Un personaggio eclettico del mondo culturale italiano, potremmo definirlo così. Francesca Lancini, a soli trent’anni, ha già una grande esperienza da annoverare in tanti campi di ogni canone creativo ed espressivo. In essa, il suo ultimo romanzo “Armi di famiglia”, appena uscito, casa editrice “Bompiani”, e anche quello precedente del 2011, “Senza tacchi”, della stessa casa editrice. A questa attività di scrittrice si aggiunge anche quella di docente di scrittura creativa presso l’Università NABA di Milano, quella di conduttrice in televisione con a “Cool Tour”, attualmente “Cool Tour Arte”, e quella di conduttrice di “Rai Player”, una delle trasmissioni tra le più belle e innovative della Rai. In passato è stata anche giornalista per alcune testate importanti, conduttrice del Tg Sportivo di Sky Sport 24, attrice, e ha condotto con Giorgio Panariello il Festival di Sanremo nella sue edizione del 2006. Ha fatto anche la modella, sfilando per le principali case di moda; e la tennista a livello professionistico nel circuito WTA, prima che un incidente le interrompesse la carriera. Francesca è laureata in Scienze della Comunicazione, un modo in più per affinare le doti creative che ha. Abbiamo sentito proprio lei, che ci ha raccontato tutti questi suoi molteplici interessi e lavori espressivi. Eccola in questa intervista a ilsussidiario.net.



Come mai la scelta di questo argomento per “Armi di famiglia”?

Armi di famiglia è ambientato in un luogo inventato nella provincia di Brescia, terra di produttori di armi. Perciò, per raccontare le dinamiche famigliari dei miei protagonisti, ho pensato a un mestiere che li legasse al territorio. La produzione di fucili non è centrale nella narrazione, è solo uno dei paradossi che la attraversano, visto che sono le donne che gestiscono l’azienda e l’arma non è un simbolo tipicamente femminile.



Che messaggio vuoi dare attraverso questo romanzo? 

Quando si parla di famiglia, cosa è davvero importante? Rimettere in ordine il passato e capire le proprie dinamiche, per prendere poi le scelte giuste nella vita. Imparare a esercitare l’amore incondizionato. I protagonisti del libro si ritrovano tutti insieme dopo anni ed è l’occasione per misurarsi, confrontarsi e imparare l’aspetto più difficile della vita di gruppo: l’accettazione della persona e non del ruolo.

E’ in parte autobiografico?

Dopo “Senza tacchi”, volevo distaccarmi il più possibile dalla mia esperienza, dai miei gusti, dai miei processi mentali, per provare a raccontare personaggi distanti da me, anche se cresciuti in un’ambientazione che conosco bene.



“Senza tacchi”, il tuo primo romanzo, è invece ambientato nel mondo della moda. Ce ne puoi parlare?

Sofia, la protagonista, è una ragazza che lavora come modella ma detesta le modelle, si riempie di letture, fa pasticci con gli uomini e cerca disperatamente una strada. Non è solo il racconto di un mondo, ma è soprattutto la storia di formazione di una ragazza che si sta scoprendo. 

Quanto c’è in questo libro della tua carriera di modella? 

In “Senza tacchi” ci sono molte delle situazioni che ho vissuto. Sono rivisitate, romanzate, inventate. Il bello della letteratura è camminare sempre sul confine del verosimile.  

Come hai capito di poter diventare una scrittrice importante? Sei laureata in Scienze della Comunicazione, questo ti ha aiutato?

Ho sempre pensato che il lavoro della modelle non mi avrebbe accompagnato nel futuro, è sempre stato per me un modo di avere l’indipendenza economica per poter scegliere, sperimentare. La facoltà che ho frequentato mi ha dato degli spunti, come quello della scrittura, mi ha fatto capire che sarebbe potuta diventare un lavoro.

Ci puoi parlare della tua esperienza a Cool Tour?

Cool Tour è sempre stato un privilegio. Fare cultura in televisione è difficile. Rai 5 mi ha permesso di essere me stessa in video, e di mettere la mia esperienza al servizio del mezzo televisivo.

E’ una delle trasmissione più belle che ci sia, molto innovativa e contemporaneamente, molto culturale: Pensi tu i tuoi servizi? Qual è secondo il segreto del successo di questo programma?

C’è una redazione che è molto attenta a tutte le novità da catturare e raccontare nel campo dell’arte. Io scrivo i miei testi e conduco le interviste. Il segreto del successo del programma è la cura dei dettagli e dei temi trattati.

Puoi anche parlarci della tua esperienza a Rai Player?

Rai Player è un magazine divertente che indaga anche sul modo di fare tv. Le interviste e i backstage sono un momento in cui si scoprono sempre nuove facce della realtà.  

Cosa ti piace di questo programma?

Mi piace la freschezza e l’immediatezza.

Sei stata anche conduttrice a Sanremo 2006 e attrice in “Madame” e “Ocean Twelwe’s”, puoi raccontare questa tua esperienza?

Sanremo è stata un’esperienza formativa, vedere da vicino i meccanismi di una macchina televisiva così complessa mi ha divertito; mentre il lavoro dell’attrice è un’altra delle sfumature del mondo dello spettacolo che ho potute sperimentare. Entrambi sono stati utili spunti narrativi.

Qual’è il tuo concetto di arte, anche legato a una visione esistenziale della vita?

L’arte è un processo e una possibilità. Il processo della conoscenza: di se stessi, della materia di esplorazione, dell’altro, e la possibilità di suscitare emozioni.

Quali sono le altre tue passioni, le altre tue attività a livello creativo, culturale?

Leggere, leggere, leggere. Quando poi ho chiuso il libro guardo film e cucino dolci. 

Quali sono i tuoi programmi futuri?

Oltre alla promozione di “Armi di famiglia”, ci sono gli esami all’università dove insegno che si avvicinano, e poi la ricerca convulsa del tema del mio prossimo libro.

Qual è il sogno che vorresti realizzare?

Non perdere nemmeno un secondo dietro a ciò che non è importante. E’ un sogno giornaliero, che faccio con occhi ben aperti.

(Franco Vittadini)