Vincitore del premio della Giuria allultimo Festival del Cinema di Cannes, Father and Son mi ha colpita moltissimo, per fortuna in positivo. E, più di ogni altra cosa, non posso negare mi abbia lasciata soprattutto affascinata. Il cinema giapponese è sicuramente molto diverso da quello a cui siamo abituati. Ma il bello, personalmente, credo stia proprio nella carica di sentimenti e rituali che il Giappone e i suoi artisti sono magicamente in grado di trasmettere sul grande schermo. Una quotidianità, e me ne spiace, per i più ancor oggi semisconosciuta, ma che, davvero, merita di essere approfondita e, soprattutto, alla quale non puoi sottrarti se ti vedi un film dei loro.

Così è anche nel nuovo prodotto di Kore-eda Hirokazu. Non solo bellissimo, ma davvero magico grazie a questa patriotticità geniale, tra le centralità portanti dellintera sceneggiatura. Titolo riassuntivo della sinossi intera, Father and Son racconta esattamente di un padre e di un figlio. Ma, soprattutto, di unindagine profonda su quale davvero sia il significato di queste parole importanti.

Come vi comportereste se scopriste che vostro figlio, a 6 anni compiuti, è in realtà il bimbo di un altro? Questo è ciò che accade a Nonomiya Ryota, professionista di successo, abituato a vincere, e alla moglie Midori. Lui, impegnatissimo tra lavoro e ricercata promozione, fatica a credere il suo piccolo possa essere tanto diverso da quello che immaginava. E quando la triste notizia arriva, per lui è quasi un sollievo, e finalmente tutto gli è chiaro. Uno scambio di culla che inevitabilmente scombussola la vita dei nostri due protagonisti. O, forse, semplicemente gliela salva, perché, nonostante le sofferenze e la corazza che ci si deve inevitabilmente creare in casi come questo, sarà proprio questa missione, come più volte la definisce lo stesso Nonomiya, a fargli capire cosa voglia dire amare per davvero.

Un prodotto incredibile che, con la cautela e la mentalità tipica di una nazione come il Giappone, riuscirà a conquistare chi di cinema è proprio appassionato. Certo, un film impegnativo, che sicuramente pretende attenzione e buona volontà, soprattutto. Se infatti il grande schermo non vi appassiona, forse non è questo il lungometraggio più adatto al divertimento della vostra serata. Ma se, al contrario, vi va di riscoprire voi stessi con un bel film, dai contenuti tuttaltro che banali, e dal messaggio tanto confusamente perfetto, Father and Son fa proprio al caso vostro.

Con il supporto di un’incredibile colonna sonora, e un’emozionante fotografia, credo questo sia uno dei prodotti cinematografici più belli tra gli ultimi recensiti. Quasi che, mi permetto di dirlo, se fossi giapponese penso Father and Son diventerebbe immediatamente quello che è per me, oggi, lo spettacolo de La grande bellezza di Sorrentino; il mio film preferito in assoluto. Aspetto curiosamente di leggere le opinioni altrui. Nel frattempo, a voi tutti, buona visione.