Ventanni soltanto, ma una passione già grande: quella per il cinema. Stiamo parlando del giovanissimo Francesco Guerroni, classe 93, che sin dalletà di 13 anni aveva ben chiaro cosa desiderasse ardentemente per il suo futuro: fare il regista. E il sogno sembra essersi, almeno in parte, assolutamente realizzato. Ora studia Comunicazione, Media e Pubblicità presso la Libera Università Iulm di Milano, e la carriera se la costruisce passo dopo passo. Qualche mese fa la sua opera seconda, intitolata Cécile (clicca qui per guardarla). Unopera in bianco e nero, che pare abbia riscontrato moltissimo successo. Dura ben 15 minuti, e nonostante sia totalmente a costo zero, gode di un cast tecnico di tutto rispetto. Importante anche il cast artistico che, oltre allattore teatrale Martino Coppola, vede in scena anche i giovanissimi Chiara Arrigoni, Federico Resio – anche co-sceneggiatore insieme al regista Guerroni – Sebastiano Marani e Cecilia Cardani.

Una storia libera di emozioni e colori, nonostante il Black and White delle riprese, che travolge e coinvolge, catapultando gli spettatori in uno spazio temporale a sé stante e altresì molto magico. Una sinossi semplicemente complessa; un uomo elegante e un ritratto. O forse un signore di tutto rispetto, e una bellissima ragazza sconosciuta. Insomma, un cortometraggio che gioca su tempo di narrazione e libertà di vedute, così che ognuno si emozioni come meglio crede. Perché, come dice anche Francesco «limportante è la personale interpretazione dello spettatore. Quello che davvero mi importa, è che Cécile trasmetta. E allora abbiamo voluto approfondire, e questo è quanto Francesco ci ha voluto svelare

La tua prima esperienza registica risale oramai a otto anni fa. Eri ancora (quasi) un bambino, ma dopo mesi di duro lavoro sei riuscito a concludere il tuo primo film…

Sì, ero davvero piccolino, ma la mia voglia di fare il regista è sempre stata tanta. La mia opera prima, col senno di poi, credo sia veramente inguardabile. Ma non nego, e anzi ne sono orgoglioso, sia per me ancora motivo di vanto. Sono felice, infatti, di averla portata a termine a 13 anni soltanto. Mi è costata anni di sacrifici, tre in totale, ma è stata una delle gavette più belle che abbia mai avuto il piacere di sopportare. Ho registrato tutto con una videocamera non professionale, anche se a me sembrava comunque un professionalissimo sogno bellissimo…

Ed è effettivamente bastato poco affinché il sognare a occhi aperti divenisse realtà… Sì, perché, con il tuo cortometraggio Cécile, il cast tecnico che vediamo in scena è assolutamente fantastico! Come lhai convinto a lavorare per te, dovendo rimaner però sul prodotto no-budget?

stata una grande e durissima sfida! Sono partito con il mio copione sotto braccio e una valigetta nella mano. Ho bussato porta a porta, passando dagli uffici dei tecnici più importanti ai quali avessi mai potuto aspirare. E inaspettatamente il mio soggetto è piaciuto! Sono lusingato di aver potuto lavorare con professionisti del calibro di Alessandro Ponti e Roberto Bacchini. Loro si sono occupati delle musiche, realizzandole di tutto punto. Credo siano state assolutamente fondamentali per la riuscita del mio film. E poi un grazie speciale va anche a Cristiano Casone e Patrizio Todisco: è infatti merito loro la qualità delle immagini, cosa certo non da poco. Mi hanno permesso di girare Cécile con una Red14K (una cinepresa professionale, ndr), ed è stato eccezionale! Anche a questo si deve la bellezza del risultato!

Infatti, su una cosa credo siano tutti daccordo; Cécile è proprio un gran prodotto! Ma cosa ci racconti di questo titolo, e di questo soggetto soprattutto?

Ho sempre avuto chiaro in testa di voler girare un film, in bianco e nero, e intitolato col nome di una donna francese. Puoi ridere, ma il perché non te lo so spiegare. L’ho solo sempre desiderato, e basta! Così è nato il mio film, che racconta di un uomo, di una donna e di un ritratto. La sceneggiatura non è soltanto mia. L’ho scritta a quattro mani con Federico Resio, carissimo amico d’infanzia, anche in scena nei panni del cameriere. Abbiamo lasciato volutamente un’apertura importante nell’evolversi della storia, di modo che fosse libera a qualsiasi tipo di interpretazione. Infatti, se ci pensi, è difficile spiegar bene quale sia la sinossi del mio cortometraggio…

 

Hai ragione, ma forse proprio per questo Cécile può dirsi tanto interessante! Un prodotto molto affascinante che, ne sono certa, conquisterà proprio tutti. Io te lo auguro e personalmente spero ci siano già buoni progetti per il futuro. A quando il tuo prossimo film?

(ride, ndr) Beh, se lo vuoi proprio sapere sto finalmente scrivendo un qualcosa di nuovo. A oggi è ancora tutto da decidere, ho iniziato solo da qualche giorno. Spero però di poterti dare presto tante nuove anticipazioni. La cosa sicura è che sono entusiasta e non vedo l’ora di portar avanti quella che per ora è solo una grande idea!

 

Aspetto trepidante le news allora… Ma adesso, bando alle ciance. “Signori e Signore, vince l’Oscar come ‘Migliore film straniero’… Cécile!”. Ti ho appena premiato. Chi vorresti ringraziare?

Te lo dico solo se non ridi! Grazie grazie a Milano, che è il mio Cuore. E poi grazie a Martin Scorsese, a Billy Wilder, a Stanley Kubrick, e all’intramontabile Fellini.