Questa sera, lunedì 7 aprile, Rai 4 trasmette in prima tv assoluta il film “The Berlin file”, lungometraggio sudcoreano del 2013 diretto da Ryoo Seung-wan. Il film, che ha incassato circa cinquanta milioni di dollari a fronte di un budget di dieci, vede dietro la macchina da presa uno dei maestri sudcoreani dei film d’azione, che ha dichiarato di essersi ispirato a The Bourne Identity, il primo di una serie di film statunitensi di successo. Tutto inizia in un hotel berlinese, nel quale sono in corso delle trattative riguardanti un traffico illegale di armi che vede coinvolti un agente dell’intelligence della Corea del Nord, Pyo Jong-seong (Ha Jung-woo) e un terrorista mediorientale, alla presenza di un broker russo nel ruolo di intermediario. Però, proprio quando l’operazione sta per concludersi, un gruppo di persone incaricate dal Mossad fa fallire la trattativa, facendo irruzione nell’hotel. Pyo è costretto a darsi alla fuga e viene anche a sapere che, tanto la CIA, quanto i servizi segreti della Corea del Sud, sapevano dell’incontro per la trattativa per acquistare illegalmente le armi.



Pyo brancola nel buio, non avendo la benché minima idea dell’identità di colui che ha rivelato l’esistenza di una trattativa per la compravendita illegale della partita di armi, ma comincia a pensare che la notizia non possa essere trapelata se non da fonti interne ai servizi segreti nordcoreani. I semplici sospetti si tramutano in certezze nel momento in cui si diffonde la notizia che una persona dell’ambasciata nordcoreana ha chiesto l’intervento delle Nazioni Unite per ottenere asilo politico: è così che si decide di far arrivare in Germania Dong Myung-su (Ryoo Seung-bum), agente che ha il compito di scovare l’autore della soffiata. Intanto, i sospetti si concentrano sul console della Corea del Nord: infatti, Dong (Ryo Seung-bum), figlio del più stretto collaboratore del nuovo capo del Partito, tira in ballo il console e la moglie di Pyo, Ryun Jung-he (Gianna Jun), traduttrice di quest’ultimo, in quanto entrambi lavorano all’ambasciata. Ciò porterà i vertici del Partito ad accusare Pyo, ma questi non hanno fatto i conti con gli agenti segreti della Corea del Sud, e in particolare con l’agente Jung Jin-soo (Han Suk-kyu).

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