Martedì 15 aprile, Rai 5 trasmetterà il film del 2011 The tree of life, diretto da Terrence Malick. Nel film ci sono diversi rimandi biblici, inerenti soprattutto al Libro di Giobbe, oltre ai grandi misteri della vita e della morte, ci sono diversi altri temi, come l’ineluttabilità del male e della sofferenza, ma anche l’importanza della Bellezza e della Speranza. La pellicola, presentata al Festival di Cannes, nel 2011, ha conquistato la Palma d’Oro come miglior film, ma ha ricevuto molti altri riconoscimenti, tra cui: due Satellite Award (a Jessica Chastain, come migliore attrice non protagonista, e Terrence Malick, per la migliore sceneggiatura originale), tre Los Angeles Film Critics Association Award, quattro Chicago Film Critics Association Award, e diverse nomination ai premi Oscar.Siamo a Waco, in una cittadina del Texas, negli anni ’50: qui vive Jack O’Brien (Hunter McCracken), un ragazzino che vive in una famiglia cattolica, profondamente osservante, composta dai due genitori (Brad Pitt e Jessica Chastain) e i due fratelli, R.L. (Laramie Eppler) e Steve (Tye Sheridan). Il film narra sostanzialmente della formazione di Jack, a cui la madre e il padre offrono due modelli di educazione (e d’amore) diametralmente opposti: amorevole, protettivo, fatto di modi gentili, quello della madre; rigido, autoritario, non estraneo alle punizioni fisiche ed estremamente severo quello del padre. Il signor O’Brien insegna ai figli il culto della forza e della grandezza, inculca loro l’idea che, al mondo, le persone troppo buone sono destinate a soccombere, fa coincidere l’importanza e la posizione sociale raggiunte nel corso dell’esistenza con le condizioni fondamentali che consentono a ciascuno di guadagnarsi l’amore ed il rispetto degli altri. Queste idee e il metodo di educazione del capofamiglia O’Brien, improntato al timore ma non al rispetto, e motivato da quella che per lui è quasi un’ossessione, e cioè che i figli corrispondano quell’affetto che, a volte, non riesce a dimostrare, suscita la ribellione di Jack, decisamente più a suo agio con la madre, almeno fino a un certo punto della storia. Il ragazzino non si riconosce nemmeno in lei, troppo sottomessa al padre e succube di lui. I tantissimi interrogativi che il giovane Jack si pone nel corso della storia sono destinati ad aumentare, quando la famiglia O’Brien è costretta a confrontarsi con la morte di uno dei figli, e non abbandoneranno il ragazzo, che, una volta divenuto uomo (Sean Penn), si è ormai lasciato alle spalle l’infanzia nel selvaggio Texas per i grattacieli di Houston, dove lavora. Questo, almeno, è ciò che appare in superficie. Riuscirà, Jack, a riconciliarsi con la figura del padre e a elaborare il lutto per la morte del fratello, in realtà mai superata del tutto? Ma soprattutto, ce la farà a capire un po’ meglio sé stesso e a rispondere alle domande che lo tormentano?



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