Grecia e Italia a confronto, ieri sera, nell’ultima puntata della stagione di Presadiretta, il programma condotto da Riccardo Iacona. Nell’anteprima, il conduttore fa rivedere un’intervista realizzata lo scorso settembre a Marie Le Pen, leader di Front National, partito di estrema destra che ha trionfato alle ultime elezioni francesi, che si mostrava già da allora profondamente scettica nei confronti delle politiche di austerity imposte dall’Europa. E in Italia, cosa succede? Quali sono ad oggi i risultati di tali misure? Un aumento della disoccupazione, soprattutto di quella giovanile, che è del 55%, con una situazione più grave al sud, un quadro non dissimile da quello della Grecia. Le telecamere della trasmissione sono andate nell’area industriale di Formi, nei pressi di Salerno, dove sono scomparse, negli ultimi dieci anni, circa trenta tra medie e piccole aziende, e sette grandi fabbriche. Molti stabilimenti di multinazionali hanno preferito trasferire la produzione all’estero, e i lavoratori si trovano oggi a presidiare le fabbriche, perché licenziati e messi in mobilità. Qualcuno di loro non percepisce nemmeno la cassa integrazione, come i lavoratori della Alcatel, azienda di telecomunicazioni che ha lasciato a casa circa seicento lavoratori precari. La mancanza di lavoro ha inoltre determinato la chiusura di molti negozi. Circa 12 mila sono le imprese fallite in Campania nell’ultimo anno, e la regione è finita all’ultimo posto per quel che riguarda il reddito procapite. L’inviato in Campania ha incontrato i lavoratori dell’Iris bus, che ha chiuso gli stabilimenti in Italia per continuare la produzione di bus in Francia, causando, oltre ai licenziamenti, anche il collasso dell’indotto. I lavoratori licenziati lamentano l’assenza della politica, e l’inspiegabile atteggiamento dei quattro governi avvicendatisi dal momento in cui lo stabilimento è stato chiuso. A Napoli, poi, particolarmente preoccupante è la situazione riguardante la disoccupazione femminile, che ha raggiunto un picco del 60%; alcune di queste vengono aiutate dalla cooperativa Orsa Maggiore, che si occupa di aiutare le donne disoccupate in difficoltà. A Sesto Fiorentino, intanto, alcuni metalmeccanici che lavoravano, con contratto a tempo indetreminato, per una ditta che si occupava della manutenzione dei centri di smistamento delle Poste, protestano per il fatto di essere stati messi in cassa integrazione, quando le Poste hanno stabilito di dare l’appalto per lo svolgimento dell’attività ad un’altra ditta.Nel servizio successivo, Riccardo Iacona rimane in Toscana, e racconta la storia del maglificio Valda di Agliana, in provincia di Pistoia, che da agosto non percepiscono il denaro della cassa integrazione in deroga. Soltanto in Toscana, i lavoratori messi in cassa integrazione in deroga sono circa 18 mila, tutti in condizioni disagiate, perché i soldi sembrano non esserci. Il finanziamento degli ammortizzatori sociali come cassa integrazione in deroga e mobilità dipende dal denaro che il governo è in grado di stanziare, e sembra che, da un po’ di tempo a questa parte, ci siano parecchie difficoltà a reperire il denaro necessario. Il giornalista che presenta il servizio circa anche il caso della Electrolux, nella quale circa trecento lavoratori non hanno trovato sollievo grazie al governo, ma grazie ad un piano straordinario della Regione. Non se la passano meglio gli operai della Seves, che da aprile saranno licenziati e messi in mobilità, e sono riusciti ad ottenere, con una protesta a Roma e il presidio della loro fabbrica, soltanto un mese in più di cassa integrazione.L’attenzione si sposta poi in Sicilia, dove a protestare sono gli infermieri, che hanno pagato il prezzo dei tagli causati dal tentativo di riparare la voragine nel bilancio della regione. Per contro, gli unici che sembrano non avere problemi sono i forestali, che paiono essere in numero davvero spropositato rispetto alle dimensioni del territorio, e sui quali grava il sospetto di essere il risultato di politiche clientelari consolidatesi nel corso del tempo. Anche la cultura subisce le conseguenze delle politiche di austerità siciliane: i musei chiudono perché non si può pagare chi vi dovrebbe lavorare, anche se, però, a non mancare mai sono i consulenti, spesso assunti in modo non molto trasparente. In Sicilia, ammontano a ben 530 milioni i tagli che dovrebbero essere fatti per evitare il tracollo della regione, ma soltanto il parlamento ha un costo di 160 milioni di euro. Si parla poi della formazione professionale, che ha un costo di circa 500 mila euro, e in Sicilia sembra essere una vera e propria macchina clientelare, tant’è che i picchi delle assunzioni si sono verificati proprio in prossimità delle elezioni, e hanno riguardato, molto spesso, persone aventi dei titoli di studio non adeguati a quelli richiesti per accedervi. L’emblema di questo meccanismo pare essere Francantonio Genovese, ex sindaco di Messina appartenente al PD, che controllava circa una decina di società che si occupano di formazione professionale. A Messina, però, adesso sembra soffiare un’aria nuova, quella portata da Renato Accorinti, pacifista e attivista del Movimento No Ponte.Intanto, in Grecia, lo scorso 5 marzo ha avuto luogo una manifestazione degli statali licenziati, che sono 25 mila. Un milione circa di disoccupati, ottomila suicidi, pensionati che percepiscono soltanto duecento euro: questa è la situazione in cui, in Grecia, versano molte persone. Anche il personale ospedaliero non se la passa meglio, dato che circa un terzo dei lavoratori sono stati licenziati, tutte le prestazioni considerate non di emergenza sono adesso a pagamento, e sono praticamente stati chiusi tutti gli ambulatori dei medici generici. In Grecia, anche la salute sembra essere divenuta un lusso.
Riccardo Iacona torna questa sera con Presadiretta, di cui andrà in onda l’ultima puntata stagionale. Questo appuntamento promette di essere molto interessante, dato che il focus sarà concentrato su un confronto tra Italia e Grecia, il Paese che ha risentito più di tutti della recessione in Europa. Ricordiamo che cliccando qui è possibile seguire la trasmissione in diretta streaming.
Questa sera, lunedì 31 marzo 2014, alle 21.05 su Rai Tre va in onda la dodicesima e ultima puntata di questo ciclo di Presadiretta, condotto da Riccardo Iacona. Al cento della puntata uno spietato confronto tra le condizioni della Grecia e dellItalia, piegate dalla crisi economica. Le telecamere di Presadiretta sono andate in Toscana per raccontare la precarietà del lavoro e le storie delle imprese italiane e straniere che chiudono. In Campania i consumi sono al collasso e unintera regione si ritrova disoccupata. In Sicilia alla povertà si somma lo spreco di risorse pubbliche. Infine Presadiretta è arrivato in Grecia dove la ripresa economica non è arrivata nonostante le ricette lacrime e sangue imposte al paese. Grecia Italia è un racconto di Riccardo Iacona, con Giulia Bosetti,Vincenzo Guerrizio, Alessandro Macina, Federico Ruffo e Andrea Vignali.