Tra gli ospiti di Che tempo che fa in onda questa sera cè anche Matteo Renzi, il quale sarà chiamato a illustrare i progetti del suo esecutivo. Il Premier è nato a Firenze nel gennaio del 1975. Figlio di un ex consigliere comunale di Rignano sullArno, anche lui ha presto iniziato a interessarsi di politica. Dopo essersi diplomato al Ginnasio Dante, si è laureato nel 1999 in Giurisprudenza con una tesi su Giorgio La Pira. Già tre anni prima aveva però cominciato a segnalarsi per il suo lavoro allinterno dei Comitati Prodi, sorti per sostenere la candidatura del professore alla carica di Premier. Diventato coordinatore provinciale della Margherita, nel 2004 è quindi stato eletto a Presidente della Provincia di Firenze, carica detenuta sino al 2009, quando è diventato sindaco del capoluogo toscano, battendo al ballottaggio lex portiere della Fiorentina, Giovani Galli.



Un anno fondamentale per la sua carriera politica si è però rivelato il 2010, quando ha assunto la guida del cosiddetto movimento dei rottamatori, i giovani del Partito Democratico assertori di un deciso ricambio della classe dirigente, privilegiando gioventù e freschezza. Il simbolo di questo movimento, cui hanno partecipato anche Pippo Civati e Deborah Serracchiani, è stata la Leopolda, ove centinaia di personalità emergenti del partito hanno ribadito con grande forza la necessità di affrancamento da una classe dirigente da troppi anni in politica. Da questo momento la sua ascesa non ha più avuto sosta, a parte la sconfitta riportata nelle primarie del centrosinistra che dovevano decidere il candidato premier per le politiche del 2013, quando Renzi è stato battuto da Bersani, ricavandosi però una posizione di estrema forza. Una posizione sfruttata nei mesi successivi, quando il fallimento di Bersani ha aperto la strada al governo delle larghe intese e lo ha riportato sulla ribalta politica.



Vinte le primarie per il segretario del Partito Democratico, in una corsa contro lex alleato Pippo Civati e Gianni Cuperlo, il sindaco di Firenze ha quindi deciso di affondare il colpo contro Enrico Letta, dichiarando ormai conclusa la sua esperienza di Governo.  Diventato Presidente del Consiglio, Matteo Renzi è ora atteso da un compito estremamente complicato, quello di rimettere in carreggiata un Paese che attraversa una crisi drammatica. Una crisi che richiede provvedimenti incisivi e non semplici palliativi, in grado di riattivare forze economiche e sociali che nel corso degli ultimi anni sono state messe in disparte. Basta del resto guardare i dati riguardanti il lavoro, con una disoccupazione giovanile dilagante, per comprendere la difficoltà del compito del nuovo Premier. Il quale ha già fatto capire di ritenere il lavoro la prima emergenza da affrontare, elaborando il cosiddetto Jobs Act, un complesso di norme che dovrebbero costruire nuove occasioni di impiego facilitando il rapporto delle aziende con la burocrazia e cercando di costruire un percorso di ingresso nel mondo del lavoro per i tanti ragazzi in cerca di occupazione nel quale i diritti verrebbero acquisiti passo dopo passo. 



Altro tema affrontato con molta energia da Matteo Renzi in queste settimane, è stato quello della legge elettorale, tramite un accordo con Silvio Berlusconi che ha però provocato grandi polemiche. Un accordo che esclude le preferenze e che presenta un premio di maggioranza fissato a una quota che a detta di molti osservatori sarebbe troppo bassa. L’accordo in questione, che è stato etichettato come Italicum, andrebbe in particolare contro il diritto dei cittadini di scegliersi i propri rappresentanti lasciando ai segretari di partito la possibilità di nominare i propri fedelissimi.