Questa puntata di Unici è stata interamente dedicata a un grande artista italiano scomparso, Lucio Dalla. Il cantante emiliano è stato un vero e proprio innovatore per la nostra musica. Su di lui si è espresso Vito Mancuso, noto scrittore, che gli ha usato queste parole per descriverlo: “Ha creato impressioni attraverso poesia e graffi”. Uno dei giovani cantanti più amati oggi è senza dubbio Marco Mengoni, che con X Factor prima e Sanremo poi si è guadagnato un posto nella top ten degli artisti nostrani. Tempo fa aveva deciso di cantare, a modo suo, Meri Luis. Questo particolare pezzo, che Mengoni definisce “un po’ funkettone”, rappresenta per lui la grande innovazione di Dalla che, seppur tempo addietro, è riuscito a convogliare in un suo pezzo il sound che oggi Marco vorrebbe per la sua musica. stato un genio”. indubbio che Dalla fosse ormai divenuto un patrimonio nazionale, ma Mimmo Palladino prova ad andare oltre all’immenso artista che era. Egli infatti lo conosceva personalmente, e dice: “Una volta conosciuto l’uomo vai oltre la qualità del saper comporre”. Interviene poi un altro mostro sacro della musica italiana, ovvero Francesco De Gregori, che personalmente e artisticamente ha conosciuto a fondo Dalla. Quando si era sul palco, dice, lui tendeva a isolarsi, definendo se stesso come una sorta di orso. Lucio invece potrebbe essere paragonato a una scimmia, dato il modo eccelso con cui riusciva a tenere la totalità del palco. De Gregori chiarisce poi quale fosse il pensiero di Dalla sugli odierni artisti che fuoriescono dai tanti talent show dilaganti. Secondo lui non può bastare saper cantare bene, dal momento che essere un artista è tutt’altro. Gaetano Curreri lo ammirava profondamente, ma sottolinea come fosse molto dura riuscire a sostenere un duetto con lui: “Tutti i duetti che faceva erano una sfida”. Le interviste vengono interrotte e viene mandata in onda una clip, nella quale è possibile ammirare ed ascoltare uno storico duetto con Gianni Morandi.
Si torna alle dichiarazioni di chi l’ha conosciuto con Gigi D’Alessio. Il cantautore napoletano sente il bisogno di sottolineare come Dalla si sia posto in maniera differente rispetto agli altri nei suoi confronti: “Dalla mi ha visto come musicista”. Eleonora Giorgi lo ricorda con piacere, definendolo un grande artista, ma soprattutto un uomo molto sensibile. Questa sua caratteristica fuoriusciva molto spesso, ma soprattutto impregnava tutti i suoi testi, colmi di tenerezza. Lucio era un uomo complesso, ma soprattutto curioso. Questo suo lato si esprimeva soprattutto in ambito religioso, data il suo particolare approccio al cattolicesimo. Impossibile non mandare in onda Se io fossi un angelo. Una delle scoperte degli ultimi due Festival di Sanremo, Renzo Rubino, ha voluto parlare della propria esperienza con Dalla. Di lui dice che era un vero amante della musica, ma in assoluto era attratto irrimediabilmente dalla bellezza in senso lato. Il messaggio che Dalla gli lascia è quello di sorridere, ma soprattutto sempre bellezza al prossimo. Altra clip, stavolta direttamente dal 1978. Si tratta di Ma come fanno i marinai, e nel video si intravede anche un giovane Ron. Torna a parlare De Gregori, che ammette che né lui né Lucio si aspettavano di poter avere tanto successo. In seguito alla contestazione nessun grande artista stranieri metteva piede in Italia, ma nel 1979 il paese entrò in una nuova fase. Impossibile però negare che del talento ci fosse già al tempo, e che loro siano stati gli artefici di una svolta musicale rivoluzionaria. Capitava spesso, dice, che l’uno andasse a sbirciare il concerto dell’altro, salendo spesso sul palco per una collaborazione improvvisata. Una delle canzoni che ricorda con più affetto quando si parla della sua collaborazione con Dalla è Pablo. La prima volta che la fece ascoltare a Lucio lui gli corresse l’inciso, e senza discutere De Gregori fece come diceva. Renato Zero lo definisce una persona normale, che teneva a questo suo aspetto e si confrontava con i bolognesi ogni giorno.
Altra clip, stavolta dedicata a Il Cielo, del 1967. Piera Degli Esposti racconta un Lucio bambino, che inventava storie su suo padre, morto quando lui aveva 7 anni. Carboni ammirava la sua innata capacità d’improvvisazione, mentre per Pupi Avati il suo segreto era il fatto d’essere rimasto sempre un bimbo all’interno. Con questo concetto concorda Bersani, che attribuisce a ciò le tante canzoni che portava dentro sé. In un filmato parla proprio Dalla, che racconta come in un bar vicino casa sia nata Anna e Marco. In questo bar era solito ascoltare i discorsi dei clienti. Mengoni ha avuto con lui un’esperienza in studio, e dice: “Quando sono entrato in studio mi son chiesto come fa dopo quarant’anni ad avere ancora questo stimolo?”. Dalla sperimentava spesso, divertendosi a cantare in vari dialetti, e viene mostrato un vecchio video in cui prova il romanesco. Si torna a parlare di fede, con Bersani che dice: “Era molto spirituale ma anche molto blasfemo. Tu non mi basti mai lha scritta tornato da una messa: fortissima spiritualità, sì”. Il successo per lui arriva alla fine degli anni ’80, quando inizia a vendere milioni di copie e diventa anche protagonista di un fumetto. Massimiliano Pani invece non poteva esimersi dal parlare della collaborazione con Mina: “Mi diede una cosa, la passai a mia mamma e a lei piacque. Molto semplice, così: due artisti così non si lascerebbero coinvolgere se non gli interessasse così tanto. uscita una cosa bella e molto intensa”. Piera Degli Esposti parla degli esordi di Dalla nel 1966: “Era troppo nero, troppo strano, troppo alternativo. Piacevano gli sbarbatini, biondini freschetti, lui sembrava un po’ selvaggio! Che poi però è stata la sua forza”. Zampaglione racconta un particolare episodio: “Suonavamo allEstragon e decidiamo di collaborare, dice “entro a metà canzone” Arriva il momento dove doveva entrare e lui sera addormentato. Noi col pezzo che andava Lui sè alzato di botto, è passato dal sonno alla performance come niente fosse”. Salemme lo pone sotto una luce molto personale: “Era un grande sognatore, curiosissimo delle persone, era una condizione essenziale per una persona spiritosa. Ascoltava tutti i fatterelli delle persone”. Viene mandato il video di Disperato erotico stomp, che al tempo fece molto scalpore. Nel 1987 arriva la sua canzone perfetta, Caruso, scritta nella stanza dell’Excelsior di Sorrento dove visse proprio Caruso. Dalla ne parlava così: “Mentre registravo Caruso avevo fatto DallaAmericaCaruso e la incisi in Italia per rispetto nei confronti del live. La incisi in studio, fu insolita ed estrema. Pensai “e se la cantasse Pavarotti?”. Luciano mi telefonò e mi disse che si era commosso”. Tante parole per un grande uomo, ma forse il pensiero più semplice e profondo è di Piera Degli Esposti: ” difficile pensare che non c’è, ecco”.
Dopo le puntate dedicate a Mina, Roberto Bolle, Francesco Guccini e Andrea Boccelli, torna questa sera – alle 21.10 su Rai Due – Unici, per ricordare e omaggiare il grande Lucio Dalla, scomparso l1 marzo 2012, che questoggi avrebbe compiuto 71 anni. Lucio Dallaa modo mio ripercorre lopera musicale del cantautore bolognese, artista poliedrico e sfuggente capace di produrre – e lasciarci in dote – un patrimonio straordinario, multiforme e rivoluzionario di musica e parole. Chi e cosa è stato Lucio Dalla? Ce lo dirà Giorgio Verdelli, attraverso le sue canzoni e i racconti dei suoi amici, collaboratori e colleghi che hanno avuto la fortuna di incrociare la sua strada. Nel programma sono infatti presenti numerose testimonianze, a partire da quella di Francesco De Gregori, che (per la prima volta dalla scomparsa di Dalla ricorda in tv lamico e collega) racconta la lunga collaborazione artistica che ha portato alla realizzato di dischi e tour come Banana Republic. Tra gli interventi troveremo quelli di Renato Zero, Ron, Luca Carboni, Pupi Avati, Piera degli Esposti, Gaetano Curreri, Samuele Bersani, Federico Zampaglione,Vincenzo Salemme, Marco Mengoni, Gigi DAlessio, Attilio Fontana, Mauro Malavasi, Marco Alemanno e il teologo Vito Mancuso. Ci saranno documenti depoca, concerti, filmati, foto e registrazioni mai viste prima. Tra le chicche di serata, uninedita conversazione tra Lucio Dalla e Federico Fellini sulla musica; in più la grande passione sportiva per il basket di Lucio narrata da Dan Peterson e da alcuni ex giocatori della Virtus Bologna. La puntata non poteva che chiamarsi A modo mio citando appunto un verso del celebre brano Piazza Grande per un artista che ha fatto sempre tutto a modo suo.