Dopo The Amazing Spider-Man del 2012, arriva al cinema il sequel firmato da Marc Webb, che riprende le vicende di Spiderman e le declina in un teen movie incentrato su un tema chiaro e forte, quello del tempo. Tempo che manca, tempo che stringe, tempo che bisogna decidere come sfruttare. Peter Parker (Andrew Garfield), come da tradizione, si divide tra la vita ordinaria dello studente cresciuto con la zia e innamorato di una bella ragazza, e limpresa straordinaria di essere un supereroe, impegnato a salvare i cittadini di New York dai criminali.

Dai fumetti Marvel, il film riprende lo spirito spensierato dellUomo Ragno, che si diverte mentre combatte i nemici. La prima sequenza in cui compare il protagonista, dopo la digressione sulla sua infanzia, alterna la consegna dei diplomi e un folle inseguimento di Spiderman, stabilendo il tono della storia e offrendo un assaggio degli ingredienti principali: azione, effetti speciali, riflessione tematica, battute ironiche e tensione spinta al limite. Arrivato in ritardo alla cerimonia, Peter non sente il discorso di Gwen (Emma Stone), la sua ragazza nonché studentessa più brillante dellanno, che ricorda limportanza di dedicare la propria vita a qualcosa in cui si crede, senza farsi bloccare dalla paura.

Gwen incarna, per Peter e per gli spettatori, il cuore della storia: amare significa lasciare andare. Le persone accanto a noi hanno i loro sogni, le loro debolezze e un destino – costruito anche attraverso le loro scelte – da cui non possiamo proteggerle. Gwen è un personaggio dal carattere forte, non la fanciulla da salvare, ma una persona indipendente, decisa a rischiare per affermare se stessa.

Sulla sponda dark, un ruolo centrale nella vicenda è rivestito dalla Oscorp, la torre del male, una società nata per preservare la vita di Norman Osborn, vittima di un male incurabile e sconosciuto. Il magnate aveva scelto di utilizzare la sua ricchezza per finanziare dei progetti speciali in grado di mutare la natura umana e di conferire dei superpoteri e dei superguai. Il padre di Peter era coinvolto negli esperimenti e, dopo la celebre scoperta sui ragni, era stato costretto a fuggire, abbandonando il figlio ancora piccolo. Un vuoto con cui Peter è costretto a confrontarsi ogni giorno, fino a scoprire la verità e riconciliarsi con le decisioni dei genitori.

Il primo nemico di Spiderman è proprio la vittima di un progetto speciale, un uomo qualunque, stanco di essere invisibile, che si trasforma in Electro (Jamie Foxx) e che assorbe l’energia elettrica dell’intera metropoli, causando un pericoloso black-out. Qualcun altro, però, vuole distruggere Spiderman/Peter: l’ex compagno di giochi Harry Osborn (Dane De Haan), un personaggio complesso e tormentato, apparentemente attaccato alle cose materiali ma, in realtà, bisognoso di affetto e di riconoscimento. Harry ha ereditato la malattia del padre e, per curarsi, crede di avere bisogno del sangue di Spiderman. Il suo rifiuto scatena un odio che lo porta a trasformarsi in Goblin, l’antagonista finale dell’Uomo Ragno.

Dramma e commedia si alternano nel corso del film, che diverte con le spettacolari sequenze action in cui sappiamo che Spiderman, comunque vada, se la caverà, e commuove nel finale. Si punta molto sul potere di attrazione di Electro e sulla colonna sonora, elemento importante della narrazione.

Gli sceneggiatori (Orci, Kurtzman, Pinkner), che provengono dal team di JJ Abrams, lavorano con attenzione sui personaggi e sulla loro psicologia, sul processo di maturazione del protagonista che passa anche attraverso la tragedia. Che ci si ritrovi a essere umani o supereroi, poco importa: impiegare nel modo migliore possibile il tempo a nostra disposizione resta l’unico modo di vivere davvero.