La storia di questo film è in realtà la biografia del suo protagonista. Si intitola Pinuccio Lovero – Yes I can e, come spesso si suol dire, già il titolo è tutto un programma. In questo caso un programma elettorale. Ma chi è Pinuccio Lovero? Tutto nasce quasi sei anni fa, o per lo meno è proprio da lì che ha inizio la sua vita, quella un po più vip, che oggi noi tutti conosciamo. Il regista Pippo Mezzapesa, infatti, in un documentario intitolato Pinuccio Lovero – Sogno di una morte di mezza estate, nel 2008, presenta al grande pubblico un uomo, Pinuccio Lovero per lappunto, la cui ambizione nella vita è una soltanto: fare da custode al cimitero della sua amata Bitonto. Così inizia il racconto di questuomo e della sua particolare formazione professionale, incorniciata dai cimiteri di Mariotto, frazione della città, e da quel lavoro da becchino – inizialmente temporaneo – che tuttavia non gli da lopportunità di seppellire nessuno perché, lo racconta lo stesso Lovero in questo angolo di Puglia nei miei otto mesi di servizio la morte non sè vista.

Approdato anche al lido di Venezia al grido orgoglioso di Riporterò la morte anche qui!, il primo film non suo ma su di lui porta al divertente necroforo una dose importante di comica notorietà, simpaticamente condita da ospitate in televisione e buffe interviste ai telegiornali nazionali.

A oggi Pinuccio Lovero ha felicemente trovato impiego nel cimitero maggiore, tuttavia, le telecamere che lo ritraevano qualche tempo fa a oggi sembrano non esser più intenzionate a cambiargli la vita. Così nasce Pinuccio Lovero – Yes I Can: una nuova trovata, di Pinuccio e regista che, bramando la celebrità ma ognuno per loro, cercano di tenersi comunque al passo con gli interessi del grande pubblico, senza permettere alla noia della quotidianità di non esser abilmente ritratta (o ripresa) e trasmessa su ogni canale massmediatico nazionale.

Stavolta però i cimiteri fanno solo da sottofondo a un qualcosa di decisamente più importante: le elezioni amministrative. In questa occasione da poco passata, infatti, Pinuccio decide di cogliere lattimo e di candidarsi a consigliere comunale, con Sinistra Ecologia e Libertà, pubblicizzando il suo programma decisamente particolare e interamente dedicato al tema a livello cimiteriale, per dirlo con parole sue.

Anche il manifesto poco lascia allimmaginazione; lui a mezzobusto, sguardo forte e divisa dordinanza. Sullo sfondo, ovviamente, il camposanto e, in calce, lo slogan: Pensa al tuo domani!. Divertentissima, ma forse un poco oscena, la sortita per le vie cittadine con tanto di carro funebre adeguatamente agghindato a festa, con lausilio di megafono e amico speaker che grida frasi da (quasi) campagna elettorale. Votatelo se volete riposare in pace, dice.

Ancora una volta, allora, il ritratto di un ingenuo ed esuberante Pinuccio, circondato da simpatici e genuini popolani pescati nel sottobosco delle varie liste elettorali. Strambo ma vero, come tutto il resto, l’epilogo del tutto: uno stralunato dialogo, forse surreale ma al contrario realissimo, con il capopartito Nichi Vendola.

Bravo Mezzapesa, con naturalezza riesce a passare dalla realtà alla finzione scenica, scivolando dal documentario alla commedia architettata, dando anche e soprattutto forma a una speciale parabola che, forse quasi di nascosto, inevitabilmente sottolinea la spettacolarizzazione (a mio parere oscena) di qualsiasi cosa, a ogni costo.

Un film per il quale si ride tanto, e ci si emoziona anche. Tuttavia, per Pinuccio Lovero non sprecherei momenti. Se non, – e forse questo è il vero intento del regista che tuttavia, a proposito, non si esprime – per capire e riflettere. Su cosa? Su quanto la deformazione della realtà da parte dei media possa condire di false speranze anche il più ingenuo degli innocenti.