A distanza di soli quattro mesi dalla sua ultima apparizione alla trasmissione condotta da Fabio Fazio, lo scrittore Roberto Calasso torna ospite questa sera a Che tempo che fa. Saggista e narratore, nei suoi libri indaga il mito e la storia per raccontare il presente delluomo.  nato nel 1941 a Firenze ed è figlio di Francesco, uno dei più famosi giuristi della sua epoca, e di Melisenda Codignola, figlia del celebre pedagogista Ernesto, fondatore de La Nuova Italia, casa editrice che ha fornito l’humus per la sua crescita intellettiva e culturale. Ha studiato al liceo Torquato Tasso, a Roma, per poi laurearsi in Letteratura Inglese con Mario Praz. Insieme a Luciano Foà ha quindi partecipato alla fondazione della casa editrice Adelphi, di cui è diventato direttore editoriale nel 1971. Nel 1990 Roberto Calasso ha poi assunto la funzione di amministratore delegato, per diventare presidente nel 1999.



Proprio gli ultimi anni del millennio lo hanno visto assumere la preziosa funzione di promotore di un clima favorevole alla divulgazione della cultura mitteleuropea. Una divulgazione nella quale un posto decisivo è stato ricoperto dalla decisione di pubblicare La cripta dei cappuccini, di Joseph Roth, uno dei testi cult del filone, in una tiratura iniziale di tremila copie che all’epoca sembrò una vera scommessa. La diffusione del romanzo, in particolare negli ambienti della sinistra extraparlamentare, ha per fortuna dimostrato che si trattava di una scommessa non temeraria. Non meno fortunato l’esito che ha avuto la promozione di Siddartha, il celebre romanzo di Herman Hesse, altro testo che è poi stato gratificato di enorme popolarità presso i lettori del nostro Paese che ancora non conoscevano lo scrittore tedesco. Per quanto concerne il Calasso scrittore, va ricordato che il suo esordio è datato 1961, quando ha pubblicato un saggio su Adorno all’interno della rivista Paragone.



Il vero e proprio esordio sul mercato letterario è invece avvenuto tredici anni dopo, quando ha pubblicato L’impuro folle, un testo redatto nel breve volgere di due mesi. Dopo questo primo testo ne ha pubblicati molti altri, tra i quali vanno ricordati in particolare La rovina di Kash, del 1983, e Le nozze di Cadmo e Armonia, uscito cinque anni dopo. La sua ultima fatica è stata L’impronta dell’editore. Naturalmente tutti i suoi saggi sono stati pubblicati da Adelphi, la casa cui è strettamente legato il suo nome. Un posto a parte spetta alle sue ormai celebri quarte di copertina, giudicate veri e propri capolavori e per questo motivo riunite in un libro del 2003, Cento lettere a uno sconosciuto. stato il primo scrittore di lingua non francese a vincere il prestigioso Premio Chateaubriand, nel 2012, mentre la sua mancata vittoria al Premio Strega del 1989, a beneficio di Giuseppe Pontiggia, dette vita a un piccolo scandalo che spinse infine Adelphi a non partecipare più alla competizione.

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