Domenica 27 aprile su Rai Uno andrà in onda il film-tv Non avere paura – un’amicizia con Papa Wojtyla, diretto da Andrea Porporati. La pellicola ripercorre le tappe dell’amicizia tra il pontefice polacco e Lino Zani, la guida alpina che fece da accompagnatore nelle numerose escursioni del Santo Padre. A rivestire i panni di Lino Zani sarà Giorgio Pasotti, mentre nelle vesti del pontefice troveremo l’attore russo Aleksei Guskov. Lino Zani è nato il 27 febbraio del 1957 e risiede attualmente a Temù, in provincia di Brescia. Dopo avere conseguito il diploma di perito chimico nel 1978, presso lIstituto Esperia di Bergamo, si è laureato in Scienze della Comunicazione, frequentando una serie di corsi di perfezionamento in marketing e comunicazione. Insieme agli studi, ha portato avanti una carriera da atleta professionista, iniziata a quattordici anni, al termine della quale ha conseguito la qualifica di istruttore di sci alpino.
Proprio in tale veste ha dato vita a collaborazioni di alto profilo con la Rai eD enti ministeriali, oltre a fungere da consulente tecnico per alcune aziende operanti nel settore dell’abbigliamento sportivo. Negli anni tra il 1990 e il 2001 è stato manager e promoter di una lunga serie di atleti e personaggi famosi, tra i quali spiccano Alberto Tomba, Mike Bongiorno e Fiorello. Ha inoltre partecipato a una spedizione al Polo Nord e al Polo Sud, insieme a Mike Bongiorno e al Principe Amedeo dAosta, evento organizzato nellambito delle celebrazioni del centenario riguardante il Duca degli Abruzzi.
Tra le spedizioni cui ha preso parte, vanno poi ricordate quelle alpinistiche organizzate in questo periodo come quelle sullEverest e altre cime da 8.000 metri, tra le più importanti del mondo. Negli anni a cavallo del nuovo millennio ha invece rafforzato i suoi legami con il mondo istituzionale, ottenendo un incarico dal Ministro degli Affari Esteri, Franco Frattini, al fine di istituire e coordinare una segreteria permanente sulle montagne all’interno della FAO. stato anche l’ideatore e il realizzatore di Piccoli Sciatori e Piccoli Ciclisti Crescono, programmi rivolti ai più piccoli, andati in onda su Rai Due e Rai Tre tra il 2002 e il 2003. Nel 2006 ha quindi ricoperto l’incarico di responsabile per la sicurezza delle piste per le Olimpiadi invernali di Torino, incarico detenuto in contemporanea con quello di direttore delle Terme di Boario, ricoperto dal 2002 al 2007.
Attualmente è membro del Comitato Scientifico di Ricerca in Montagna della Regione Lombardia e dirige l’Associazione Operatori Montani, oltre a svolgere la funzione di produttore televisivo. Ha scritto il libro Era santo, era uomo, pubblicato nel 2011, da cui è tratta la fiction realizzata dalla De Angelis Media, in cui racconta in maniera dettagliata il rapporto con Karol Wojtyla. Un rapporto che lo ha segnato profondamente, a partire dal primo incontro con il Papa polacco, avvenuto nel 1984, con il Santo Padre ancora dolorante per l’attentato di cui era stato fatto oggetto. Un rapporto raccontato anche nel corso di unintervista rilasciata proprio sul set del film, in cui ha ricordato la grande capacità del pontefice di relazionarsi agli altri, trasmettendo una grande carica, spesso inspiegabile. Nella stessa intervista, Zani ha quindi ricordato la genesi di quella sorprendente spedizione in montagna, resa ancora più incredibile dall’arrivo del Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, scatenando un interesse mediatico tale da travolgere le strutture organizzative locali.
Tra gli eventi ricordati, anche quello della preghiera presso la Croce di Legno posta sulla cima di Cresta Croce, quando Wojtyla volle celebrare a modo suo dopo avere saputo il perché di quella presenza, eretta a ricordo della morte di un ragazzo durante la Grande Guerra e poi testimone di tante battaglie e delle preghiere dei soldati. Un rapporto che si sarebbe poi rinnovato negli anni successivi, non solo nel 1988, quando decise di tornare al Rifugio ai Caduti dell’Adamello, ma anche negli anni a seguire, quando proprio a Lino Zani furono affidati dei compiti e riservato il privilegio di essere ricevuto in Vaticano. Tanto da spingerlo ad affermare di sentirlo ancora vicino, soprattutto nei momenti delicati della sua vita, come quelli passati sul Dhaulagiri, un ottomila metri dell’Himalaya, in fondo a un crepaccio nel quale era caduto, o anni dopo a seguito dell’investimento da parte di una macchina.