventuno anni e questa sera si tenterà di chiarire il coinvolgimento del boss nella stagione stragista dei primi anni Novanta e il suo ruolo nella presunta trattativa Stato-Mafia, visto anche lo strettissimo legame con Totò Riina. Ricordiamo che questa puntata può essere seguita anche in diretta streaming video sul sito ufficiale della Rai. Clicca qui per seguire la diretta streaming di Presadiretta



 tutto pronto per una nuova puntata di Presadiretta, il programma di approfondimento condotto da Riccardo Iacona su Rai Tre. Durante lappuntamento in onda stasera si parlerà di Matteo Messina Denaro, boss di Cosa Nostra soprannominato “Lu siccu” (“il magro”) e attualmente tra i latitanti più ricercati al mondo. La sua fuga va avanti ormai da ventuno anni e il criminale non è ancora nelle mani della giustizia. Insieme allospite principale della puntata, Sonia Alfano, deputato al Parlamento Europeo e presidente  della Commissione Antimafia Europea, da sempre impegnata in prima persona contro Cosa Nostra, si perlerà di Messina Denaro ma anche dei misteri della trattativa Stato-Mafia, del regime carcerario 41bis e delle difficoltà del contrasto alla criminalità organizzata. Il programma, si legge tra le anticipazioni, racconterà la storia del coinvolgimento del boss nella stagione stragista dei primi anni Novanta, il ruolo nella presunta trattativa Stato-Mafia e “lo strettissimo legame con Totò Riina, la caccia alla sua immensa ricchezza che ha permesso il sequestro di beni per 4 miliardi di euro, i blitz delle forze dellordine che hanno gradualmente fatto terra bruciata intorno a lui, fino al clamoroso arresto della sorella Patrizia”. Tutta la puntata ruoterà dunque intorno a questa latitanza che va avanti da 21 anni e che ancora non conosce fine.