La puntata di questa sera de Le invasioni barbariche vedrà la partecipazione del cantautore e scrittore Vasco Brondi. Nato a Verona, nel febbraio del 1984, ha iniziato a farsi notare nel 2008, quando ha rilasciato il suo lavoro in studio Canzoni da spiaggia deturpata, nell’ambito del suo progetto musicale denominato Le luci della centrale elettrica. L’album, prodotto da Giorgio Canali, ha avuto una buona accoglienza non solo da parte della critica specializzata, ma anche a livello di vendite. Il lavoro di Vasco Brondi ha peraltro collezionato premi importanti, tra i quali una Targa Tenco in qualità di miglior album d’esordio, il Premio Fuori dal Mucchio, concesso dalla storica rivista Il mucchio selvaggio, e il Premio FIMI. L’allargamento esponenziale della sua popolarità, è poi proseguito nei mesi successivi con la partecipazione ai concerti di artisti come Afterhours, Vinicio Capossela, Blonde Redhead e Subsonica.



Il suo secondo album è uscito nel novembre del 2010, con il titolo Per ora noi la chiameremo felicità, ancora una volta con ottimi riscontri sia da parte dei critici specializzati che del pubblico. Nello stesso periodo, la rivista Rolling Stone ha tributato un importante omaggio a Brondi, assegnando a Canzoni da spiaggia deturpata la posizione numero sei nella classifica dei venticinque lavori in studio più significativi del decennio. Il 2011 ha invece visto il musicista veneto al fianco di Jovanotti, nell’Ora in Tour, altra occasione per espandere in maniera considerevole la propria popolarità. Sempre nello stesso anno, Marco Lodoli ha quindi pubblicato un articolo su La Repubblica, nel quale ha avanzato un lusinghiero paragone tra Brondi e Francesco De Gregori, una delle maggiori icone della scena musicale tricolore, tanto da spingere lo stesso cantautore romano a volerlo al suo fianco nel corso della sua performance al Traffic Festival di Torino. 



Oltre a scrivere musica, Vasco Brondi si diletta anche a scrivere racconti e altri scritti, che hanno fatto parte di varie raccolte uscite dal 2009 ad oggi. appena uscito Costellazioni, il terzo album in studio lungamente atteso dai suoi fan, che ha subito calamitato recensioni estremamente importanti. Un lavoro che arriva dopo un lungo viaggio compiuto dall’artista veronese negli Stati Uniti, dove ha toccato molti luoghi e in particolare San Francisco e New York. In unintervista concessa a La Repubblica, ha voluto precisare come il suo lavoro voglia essere soprattutto un ponte verso il futuro, andare oltre il malessere generalizzato che sembra il minimo comune denominatore per milioni di italiani che non riescono a ritrovare ottimismo. Un disco più cantato rispetto a quelli che lo hanno preceduto, e che mostra spiragli di ottimismo inconsueto che cerca di andare oltre il piangersi addosso che sembra distinguere l’Italia di questo inizio di millennio. Nella stessa intervista, Vasco Brondi ha toccato anche altri temi interessanti, come quello relativo alla nuova generazione di cantautori italiani che sta emergendo (Brunori Sas, Colapesce ed altri) e il Festival di Sanremo.



Riguardo al primo aspetto, il cantautore veneto ha constatato con piacere che sembra ormai ridursi il gap tra mondi musicali che qualche anno fa non comunicavano. Una riduzione testimoniata proprio dall’arrivo sulle tavole del Teatro Ariston di artisti come Sinigaglia o Perturbazione che non sono più considerati di nicchia. Specificando allo stesso tempo di non sentirsi adatto per una ribalta come quella sanremese, per molti motivi derivanti dalla differenza di impostazione musicale rispetto a coloro che frequentano abitualmente la kermesse canora ligure. Naturalmente il suo nuovo lavoro è atteso con molta curiosità alla prova dei mercati, soprattutto dagli ammiratori di Vasco Brondi. Proprio per questo motivo la sua partecipazione a Le invasioni barbariche va considerata molto importante a fini promozionali e di popolarità presso un pubblico che ancora non lo conosce come meriterebbe.