Lunedì 28 aprile 2014 su Rai Tre è andata in onda un’altra inchiesta del programma Report, condotto da Milena Gabanelli. Gli argomenti principali della puntata sono stati l’evasione fiscale, l’Agenzia delle Entrate e Equitalia. Ci sono stati anche altri due servizi: uno sulla truffa delle patate che avviene in Italia e l’altro sui giovani che lavorano come freelance. La prima inchiesta, quella sull’evasione fiscale, l’Agenzia delle Entrate e Equitalia, è di Paolo Mondani, ed è intitolata “Il socio occulto”. Secondo Tax Research, in Italia l’evasione fiscale ammonta a 180 miliardi di euro, mentre l’Agenzia delle Entrate ha stimato che 300 miliardi di euro sono stati depositati sui conti esteri. Il ministro dell’economia, Pier Carlo Padoan, ha dichiarato che di questi 300 miliardi ne recupererà soltanto 2. Sono complessivamente 168 persone condannate per il reato di evasione fiscale. Il problema in Italia è questo: per far ripartire l’economia, è necessario abbassare le tasse e per abbassarle è necessario far rientrare questi 300 miliardi, che sono stati prodotti dalla nostra economia e sui quali non sono state pagate le tasse. Il problema grosso è che allo stato attuale in Iitalia non c’è una legge che preveda questo. La puntata inizia con un’intervista a Diego Armando Maradona che, secondo l’Agenzia delle Entrate, deve allo Stato Italiano 40 milioni di euro. Maradona, dopo il famoso gesto dell’ombrello fatto a Equitalia a “Che tempo che fa”, ritorna sull’argomento spiegando le sue ragione. Il “Pibe de Oro” ha affermato di non essere un evasore fiscale perché lui era un dipendente del Napoli di Ferlaino e il contratto con la società partenopea prevedeva che fosse la società a pagare le sue tasse. Maradona ha anche aggiunto che con il Napoli ha guadagnato, in 7 anni, circa 20 miliardi di lire e che ora il fisco italiano gli chiede 40 milioni di euro, vale a dire circa 80 miliardi delle vecchie lire. L’intervista di Paolo Mondani chiarisce che l’Agenzia delle Entrate non chiede delle tasse al fuoriclasse argentino sul suo stipendio italiano, in quanto dipendente del Napoli. Ma allora, si chiede Report, Maradona è vittima o evasore? A questa domanda risponde il fiscalista Carlo Pontesilli che spiega che l’Agenzia delle Entrate contesta a Diego Armando Maradona delle somme che la società del Napoli aveva versato a una società di proprietà di Maradona del Lichestein. La somma versata dalla società partenopea ammonta a 24 miliardi e mezzo delle vecchie lire e riguarda gli anni che vanno dal 1985 al 1990.
L’altro grande problema è l’enorme pressione fiscale che c’è in Italia: Confindustria ha stimato che in Italia la pressione fiscale è al 54,8%, pressione che naturalmente strozza le piccole imprese che sempre più spesso sono costrette a chiudere. Ad esempio, il giornalista Mondani è andato a intervistare l’imprenditore Spapperi, proprietario dell’azienda Spapperi S.r.l che ha a sede a Città di Castello, in Umbria. L’impresa Spapperi è un’azienda che produce trapiantatrici per varie piantagioni, seminatrici, macchine per la raccolta di tabacco e altro ancora. Per produrre un’importante macchina, una raccoglitrice per cipolle da seme, nella realizzazione della quale lavorano 10 ingegneri e 30 operai, l’impresa ha avuto un finanziamento dall’Unione Europea, ma il fisco italiano ha chiesto di restituirlo. Il fisco ne ha chiesto la restituzione per un problema burocratico: mancava un documento. C’è stato un processo che ha dato ragione all’impresa Spapperi: ora si attende l’esito della Cassazione. Il “socio occulto”, spiega l’imprenditore Massimiliano Nebbiai, titolare dell’OMN Nebbiai è proprio il fisco. Ma perché questo socio occulto colpisce i più piccoli? L’inchiesta mette in luce una brutta realtà: nell’Agenzia delle Entrate e in Equitalia, vi lavorano anche delle persone che invece di incassare per lo Stato Italiano, preferiscono incassare dei soldi per sé. Si parla così dei cinque arresti avvenuti a Parma a giugno 2013: sono finiti in manette un dipendente dell’Agenzia delle Entrate, uno di Equitalia, un noto avvocato della città, che in passato era stato amministratore nella società partecipata del Comune di Parma, una falsa commercialista e un imprenditore. Secondo l’accusa, queste persone consentivano agli imprenditori di non pagare le tasse in cambio di denaro. L’inchiesta era partita da una denuncia di un dentista di Parma, Domenico Chiavazza, che si era rifiutato di pagare il denaro richiestogli. A Firenze, invece, l’ex direttore provinciale dell’Agenzia delle Entrate del capoluogo toscano, Nunzio Garagozzo, a dicembre 2013 viene indagato per aver concesso alcuni benefici fiscali al secondo contribuente di Firenze, l’imprenditore Emidio Petrilli.L’inchiesta parla anche del falso commercialista Paolo Oliverio, che non si è nemmeno mai laureato. Oliverio, arrestato a Roma nel novembre scorso, diceva di avere amicizie in Equitalia e di conoscere Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate. Sbandierando queste amicizie, si faceva dare del denaro da clienti facoltosi per aiutarli ad evadere il fisco. Paolo Mondani ha intervistato anche un dirigente di Equitalia, il quale ha dichiarato che Befera incontrava i politici, i quali gli chiedevano di aiutare gli imprenditori. Ad esempio a Caltagirone rivela che gli è stato dilazionato il debito. Ha rivelato che anche alla società di Lotito, la Lazio, è stato dilazionato il debito per 20 anni. Viene intervistato Hervé Falciani, ex dipendente del colosso bancario dell’Inghilterra Hsbc, che ha preparato una lista dove ci sono i nomi di 7.000 evasori italiani. Falciani ha dichiarato che le leggi in Italia non permettono di combattere realmente l’evasione fiscale. In effetti, prima Monti, poi Letta e infine Renzi, hanno promesso una legge per far rientrare i capitali nascosti all’estero in Italia. E allo stesso tempo, hanno promesso una legge sull’autoriciclaggio. Ma nulla di tutto ciò è stato ancora realizzato. E intanto, i grandi evasori fiscali patteggiano: ad esempio Prada si è messa d’accordo con il fisco per 460 milioni di euro.
L’altra inchiesta riguarda la truffa della patate. In Italia si consumano più patate di quante ne vengono prodotte. Per questo è costretta ad importarle dall’estero: le importa dalla Francia, ma in Italia vengono vendute come prodotto italiano. La truffa coinvolge produttori italiani, confezionatori e la grande distribuzione che riescono a far passare le patate francesi di origine italiani. L’ultimo servizio è intitolato “Vita da freelance”. In vari paesi europei, come Olanda e Inghilterra, diverse agenzie di intermediazione si occupano di dar da lavoro ai cosiddetti freelance. Report ha intervistato tre web manager che lavorano a Londra, Amsterdam e Milano. Il web designer di Londra, Edy Piro, ha detto che grazie a queste agenzie guadagna 300 sterline all’ora. Jan Enning, che lavora ad Amsterdam, ha detto di guadagnare 60 all’ora. In Italia, invece, queste agenzie non esistono e pertanto, i web designer italiani, come Davide Carofoli che lavora a Milano, guadagnano cifre inferiori e devono trovarsi da soli i clienti.
Questa sera su Raitre torna Report in prime time. Come sempre gli argomenti toccati dal programma di approfondimento sono tanti e oltre allo spazio dedicato all’evasione fiscale, Agenzia delle Entrate ed Equitalia, avremo anche un servizio dedicato alle patate firmato da Luca Chianca. Dopo il servizio sul caffè, ecco lo scandalo della patata bollente: è possibile che in Italia si consumino più patate di quante se ne producano? Sembra proprio di sì e invece di incrementare le colture nel nostro Paese, cosa succede? Che si è costretti ad importarle dall’estero. A quanto pare, però, le importazioni sembrano non esserci almeno non ai supermercati, dove del prodotto estero non c’è traccia. Il programma si è impegnato per seguire la produzione delle patate in un viaggio tra produttori italiani e francesi, passando dai coltivatori ai confezionatori e ai distributori. I punti salienti della trafila riguardano proprio le regole della tracciabilità, cosa succede? Lo scopriremo questa sera nel servizio di report. Clicca qui per l’anticipazione video.
Questa sera a Report si parlerà di evasione fiscale. Si tornerà quindi sul caso di Diego Armando Maradona. Il 20 ottobre 2013, Maradona, ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa aveva dichiarato di non essere un evasore facendo anche il gesto dell’ombrello a Equitalia. Paolo Mondani è andato a Dubai per intervistare Maradona: Non sono un evasore, avevo firmato con il Napoli, il fisco dovevano pagarlo loro, risponde l’ex calciatore. L’Agenzia delle entrare quindi non chiede tasse a Maradona sul suo stipendio italiano, era dipende del Napoli: quindi cosa gli contesta? il fiscalista Carlo Pontesilli che risponde: L’agenzia contestò a Maraonda delle somme che il Napoli calcio aveva corrisposta a una società del Lichestein di proprietà di Diego Armando Maradona per le annualità dal 1985 al 1990 per 24 miliardi e mezzo di vecchie lire. Clicca qui per vedere il video
E stato pubblicato sul sito ufficiale della Rai il video promo della puntata di Report che andrà in onda nella prima serata di oggi, lunedì 28 aprile 2014. Tanti gli argomenti che verranno trattati, tra cui quello riguardante la piaga dell’evasione fiscale che, secondo Tax Research, in Italia equivale a 180 miliardi di euro annui. Il socio occulto è il titolo dellinchiesta di Paolo Mondani per spiegare che i soldi per risollevare l’Italia ci sono, anzi, ci sarebbero. Ma in pochi li cercano. Prima il governo Letta e poi il governo Renzi, infatti, hanno più volte promesso una legge per incentivare il rientro dei capitali nascosti all’estero, oltre a pensare di inserire nel nostro codice penale il reato di auto riciclaggio. Eppure, a distanza di mesi, niente di tutto ciò è stato realizzato. Clicca qui per vedere il video promo della puntata di Report di stasera
E stato pubblicato da poco il video promo di una delle inchieste che vedremo questa sera nel corso della nuova puntata di Report, il programma condotto da Milena Gabanelli su Rai Tre. Si tratta di Vita da freelance, curata da Giuliano Marrucci: in diversi Paesi europei, tra cui Inghilterra e Olanda, un numero sempre maggiore di agenzie di intermediazione attive si occupano di trovare lavoro ai freelance. In Italia, invece, queste agenzie sembrano non esistere proprio, con il risultato che i nostri creativi guadagnano cifre decisamente inferiori rispetto alle 300 sterline previste per i web-designer inglesi e i 60 euro all’ora per quelli olandesi. Anzi, spesso in Italia non vengono neanche pagati. Clicca qui per vedere il video promo dellinchiesta di Report
Questa sera va in onda una nuova puntata di Report, il programma condotto da Milena Gabanelli su Rai Tre, dopo la pausa di Pasquetta. Questa settimana si tornerà a parlare di evasione fiscale attraverso linchiesta di Paolo Mondani intitolata Il socio occulto. Secondo Tax Research, levasione netta è pari a 180 miliardi di euro annui, mentre 168 sono i condannati complessivi per questo reato. Intanto Confindustria ha stimato al 54% la pressione fiscale. In questo contesto, si legge sul sito ufficiale della trasmissione, prima il governo Monti, poi il governo Letta, infine il governo Renzi hanno promesso una legge che incentivi il rientro dei capitali nascosti all’estero. E insieme a ciò, hanno pensato di inserire nel nostro codice penale il reato di autoriciclaggio, così da costringere quei capitali a rimpatriare pagando le imposte senza rischiare pesanti risvolti giudiziari. Eppure niente di tutto ciò è stato realizzato perché un partito invisibile sta condizionando il Parlamento e cerca di trasformare questa futura legge in un nuovo scudo fiscale. Dopo linchiesta sul caffè, Report parla questa volta di patate: L’Italia consuma più patate di quante ne produce – fa sapere il programma di Rai Tre – ed è costretta a importarle dall’estero. Andando nei supermercati, però, del prodotto d’importazione non c’è traccia. Le patate vendute dalla grande distribuzione sono tutte di origine italiana, ma è veramente così?. Report è quindi andato tra i produttori italiani e quelli francesi sulle tracce delle patate e le ha seguite dai coltivatori ai confezionatori e ai distributori, fino a chi le vende: Abbiamo scoperto come è facile raggirare le norme sulla tracciabilità.