Questa sera a Che tempo che fa il commento delle notizie della settimana sarà arricchito dalla presenza in collegamento di Francesco Guccini. Il celebre cantautore è nato il 14 giugno del 1940 a Modena, ma per la guerra in corso la sua infanzia e anche parte delladolescenza trascorrono nel paese dove vivevano i nonni paterni, la cittadina di Pàvana, una località situata nellAppennino Pistoiese, al confine con la provincia di Bologna. Francesco studia presso lIstituto magistrale di Modena e frequenta la Facoltà del Magistero di Lettere di Bologna, e vi si trasferisce definitivamente nel 1960. Per circa due anni Francesco fa il cronista presso la Gazzetta di Modena e insegna italiano per ventanni presso il Dickinson College, una scuola off-campus, che ha la sua sede a Bologna, ma appartenente allUniversità della Pennsylvania.



Francesco Guccini inizia sia a suonare che a scrivere canzoni giovanissimo, verso la fine degli anni 50. Così parla di sé a riguardo: Musicalmente sono nato nel 1957, con una chitarra avuta in regalo, composi le prime canzoni quasi subito. Francesco realizza in tutta la sua carriera ben 22 album e in Italia ha un successo che dura da circa quarantanni. Il suo debutto con Folk Beat n1, è nel 1967 solo con il nome di Francesco, senza Guccini, con canzoni notissime come Noi non ci saremo e Auschwitz, ossia La canzone del bambino nel vento, con cui entra alla grande nella storia musicale italiana; altri pezzi famosi sono Statale 17, Il sociale e lantisociale e la bella Canzone per unamica, per la morte di S.F. con cui oggi ancora inizia ogni suo concerto.



Nel 1970 realizza lalbum Due anni dopo che era stato registrato nel 69: un album con toni esistenziali e inquieti. Lalbum è centrato sul tempo che trascorre e sulla vita di tutti i giorni analizzata con uno sguardo allipocrisia della borghesia. Nel 1970 viene anche pubblicato lalbum Lisola non trovata, in cui collabora con il famoso Vince Tempera, il pianista e con Ellade Bandini batterista, i quali ancora oggi sono con lui nei concerti.

La vera svolta artistica e qualitativa avviene nel 1972 quando scrive lalbum Radici, in cui ciascun brano è un piccolo capolavoro. Da Radici a Piccola città, da Incontro a Canzone dei dodici mesi o il mitico brano La locomotiva. Il filo conduttore è la ricerca delle radici che sono testimoni della vita che si tramanda tra generazioni.

Nel 1973 Francesco scrive Opera buffa un album registrato presso lOsteria delle Dame: è ricco di scherzi musicali e mostra un carattere giocoso di Francesco Guccini. Viene poi Stanze di vita quotidiana nel 1974 con cui torna sullintimismo e sulla riflessione. Nel 1976 arriva il successo commerciale con Via Paolo Fabbri 43 un disco che commuove e entusiasma: con le canzoni Lavvelenata sputa rabbia e orgoglio, Piccola storia ignobile Francesco descrive astrattamente la vita bolognese. Il disco successivo, del 1978, è Amerigo, in cui cè la famosa canzone Eskimo che è un ritratto di una generazione e dei suoi sogni. Ma Guccini considera il brano più riuscito Amerigo, la ballata nella quale confronta lAmerica dei sogni e quella vera attraverso gli occhi di un suo zio emigrante. Negli anni Ottanta Francesco scrive Metropolis del 1981, un album dedicato alle città che hanno una storia e valenza simbolica come Bisanzio, Bologna, Venezia e Milano. Nel 1983 Francesco scrive Guccini i cui affronta gli stessi temi del disco precedente, con il tema dei viaggi e di un disagio metropolitano. Un brano famoso è Autogrill una canzone che è sospesa tra il mistero e lirrealtà la quale parla dellamore appena sfiorato.

Nel 1984 esce il live Fra la via Emilia e il West una registrazione del famoso concerto tenuto a Bologna in Piazza Maggiore e nel 1987 Francesco scrive lalbum intitolato Signora Bovary di stampo intimista, in cui le canzoni sono ritratti di alcuni personaggi che erano persone della sua vita: infatti Van Loon rappresenta suo padre, Culodritto la figlia. Nel 1993 scrive lennesimo album dal titolo Parnassius Guccinii (è il nome di una farfalla), in cui spiccano belle canzoni come Samantha, Canzone per Silvia, Nostra Signora dellIpocrisia e Farewell una ballata allamor perduto.  Il disco Guccini Live Collection contiene 27 dei suoi successi dal vivo. 

Nel 2004 scrive l’album “Ritratti” caratterizzato da “quadri metaforici” i quali rappresentano gli uomini che sono entrati nella Storia sia per volontà che loro malgrado, tra cui Ulisse, Che Guevara, Colombo e altri. Nel 2006 pubblica la raccolta che celebra la sua carriera di 40 anni, intitolato “The Platinum Collection” che contiene 47 brani classici di Francesco. Per Francesco i concerti sono un’occasione in cui conta il rapporto con il pubblico. La sua musica attrae tutte le generazioni, sia gli adolescenti che gli adulti ma anche gli anziani, di cui ciascuno alla ricerca cose probabilmente diverse e ritrova nelle parole e nella musica un intimismo che è anche proprio.

Guccini è stato anche uno scrittore di successo. Il primo libro intitolato “Croniche epafaniche”, del 1989, è un best-seller. Nel 1993 scrive un altro successo dal titolo “Vacca d’un cane” con Feltrinelli. Ha avuto numerosi premi e riconoscimenti nella sua lunghissima carriera tra cui il Premio Tenco nel 1975.

Oggi Guccini viene studiato a scuola come “poeta” contemporaneo e riceve il “Premio Librex-Guggenheim Eugenio Montale” nel 1992 nella sezione “Versi in Musica”. Nel 2002 riceve la “laurea ad honorem” dall’università di Bologna in “Scienze della Formazione”.
Umberto Eco dice di lui: “Guccini è forse il più colto dei cantautori in circolazione: la sua poesia è dotta, intarsio di riferimenti…”.