Acqua e vino, vino e acqua. Così lontani, eppure così vicini. Così diversi, eppure così simili. E sinergicamente indispensabili. Tantè vero che, se i proverbi sono la saggezza dei popoli, il vecchio adagio A chi non piace il vino, il Signore faccia mancare lacqua ben testimonia il legame indissolubile tra questi due elementi. Perché raccontiamo tutto questo? Perché questa settimana di acqua e di vino ne vedremo scorrere a fiumi. Giovedì arriva nelle sale cinematografiche il kolossal Noè, e basta la parola per capire quanto pioverà sul bagnato (che fosse un film destinato alla programmazione in questo periodo lo dice anche il proverbio: aprile ogni goccia un barile). Domani invece si chiude la 48esima edizione di Vinitaly, il Salone internazionale del vino e dei distillati che si tiene a Verona, dal 1967, con cadenza annuale. Vinitaly, che conta più di 4mila espositori e circa 150mila visitatori, raccoglie produttori, importatori, esportatori, distributori, ristoratori, tecnici, giornalisti e opinion leader provenienti da tutto il mondo. Diciamo la verità: che escano tutti sobri da un simile meeting, ha davvero del miracoloso.Forse è per questo che, per una strana e rituale forma di scaramanzia, ogni anno la simpatica e avvenentemadrina di questa manifestazione è linebriante (ma solo per fascino, sintende!) Nancy Brilli.

Non vogliamo svelarvi tutti i botti (o le botti?) di questanno e ci limitiamo a segnalarvi le novità più interessanti, come il tentativo di proporre sul mercato un vino a bassissima gradazione, perciò adatto a chi vuol cominciare fin da bambino – il Picolìt -, mentre il non facile binomio eno-calcistico ha trovato il suggello con un frizzante vino dei Castelli Romani, un Rosso De Rossi invecchiato in Totti di rovere. Ma noi, che vi ubriachiamo settimanalmente con i nostri solo apparentemente sobri distillati di parole, siamo stati colpiti soprattutto dalla nuovissima 2E (Enciclopedia Enologica), realizzata dallAccademia della Cru, prestigiosa istituzione per la salvaguardia della lingua e della cultura enologica. La 2E se la sono tutti bevuta dun fiato, soprattutto la versione ridotta a mo di bigino, sponsorizzata dalla Franciacorta, della quale non possiamo non offrirvi qualche assaggio. Prosit!

Abboccato! Tipica espressione popolare che indica un vino particolarmente adatto con piatti a base di pesce (es. Non trovate che con questo Falanghina il pesce abbia abboccato di brutto?).

Aglianico. Non manca mai sulla tavola dei cacciatori di vampiri.

Ammostare. 1) Fare il vino a Mostar. 2) Nel linguaggio popolare il termine Ammo stare, indica un prolungato indugiare nella pratica della pigiatura delluva (es. Ammò stai qui? Dài, sbrigati! Il pediluvio bello caldo è pronto).

Arneis. Semplici strumenti indicanti il grado di maturazione del vino, come il rifrattometro e il mostimetro (es. Ernesto, passami gli arneis che devo imbottigliare, mo bene!).

Armonico. Vino che piace ai musicisti. Le sue qualità, soprattutto organolettiche, gli garantiscono un boccato davvero sinfonico.

Barrique. Fustique piccolique di roverique francesique da 225 litrique.

Beva. 1) Può essere facile (“di facile beva”) o pronta (“di pronta beva”): si dice di un vino pronto, da bere immediatamente senza attendere un particolare affinamento beverino. 2) Con il punto esclamativo (Beva!) indica l’ordine impartito a qualcuno di portare il bicchiere alle labbra e di ingurgitarne il contenuto liquido di colore rosso o rosato o bianco paglierino.

Boisè. Importante azienda spagnola di import-export del settore enologico i cui fondatori, Lucia e Miguel Boisè, sono famosi in tutto il mondo.

Bouquet. La bottiglia di vino che la sposa lancia, con le dovute precauzioni, a tutte le ragazze nubili presenti al matrimonio. L’attrice francese Carole Bouquet, per scegliere il proprio marito, si è lanciata su un gruppo di aitanti modelli durante una sfilata di intimo maschile a Parigi.

Brachetto. Il vino che il cacciatore porge in apposita ciotola al suo fedele cane dopo una fruttuosa battuta di caccia (es: “Bravo can, cin cin!”).

Brut. Metodo conosciuto sin dall’antichità per fare il vino. La pigiatura avveniva utilizzando la clava: gli uomini primitivi se le davano di santa ragione in mezzo al mosto, sferrando colpi tremendi e lanciando urla belluine, molto spesso sfigurandosi, ma nel contempo abbandonandosi a sfrenate libagioni. Da questa goliardica consuetudine enologica è nato il termine “Brut Brut, ma bon bon!”.

Carico. È la gradazione tipica del Cannonau.

Dolcetto. Splendido vino rosso delle colline astigiane, molto popolare in America, perché usato al momento del brindisi in occasione della festa di Halloween. Negli Usa ha avuto molto successo una sua imitazione di uve bianche, vino molto frizzante, assai poco nota da noi, chiamata Scherzetto.

Erbaceo. Vino giamaicano dal gusto veramente stupefacente.

Etereo. Il vino dal boccato impalpabile, se ne sente sempre parlare bene, molti ristoratori italiani lo propongono con i loro prelibati menù. Purtroppo, il costo di una bottiglia – proibitivo è dir poco – induce a degustarne solo il vago sentore di profumo.

Fiasco. Vino di qualità scadente.

Fruttato. Espressione tipica che indica il guadagno ottenuto da un’annata come si deve (es: “Me lo ricordo ancora quanto mi ha fruttato quel Refosco del 2007, sorbole!!!”).

Marsala. Vino con cui Giuseppe Garibaldi omaggiò le sue intrepide Camicie Rosse dopo lo sbarco in Sicilia.

Magnum. Spumante che si accompagna bene a certi gelati mottarelli di marca Algida.

Mattonato. Vino assai pesante da digerire.

Millesimo. L’ennesimo fiasco che sa di tappo dopo averne già aperti altri 999. Uffa!

Moscato. Spumante pieno di moscerini, che gli impongono quel caratteristico sapore dolciastro, un po’ sanguigno.

Mosto. Tipico vino toscano, ad alta gradazione, e per questo motivo un po’ assassino (nel senso che fa tremar le gambe). Il più noto è il Mosto di Scandicci.

Nebbiolo. Il vino più bevuto in Val Padana. In certe sere di novembre diventa introvabile.

Paglierino. Il vino che piace ai contadini.

Pastoso. Il vino che si accompagna a tutti i pasti, ma soprattutto alla pasta.

Perlage. Il vino che ben si accoppia ai piatti con i molluschi.

Re Cioto. Il sovrano assoluto delle vendemmie.

Retrogusto. Il vino più venduto in occasione dei Gay Pride.

Riserva. Il vino che sta in panchina e spesso entra per sostituire la bottiglia già in tavola.

Svanito. Il vino che ti sei già bevuto, pirla!

Tannico. Il vino che sta in una tannica.

Verdicchio. Il vino che piace a Hulk.

Verduzzo. Il vino che piace a Hulk se non trova il Verdicchio. I guai cominciano se non riesce a trovare né l’uno né l’altro: di solito arriva a sfasciare l’intera enoteca.

Vite. Pianta a forma cilindrica con filetto elicoidale utilizzata prevalentemente per fissare l’acino d’uva al tralcio.

Vitigno. Vite tipica di Livigno.