Ieri sera su Rai Tre ha trovato spazio il primo appuntamento con un mini-ciclo di Sfide, dal sottotitolo “I nostri amatissimi avversari” (in riferimento alla Francia) e incentrato sulle grandi rivalità che hanno caratterizzano la storia della nostra nazionale di calcio italiana. Zanardi, ricordato come il primo impegno ufficiale degli azzurri fu proprio contro i transalpini, nel lontano 1910, e come quel match passò subito alla storia, finendo 6 a 2 per noi, ci ha portato ad Argentina ’78, mondiale che è considerato il momento della nascita del gruppo di Bearzot che trionferà 4 anni dopo nel mondiale svoltosi in Spagna. A introdurre il racconto di quella partita sono stati alcuni protagonisti di allora, come Zaccarelli e Cabrini, i quali hanno svelato di come i rapporti all’interno del gruppo, composto in gran parte da giocatori bianconeri e granata, non fossero inizialmente idilliaci e di come molti addetti ai lavori e tifosi fossero convinti che la Francia, la quale schierava un giovane Platini, avrebbe sfatato il tabù con gli azzurri, mai battuti in un Mondiale. Con la voce del telecronista di allora, Nando Martellini, abbiamo rivissuto le emozioni altalenanti di quel match, dal goal subito dai nostri dopo 30 secondi, ad opera di Lacombe, al pari di Rossi, capace di segnare dopo un batti e ribatti dove sembrava che la palla non volesse entrare, fino alla mossa vincente di Bearzot, quella di inserire Zaccarelli al posto di un Antognoni spento e scosso per alcune tristi vicende personali. La partita si chiuse sul 2 a 1 per l’Italia, con un gran goal di Zaccarelli. A spiegare i motivi di quella rimonta, è stato Bettega, il quale ha affermato che la Francia, a quell’epoca, era ancora una squadra fragile sotto il profilo nervoso e di come, subito il pari, tutte le certezze francesi si incrinarono repentinamente. Quindi è stata la volta del racconto del match al mondiale di otto anni dopo, quello messicano. Con Zanardi abbiamo prima visto brevemente l’evoluzione di Platini, passato da giovane molto promettente a campione dal talento immenso e abbiamo potuto apprezzare un’intervista concessa alla tv italiana prima di quel match. Con le immagini di repertorio e la voce di Bruno Pizzul abbiamo quindi rivissuto la netta sconfitta che la nostra nazionale patì: un 2 a 0 negli ottavi con cui la Francia ci estromise da quel Mondiale, chiuse il ciclo di Bearzot e riuscì a sfatare il tabù del non averci mai battuto in una fase finale. I protagonisti di allora, tra cui Bergomi, hanno raccontato come quel match fosse praticamente a pronostico chiuso, perchè quella Francia, con Platini, era davvero troppo forte mentre noi eravamo in declino. Inoltre Platini, come ha raccontato Henri Michel, il ct transalpino dell’epoca, voleva fortemente batterci: un desiderio che sembrava superare, in importanza, quello di vincere il Mondiale. Si è quindi arrivati al quarto di finale del Mondiale ’98, quello giocato proprio in terra transalpina, con i galletti guidati dal Zidane, l’erede di Platini. 



Abbiamo rivissuto il dualismo tra Del Piero, che in quel Mondiale doveva essere il 10 titolare, ma che arrivava da un grave infortunio e deluse le aspettative, e Baggio, all’epoca trentunenne, osannato da critica e tifosi, che lo volevano titolare. Abbiamo rivissuto quel match, che poteva andare diversamente se una magia di Baggio, autore di un gran torneo ed entrato al posto di uno spento Pinturicchio non avesse semplicemente lambito l’incrocio dei pali. Dopo alcuni racconti dei protagonisti, tra cui quelli di Pagliuca e Costacurta, i quali hanno raccontato vari aneddoti, tra cui quello della rivalità, mai sbandierata, che correva tra Baggio e Del Piero, che comunque si stimavano, e quello di Thuram, il quale ha ammesso che l’ingresso di Baggio nella ripresa lo spaventò, abbiamo rivisto i rigori, con l’errore decisivo di Di Biagio, che ha raccontato cosa pensò prima di tirare e del rumore della traversa colpita dal pallone, che si sentì per tutto lo stadio, Lui e Albertini, che sbagliò prima di lui, hanno raccontato cosa si prova a sbagliare un rigore della serie che deciderà una partita ad eliminazione diretta, come furono consolati dai compagni, tra cui Baggio, protagonista dell’errore decisivo nella finale mondiale di 4 anni prima, che disse loro solo chi ha il coraggio di tirare un rigore può sbagliarlo. Quindi è stata la volta della nostra epica cavalcata ad Euro 2000, sotto la gestione di Zoff. Abbiamo rivissuto la semifinale con l’Olanda e ascoltato lo stupore e il timore che Thuram provò nel vederci vincere ai rigori dopo 120 minuti di sofferenza pura e di eroica resistenza, con due rigori sbagliati dagli orange nei novanta minuti, le imprese di Toldo durante i calci di rigore che decisero il match e il cucchiaio di Totti. Abbiamo quindi rivissuto la finale, dominata fino a 30 secondi dalla fine, con le due grandi occasioni per andare sul 2 a 0, capitate a Del Piero prima del beffardo e fortunoso pari di Wiltord. Attraverso la testimonianza di Di Biagio e Barthez, abbiamo scoperto come tutti, dopo il pari, avessero capito che la mazzata psicologica per noi era stata troppo forte e che il match era ormai segnato. Ed effettivamente alla fine i blues vinsero con un golden goal di David Tezeguet. Gli azzurri, comunque elogiati dal presidente Ciampi e dai tifosi, dovettero anche assorbire il colpo dell’addio del ct in seguito alle polemiche con Berlusconi. Ma il destino, sei anni dopo ci ridiede ciò che ci aveva tolto. Nell’ultima parte ci siamo infatti emozionati di nuovo con il mondiale 2006, quello in terra tedesca, iniziato con lo scandalo Calciopoli in pieno svolgimento. Abbiamo rivisto la vittoriosa finale, ultima apparizione di Zidane, con la sua famosa testata contro Materazzi, gesto che gli costò l’espulsione, l’errore decisivo di Trezeguet (che sei anni prima ci aveva trafitto con il golden goal) nella serie dei calci di rigore e l’ultimo tiro dal dischetto, quello di Fabio Grosso, che ci fece trionfare. Lippi, Cannavaro e Grosso hanno ricordato anche il grande turbamento della squadra prima del quarto con l’Ucraina, una volta saputo che Pessotto aveva tentato di uccidersi. Pessotto, a su volta, ha descritto l’emozione di vedere gli Azzurri andarlo a trovare in ospedale con la Coppa appena conquistata. La puntata si è quindi chiusa con l’arrivederci di Zanardi al prossimo appuntamento: quello con il racconto delle sfide con il Brasile.



La puntata di Sfide in onda questa sera su Rai Tre (a partire dalle ore 21.10) è imperdibile. Il programma condotto da Alex Zanardi – come si può notare gustando il promo – parlerà dei Mondiali di calcio in programma in Brasile con un occhio al passato. Nel corso della serata verranno ripercorse le sfide più emozionanti contro la Francia.

Inizia questa sera, venerdì 2 maggio 2014, il viaggio di Sfide in vista del Mondiale brasiliano di questa estate. Quattro puntate che racconteranno le grandi rivalità che hanno segnato la storia della nazionale italiana di calcio: si inizia con la Francia (I nostri avversari amatissimi è il titolo della prima puntata), una squadra che ci riporta a quellEuropeo perso sul filo di lana ma anche alla finalissima di Berlino del Mondiale di calcio 2006. Nelle puntate successive toccherà poi al Brasile, alla Germania e infine allInghilterra. A condurre lo storico programma Rai sarà ancora una volta Alex Zanardi, con il quale torneremo indietro nel tempo fino alla prima partita disputata contro la Francia nel lontano 15 maggio 1910 (finita 6-2 per lItalia). La prima vera tappa di questo percorso ci porta però in Argentina, Mondiale ’78, e all’esordio italiano proprio contro la Francia. La seconda tappa è invece più dolorosa, Messico ’86, quando lItalia (dopo aver incredibilmente faticato per superare il girone eliminatorio) negli ottavi di finale trova la Francia del grande Platini. Eccoci quindi ai Mondiali del 1998 che si giocano proprio in terra francese: in panchina c’è Cesare Maldini e ai quarti di finale ancora la Francia, una partita che si concluderà con quei rigori che difficilmente si possono dimenticare. Infine, come detto, la prima puntata di “Sfide” si chiuderà con gli Europei del 2000 e i Mondiali di Germania del 2006.