La puntata di oggi di Che tempo che fa, vedrà tra gli ospiti anche Giuseppe Battiston. Nato a Udine nel luglio del 1968, è uno degli attori emergenti della scena italiana. Si è diplomato presso la Scuola d’arte drammatica Paolo Grassi di Milano, iniziando nel 1990 la sua carriera di attore sul grande schermo, con il film Italia-Germania 4-3, di Andrea Barzini, nel quale ha interpretato una piccola parte. Tre anni dopo ha quindi dato inizio al sodalizio artistico con il regista Silvio Soldini, partecipando a Un’anima divisa in due, recitando nelle vesti di un addetto di autogrill. A questo film ha poi fatto seguito quattro anni dopo Le acrobate, in cui ha lavorato insieme a Valeria Golino e Licia Maglietta. Dopo un altro ruolo minore in Chiedimi se sono felice, diretto da Massimo Venier nel 2000, nello stesso anno è arrivato il suo primo ruolo di rilievo, quello di Costantino Caponangeli in Pane e tulipani, un giovane ingaggiato per investigare su una donna in fuga da casa il quale tralascia il compito affidatogli dopo essersi innamorato di un’altra ragazza. La pellicola di Soldini gli ha procurato grandi consensi della critica e premi come il David di Donatello e il Ciak d’oro in qualità di miglior attore non protagonista.
Nel 2004 ha nuovamente preso parte ad un film di Soldini, Agata e la tempesta, nei panni di un commerciante di abiti casual che si mette in cerca del fratello venduto dalla madre da piccolo, ancora una volta con ottimi riscontri da parte della critica specializzata. Nell’anno successivo si è distinto per la partecipazione a La bestia nel cuore, una pellicola diretta da Cristina Comencini per la quale ha ricevuto una nomination al Nastro d’argento ancora una volta come miglior attore non protagonista. Il 2005 lo ha visto recitare anche in La tigre e la neve, diretto da Roberto Benigni.
Dopo alcuni episodi minori, come A casa nostra, di Cristina Comencini (2006) e Uno su due, di Diego Cappuccio (dello stesso anno), nel 2007 è tornato alle dipendenze di Silvio Soldini, recitando in Giorni e nuvole, venendo nuovamente candidato come miglior attore non protagonista al David di Donatello. Premio vinto invece nell’anno successivo con la partecipazione a Non pensarci, di Gianni Zanasi. Negli anni a seguire ha poi preso parte a progetti come Cosa voglio di più, diretto ancora da Soldini, La passione, pellicola del 2010 diretta da Carlo Mazzacurati, con cui ha nuovamente trionfato al Nastro d’Argento e al David di Donatello, e La variabile umana, alle dipendenze di Bruno Oliviero (2013). La sua ultima fatica cinematografica è stata La sedia della felicità, ultima opera diretta dallo scomparso Carlo Mazzacurati, che è in sala in questi giorni.
Oltre alla carriera cinematografica, Giuseppe Battiston può vantare una serie di lavori importanti sul piccolo schermo, tra i quali spicca la partecipazione alle prime due edizioni di Tutti pazzi per amore, in cui ha ricoperto il ruolo del Dottor Freiss. Nel corso del 2013 ha anche prestato la sua voce per un progetto su Maigret, che prevede la stesura di ben quarantasei audiolibri incentrati sulla figura del celebre commissario creato dalla fervida immaginazione di Simenon. Nel 2010 ha inoltre iniziato una proficua esperienza teatrale, che lo ha portato nel corso degli anni a recitare atti come Orson Welles Roast, scritto insieme Michele De Vita Conti, con il quale ha vinto il Premio Ubu.
Il suo intervento a Che tempo che fa sarà probabilmente incentrato su “La sedia della felicità”, il film appena uscito nelle sale e diretto da Carlo Mazzacurati prima di morire. Proprio sulla pellicola, l’attore friulano ha rilasciato un’ intervista in cui ha ricordato la figura del regista e la genesi di un film che vede riuniti molti dei migliori interpreti del cinema tricolore, come Silvio Orlando, Fabrizio Bentivoglio, Antonio Albanese, Isabella Ragonese, Valerio Mastandrea, Milena Vukotic e Roberto Citran, spesso confinati in piccoli ruoli accettati proprio per la stima verso Mazzacurati. Un’ottima occasione quindi per dare il giusto tributo a un regista che ha nobilitato il nostro cinema nel corso degli ultimi due decenni.