Tra gli ospiti della nuova puntata di The Voice of Italy 2, talent show in onda su Rai Due, c’è il cantautore belga Saule, arrivato da poco al grande successo internazionale. A dargli notorietà anche fuori dai confini nazionali è stato il brano Dusty Men, un duetto cantato in coppia con il collega britannico Charlie Winston. Nel nostro Paese ha ottenuto grande popolarità solo a partire dallinizio del 2014, trainato dall’uso come colonna sonora di uno spot pubblicitario. Saule è nato come Baptiste Lalieu, a Mons, nel settembre del 1977. Ha esordito artisticamente all’interno di un gruppo, i My second skin, coi quali ha iniziato a coltivare il suo interesse per la musica portando avanti allo stesso tempo quello per il teatro coltivato adeguatamente frequentando il Conservatorio di arte drammatica di Bruxelles.



Dopo aver deciso di abbandonare il gruppo, ha quindi dato inizio alla carriera solista, nel 2005, con un EP che porta il suo stesso nome, seguito l’anno successivo da un album di inediti, dal titolo Vous êtes, gratificato da ottimi risultati di vendita, tanto da raggiungere il disco d’oro in patria. Nel 2007 ha poi elaborato le musiche del film Cow-Boy, diretto dal connazionale Benoît Mariage. Il secondo atto della sua carriera è stato l’album Western, uscito nel 2009, con il quale ha conquistato la piazza francese anche grazie alle fertili collaborazioni intessute con Dominique A e Bénabar.



un vero e proprio gigante, dall’alto dei suoi due metri e proprio alla sua eccezionale altezza fa riferimento il titolo dell’album da cui è tratto Dusty Men, Géant, terzo episodio della sua carriera discografica. Un successo, il suo, arrivato con modalità abbastanza strane, se si pensa che l’album in questione è stato pubblicato nel 2012, iniziando la sua scalata dalle classifiche di vendita di Belgio e Francia. Solo in seguito, il sound orecchiabile del brano, un gradevole misto tra folk, pop francese e ritmi nu-disco, ha conquistato il gradimento degli appassionati di musica di altri paesi, facendo salire alla ribalta l’artista belga. La collaborazione tra lui e il suo collega inglese, noto per aver vinto nel 2010 l’European Border Breakers Award in qualità di miglior artista inglese in Europa, è nata in maniera abbastanza casuale, dopo un incontro che ha permesso ai due di conoscersi meglio e verificare non solo le affinità elettive, ma anche la possibilità di trasferirle sulle tracce di un brano musicale.



Dalla collaborazione è quindi nato Dusty Men, una sorta di dialogo tra due uomini divisi da lingua e stile, ma unificati dalle esperienze vissute, sino a scoprire di non essere lontani l’uno dall’altro. Una vicinanza riferita soprattutto al modo di intendere la musica, in senso old style, che per entrambi è quella che porta il vero artista a registrare i brani in maniera unitaria, con tutti gli strumenti e non con l’ausilio delle tracce separate e poi ricompattate in studio, al fine di raggiungere risultati perfetti dal punto di vista tecnico, ma freddi dal lato emozionale. Un modo di intendere la musica che sembra ormai essere passato di moda, se si considera l’importanza sempre maggiore della produzione e del ritocco in sede di registrazione. Contro il quale hanno deciso di spendersi proprio Saule e Charlie Winston, con un brano che suona come un grido di accusa contro un industria musicale troppo attenta alle logiche commerciali e troppo poco alla vera arte.