Ci avevate mai pensato? Oltre 7 milioni di cani vivono nelle nostre case. Amici a quattro zampe che molto spesso (bontà loro e bontà nostra) non fanno una vita da cani. Anzi, se la passano davvero bene. A chi non è capitato di vedere signore dalle lunghe chiome rossastre comprare omogeneizzati al supermercato per i propri bambini. Bambini? il loro modo di chiamare quei permalosissimi barboncini che così volentieri si accompagnano alle suddette madame. Ci sono invece molti umani che purtroppo fanno una vita da cani, ma non nel senso che fanno una vita come quella dei nostri fedeli amici scodinzolanti. Se fanno una vita da cani (e statene certi che la fanno), la fanno da cani randagi: in parole povere sono clochard, o, come si dice dalle nostre parti, barboni (senza alcuna signora dalla zazzera ramata che si prenda però cura di loro e li chiami bambini). Insomma, i barboncini oziano sopra ponti doro, i barboni dormono sotto i ponti, che certo doro non sono.
Lungi da noi lidea di fare un pistolotto sulla nobiltà canina e sulla miseria umana. Anzi, a chi ci ha seguito sin qui nel nostro inerpicato ragionamento e avrebbe voglia, a questo punto, A) di mandarci a Cantù (lunico posto al mondo dove è ancora consentito non dare ai cani del lei senza essere rimbrottati da signore dalle lunghe chiome rossastre che fanno incetta di omogeneizzati); B) di mandarci a fare una vita da cani, (ma non nel senso di quella dei cani, ma dei barboni), diciamo: dove vogliamo andare a parare? Anche noi, che pure abbiamo cercato di farci capire come meglio potevamo, non lo abbiamo capito tanto. E se non ci capiamo tra noi (noi esseri umani, intendiamo), a maggior ragione ci troveremo sempre più spesso in difficoltà a comprendere le reali esigenze dei nostri amici animali domestici, a capirci e a farci capire.
Ma le ultime barriere stanno per essere abbattute, i sordi muri dellincomunicabilità sono lì lì per cadere, le residue resistenze a una reciproca comprensione presto si frantumeranno alla luce di una nuova lingua, una sorta di esperanto transanimale (tutto ciò che è trans, in questo nuovo mondo un po gender, cade sempre a fagiolo, come ama dire la Principessa sul pisello). Arriva, infatti, il primo Dizionario bilingue (per i cani e per i loro conviventi umani) italiano-cane e cane-italiano: 150 parole per imparare a parlare cane di Jean Cuvellier (che essendo francese, si è occupato soprattutto dalla parte cane-italiano) e Roberto Marchesini (che essendo etologo ha curato, come ben si può evincere, la parte italiano-cane).
Vengono passati in rassegna e decodificati tutti i comportamenti e le situazioni della vita quotidiana lato umano e lato cane. Oltre 150 parole-chiave, dalla A (Abbaiare) alla Z (Zazzeruta, che è la signora degli omogeneizzati dalla chioma rossastra, considerata la migliore amica degli amici a quattro zampe). Che cosa ci vuole dire il nostro cane quando ulula alla luna o quando ulula alluna (di notte)? Come trovare le parole giuste quando loro con noi si comportano da cani? Come si consola un labrador che ha un herpes? E se un pastore tedesco, che fa fatica a imparare litaliano, cade in depressione, come convincerlo ad andare da un Lacan, cioè da uno psicanalista per cani? E se un chow chow è balbuziente, è possibile iscriverlo a un corso di can-can?
Il mondo avanza e noi non possiamo che corrergli appresso. Pensateci: avete letto mai un tweet a un canarino? Avete mai imposto il silenzio a un pesce rosso, cioè acqua in bocca? Avete mai provato a intavolare un argomento spinoso con un riccio? Ma allora in che mondo vivete?
Per sentirsi parte viva delle forze dell’universo (quante volte ve lo ha ripetuto la signora dalla chioma rossastra mentre rientra dal supermercato con la sporta piena di omogeneizzati per il suo “bambino”, cioè il suo permalosissimo barboncino, che magari ha chiamato Ettore o Alfredo o Gigi?) oggi è assolutamente indispensabile parlare bauesco, miagolese, cricetano e via discorrendo. Altrimenti come si potrebbe dire a una giraffa curiosa e invadente: “Ehi, bella, basta allungare il collo, fatti un po’ i cazzi tuoi!”. Oppure a una zebra un po’ rigida e schematica: “Non vedere tutto o bianco o nero, ci sono tante sfumature nella vita”. O ancora, come rimbrottare una talpa che vi ha trasformato il giardino in un immenso groviera se non si padroneggia il suo alfabeto braille?
E se qualcuno non ha voglia di studiare queste lingue bestiali? E se il Dizionario italiano-cane e cane-italiano vi spaventa, perché 150 voci da imparare sono troppe? Niente paura, come un buon San Bernardo in vostro soccorso corre il caro amico Zingarelli. A dire il vero, venuto a conoscenza del nuovo dizionario, lo Zinga c’è rimasto un po’ male. Poi, rovistando qua e là tra le mille cose che ha rubacchiato in giro per il mondo animale (un gran traffico, ma si tratta pur sempre di uno Zingarelli!), in un vecchio baule ha ritrovato, tutto impolverato, un vocabolario di bauesco, un elenco – ridotto all’osso, perciò a portata di cane – di poche ma efficaci espressioni per imparare a confidarsi con Fido (e viceversa). Se siete interessati, vi diamo subito il titolo: “FAI IL BAUSCIA ovvero: Come mostrare al tuo cane che il tuo livello di conoscenza dei suoi abbai, guaiti e latrati non è bassotto!”. Ecco dieci utili esempi (i dittonghi in bauesco sono opportunamente sottolineati).
1) Fido, adesso a nanna nella cuccia! = Bauletto!
2) Fido, vuoi che guardiamo la tv insieme? = Pippo Baudo?
3) Fido, ecco una bella fetta di pandoro tutta per te! = Bauli!
4) Fido, quest’anno ti porto con me in vacanza in Sardegna! = Ti porto a Baunei!
5) Fido, oggi siamo nel paese di Les-Baux-de-Provence, nel sud della Francia, nei pressi del quale nel 1822 sono state aperte le prime miniere per l’estrazione di una roccia sedimentaria che costituisce la principale fonte per la produzione di alluminio. = Bauxite
6) Fido, stasera fai il bravo perché voglio vedere in santa pace la partita di calcio tra Italia e Germania! = Beckenbauer!
7) Fido, dai usciamo a far pipì vicino a quel grosso albero che ti piace tanto! = Baubab!
8) Fido, se non la smetti ti chiudo in mansarda! = Abbauino!
9) Fido, stasera ti leggo una bella poesia? = Baudelaire?
10) Fido, smettila di grattare la porta se vuoi uscire! Basta che mi dici “Apriti sesamo!” = Alì Babau!
P.S.: Prima di arrivare nelle librerie italiane, il dizionario bilingue “italiano-cane e cane-italiano” è stato testato per un intero semestre in alcuni Comuni, diciamo così, “dog-friendly” (Canegrate, S. Arcangelo di Romagna, Canè, Valcanale, Caneto e Canossa). Il risultato dell’esperimento? I cani l’italiano hanno cominciato a capirlo, in compenso gli italiani l’italiano lo parlano proprio da cani!