Trasformare in immagini da grande schermo una storia di successo come quella raccontata dallomonimo romanzo Il Pretore è certo fatto di grande soddisfazione. Tuttavia, così resta per poco nel caso il prodotto filmico finale non sia poi allaltezza delle pagine del libro dal quale tutto ha avuto inizio. Con coraggio, corre il rischio il nuovo film di Giulio Base, con il supporto produttivo di Lime e Rai Cinema. Il Pretore, infatti, ripercorre passo dopo passo quello che Piero Chiara scriveva nero su bianco riempiendo le pagine del suo romanzo.
Con Francesco Pannofino, Sarah Maestri e Mattia Zàccaro Gau, la sinossi è sempre quella: un uomo di successo, Augusto Vanghetta (Francesco Pannofino), sposato a una donna troppo buona e sensibile, la giovane e deliziosa Evelina (Sarah Maestri), che, tuttavia, a causa dei tradimenti e della freddezza del marito, si spegne ogni giorno di più, anche e soprattutto a causa del suo non poter diventare mamma. Oltre a coltivare amanti, il pretore Vanghetta colleziona passioni. In particolare quella del teatro. Così, senza perdere tempo, impiega parte delle sue giornate nella stesura di una prima grande commedia, intitolata Lamore è unequazione. Il teatro e un giovane nuovo collega che Vanghetta adotterà, ospitandolo anche a casa, quasi fosse un figlio, saranno il pepe dellintero racconto. proprio con larrivo del bel Mario Landriani (Mattia Zàccaro Gau), infatti, che il rapporto di Augusto ed Evelina prenderà improvvisamente una nuova, inaspettata, piega.
Pietro Chiara è uno scrittore davvero bravo. Amabile e di successo. Per nulla lezioso, divertente, spesso piccante. Senza mai cadere nella scurrilità, racconta il regista, Base. Questa è limpronta che ho voluto caratterizzasse anche il mio film. Il tentativo è certo stato quello di mettere in scena la giusta misura, il corretto intermezzo tra commedia e dramma umano, prestando molta attenzione a non spostare il peso né troppo da una parte, né troppo dallaltra.
E, così sembra, bravo Base. Ci è proprio riuscito! Con tante note di colore e qualche schizzo grigio e cupo qua e là, Il Pretore si presenta come un film sicuramente adatto a tutti. Il classico da televisione – forse infatti più passabile sul piccolo piuttosto che sul grande schermo – riesce a far ridere, a far emozionare, e a far commuovere. Un turbinio di sentimenti che tanto devono alla magnifica ambientazione anni 30 che con bravura Base riesce a mettere in scena.
Una trasposizione importante che – con il supporto di divertenti e perspicaci peripezie registiche del cineasta, che abilmente si cimentano in inquadrature estetiche ma funzionali – a tutto sembra intenzionata tranne che a distrarre lo spettatore da quello che l’immaginario di Chiara racchiude.
Forse un poco lento in alcuni isolati passaggi, ma altresì fedele al romanzo, e a quanto le pagine del libro raccontano. Nel complesso, un buon prodotto e un’utile opportunità per divertirsi, tornando al melodramma rosa tipico di un’Italia oramai moderna. Chissà che non sia anche questo lo spunto per tornare a riscoprire uno scrittore talentuoso come Chiara, spesse volte troppo dimenticato.