Viviamo davvero in un mondo bizzarro. La nostra è unepoca dominata dalla realtà virtuale, e gli stessi signori che ci ammanniscono il mondo 2.0 in tutte le sue declinazioni simulate, che cosa arrivano a propinarci? Addirittura la Realtà aumentata. E che roba è? Ci risponde subito lo Zingarelli, un vocabolario che ha aumentato il suo bagaglio di conoscenze rubandole e ammonticchiandole qua e là in giro per il mondo, per Realtà aumentata (in inglese Augmented Reality, abbreviato AR) si intende larricchimento della percezione sensoriale umana mediante informazioni, in genere manipolate e convogliate elettronicamente, che non sarebbero percepibili con i cinque sensi naturali. Lidea sembra rivoluzionaria, ma la Realtà aumentata esiste da molto tempo, almeno dal XV secolo. A proporla per primo, infatti, fu Bartolomeo Colleoni, che teneva, non sempre ben dissimulata, dentro i pantaloni una realtà molto, ma moooolto aumentata, e considerata tale non solo dai suoi contemporanei (alcune cronache dellepoca narrano parlano del suo leggendario triplete). Nel XIX secolo, poi, la Realtà aumentata divenne appannaggio della terza età: il nonnino con il cornetto nellorecchio che altro era se non già, a suo modo, una Realtà aumentata? Negli anni Cinquanta-Sessanta-Settanta, invece, si diffuse nei bar un esempio semplice di Realtà aumentata: lo sborone. Venendo, infine, ai nostri giorni, lesempio più eclatante di Realtà aumentata è senzaltro lintroduzione delleuro, una realtà che continua ad aumentare di giorno in giorno. A Napoli, per esempio, il bonus Irpef da 80 euro è già diventato, grazie alla Realtà aumentata, un videogioco – che sbaraglierà il Monopoli – chiamato Ho tanti euro!.
Ringraziato lo Zinga per il rapido excursus storico sulla AR, oggi la Realtà aumentata è un business in piena effervescenza. In campo immobiliare, per esempio, con lAR un normale inquilino che abita in un piccolo monolocale può virtualmente acquistare una villa a Grosseto. Un consiglio, però: evitate di utilizzare la Realtà aumentata anche per calcolare lImu!
La Realtà aumentata, per esprimere al massimo le sue potenzialità, ha bisogno di occhiali o guanti o auricolari molto particolari. Chi di voi non ha sentito parlare dei Google Glass (GiGi), occhiali dotati di un prisma sul lato destro, che consente di mostrare informazioni e attivare applicazioni direttamente sulle lenti, come uno schermo smartphone, ma sempre a portata di vista? Con i GiGi si possono avere informazioni di tutti i tipi (dal traffico ai monumenti), ricevere aggiornamenti sui messaggi ricevuti, effettuare ricerche su internet, avere la possibilità di chattare, scattare fotografie o girare video in prima persona.
Ma non solo Google si è lanciata in questo campo. Coca Cola sta per lanciare Glass che Cola!, un bicchiere dotato di cristalli liquidi al cui interno esiste un processore assai sofisticato in grado di analizzare qualsiasi bevanda stiate per ingurgitare. Noi lo abbiamo testato sorseggiando una Ferrarelle. Una volta accostato il bicchiere alle labbra, sul fondo dello stesso sono apparse tutte le informazioni utili. Ora sappiamo che la Ferrarelle è al 99,99% acqua di sorgente e per uno 0,01% è acqua del radiatore di un motore turbo Ferrari V8 anteriore da 3.855 cc pari a 560 cv a 7500 giri (è proprio questa potenza a creare le inconfondibili bollicine della Ferrarelle).
Anche la Fiat, proprio grazie alla AR, vuole rilanciare la Duna, l’auto più brutta e meno venduta al mondo. Il progetto è top secret, si sa solo il nome in codice dell’operazione: Chrysler D’una Tantum. Ma più delle parole, per capire effettivamente come la Realtà aumentata possa modificare, appunto, la realtà reale, percepita dai nostri sensi, valgono alcuni esempi concreti.
Un semplice “calabro”, contadino di professione legato come pochi alle proprie origini reggine, catanzaresi o cosentine, mai in tutta la sua vita sospetterebbe, grazie alla Realtà aumentata, di tramutarsi improvvisamente… in un vespide europeo, da tutti meglio conosciuto con il nome di “calabrone”!
Un impalpabile ricciolo di “burro”, buono da spalmare sul pane con la marmellata o con la pasta d’acciughe, grazie alla AR, possiede la forza tremenda di cangiarsi imponentemente… in un minaccioso “burrone”!
Rudi Garcia, fino allo scorso anno semi-sconosciuto allenatore pedatorio, almeno sin quando non è approdato alla Roma, non si immaginerebbe nemmeno nel suo peggior incubo che l’AR sarebbe in grado di mettergli addosso in un nanosecondo 40 chili in più, rendendolo meno bello ma sicuramente più simpatico, proprio come… Pedro Garcia, meglio conosciuto come il sergente Garcia, amico-nemico di Zorro!
Anche un piccolo e innocuo riccio può sempre trovare a sua insaputa un momento di gloria, se con l’AR qualcuno decidesse di tramutarlo in… Riccione! (“Socmel! L’ha più cornie quel chi lì, ca ne un baratule d lumeghie” traduzione: ha più aghi quello – allude al riccio – di un barattolo di lumache).
E anche un semplice numero, come l’8, messo lì a fare il suo sempiterno dovere all’interno di un calcolo, complesso oppure no, può trovare con l’AR il modo di farsi notare, cantando fuori dal coro e modificando la sua natura… in un meraviglioso ottone a fiato!
E non finisce qui. Per la Realtà aumentata sta per aprirsi una nuova stagione di meraviglie. Eh sì, perché la nostra tanto cara AR sta per sposare nientepopodimenoche il signor 3D. Un matrimonio da cui dovrebbe nascere, secondo la formula matematica “3D + 2.0 = +D5.0”, un singolare binomio, già battezzato “E.T. (Exaggerated Truth, vale a dire Realtà Esagerata)”. Anzi, siamo in grado di annunciarvi la prima concreta applicazione di questa straordinaria realtà sinergica: i “Marron Glass”, i primi occhiali +D5.0 per pasticceri! Da leccarsi gli occhi… pardon, i baffi!